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ZANELLA (FUTURA) * IMPIANTI DI RISALITA: « QUALI SONO I PROGETTI CHE LA GIUNTA PAT HA ANCORA IN PROGRAMMA DI ATTUARE? »

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17.14 - martedì 22 dicembre 2020

Premesso che: nel rapporto “Neve diversa” di Legambiente del febbraio 2020 è sottolineato come l’ambiente montano sia caratterizzato da “neve sfavillante ovunque e grande scintillio di panorami imbiancati: sono queste le promesse dello snow business che da decenni attira sulle nostre montagne moltitudini di sciatori. E ancora più allettanti sono le offerte di centinaia e centinaia di chilometri di piste: addirittura più di un migliaio i chilometri potenziali con il Grande Carosello delle Dolomiti. Piste larghe e piatte come tavoli da biliardo alimentate, dappertutto, dalla pratica dell’innevamento artificiale. Oramai la neve vera serve solo per il paesaggio e non per sciare”;
un’economia importante quella dello sci alpino, un’industria che dal dopoguerra ad oggi ha cambiato la vita di molti abitanti delle nostre montagne, migliorandone indiscutibilmente il tenore di vita. Un’economia però che non è stata capace rinnovarsi alla luce dei cambiamenti climatici in atto. In montagna il business prevalentemente è business as usual, come se nulla fosse cambiato;

in un altro significativo documento firmato dalla commissione centrale tutela ambiente montano del CAI è emerso come le Alpi ospitino annualmente circa 150 milioni di presenze e la frequentazione stagna ormai da almeno un ventennio attorno a quella cifra. Circa due terzi degli sciatori sulle Alpi provengono da paesi non alpini, per la maggior parte da altri paesi europei. Tra le stazioni in vetta alla classifica della frequentazione a livello mondiale, si trovano sette grandi comprensori italiani con più di 1 milione di presenze annue, tra cui Campiglio-Dolomiti di Brenta e Gardena-Alpe di Siusi che superano i 2 milioni. Negli ultimi anni, si sono affacciati sulla scena nuovi paesi europei concorrenti, come Bulgaria, Romania e Slovacchia, attraverso nuovi investimenti, ma con un mercato ugualmente stagnante;
l’industria dello sci in tutti i paesi della regione alpina e in Italia viene unanimemente considerata come “matura”, con poche possibilità di espansione della clientela, con la presenza di attori affermati e di grandi dimensioni, oltre a una notevole concorrenza tra le stazioni sciistiche;
progetti di diversificazione, se curati e sostenuti adeguatamente, potrebbero permettere di affrontare in modo più indolore la transizione verso forme nuove e sostenibili di turismo montano, invernale e non, anche attraverso forme di destagionalizzazione. Progetti di sviluppo locale dove lo sci alpino, pur rimanendo una pratica importante, arrivi a confrontarsi realisticamente con i limiti della montagna: dagli effetti dei cambiamenti climatici, alla fragilità intrinseca dell’ambiente montano e al necessario limite da porre alla costruzione infinita di nuovi collegamenti. Non ultima la necessità di contenere i consumi energetici per contribuire alla mitigazione dell’effetto serra, prefigurando una visione dello sviluppo montano che potrebbe trarre dal turismo dolce quegli elementi di forza per dare corpo alle speranze delle comunità montane che giustamente rivendicano il diritto al benessere e a posti di lavoro stabili e dignitosi;

il governo ha chiesto alle Regioni e alle Province autonome di inviare un elenco di opere e settori che si ritengono strategici per il futuro e per i quali si chiedono i fondi del Recovery Fund. La provincia di Trento ha presentato un elenco di 32 progetti tra i quali sono presenti ancora impianti funiviari destinati a zone sciistiche.

Tutto ciò premesso:
INTERROGO IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA PROVINCIALE E L’ASSESSORE AL TURISMO PER SAPERE:
quali sono nel dettaglio i progetti presentati al Governo per il Recovery Plan;
qual è il motivo per il quale non sono stati presentati in Consiglio provinciale;
quali sono i progetti di impianti di risalita che la Giunta ha ancora in programma di attuare;
quali sono i progetti di turismo sostenibile complementare allo sci alpino attualmente in atto;
se la giunta ha intenzione di puntare con maggiore incisività su un turismo diversificato, destagionalizzato e sostenibile.

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PAOLO ZANELLA
Gruppo consiliare provinciale FUTURA
Claudia Merighi

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