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VIOLENZA DONNE: SWG, 1.250 DONNE UCCISE IN ITALIA NEGLI ULTIMI 10 ANNI

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08.06 - venerdì 27 gennaio 2017

(Fonte: Swg) – L’istituto di sondaggi Swg oggi ha diffuso i dati relativi sull’emergenza femminicidi. Il 2017 è appena iniziato e già si sente l’eco della violenza omicida sulle donne. Negli ultimi dieci anni i femminicidi hanno alimentato un bollettino nero, denso di dolore, tragedia e sangue; un condensato di violenza cupa, subita in silenzio e solitudine da migliaia di donne. Oltre 1.250 donne, nel corso degli ultimi due lustri, sono state uccise dalla mano del proprio uomo. Quasi il 30% di questi  omicidi è stato commesso dall’ex marito o ex fidanzato, che ha preferito sopprimere una vita (o, per le più “fortunate”, sfregiare il corpo) pur di non accettare la fine della relazione. Nel sondaggio si evidenzia che le donne vengono bruciate, trafitte da decine di coltellate, legate, picchiate, strangolate, fatte a pezzi, soffocate, sfigurate: un set inaudito di violenza e orrore segna la storia di ognuna delle vittime. Altre, molte altre, donne e ragazze continuano a subire, in silenzio, la brutalità quotidiana esercitata dal proprio uomo; continuano a vivere nel terrore, entro ambiti casalinghi che, da accoglien- luoghi della famiglia, sono diventati muri di un penitenziario esistenziale, di un calvario umano.

 

 

 

In allegato la tabella grafica contenuta nel comunicato stampa:

 

 

 

 

Le vittime predestinate sono quasi esclusivamente ragazze, i cui scatti intimi o le immagini rubate diventano un mezzo per metterle alla berlina, per sottoporle alla vergogna pubblica. Se la rete ha ampliato le forme d’imbarbarimento sociale e relazionale, i dati che emergono dalle rilevazioni di Swg raccontano un calo dell’allarme sociale generato dai femminicidi.Migliaia di donne, di cui non conosciamo ancora né la storia né il volto, continuano a vivere isolate, recluse in una cappa di silenzio e omertà, abbandonate da una società che non riesce a emarginare gli aguzzini e a tutelare, favorire e sostenere le vittime nel loro percorso di liberazione. Mai come in questo caso le parole di Èlie Wiesel sono un monito appropriato: “Il silenzio aiuta il carnefice, mai il torturato”. Un abisso senza fine sgorga dalla contabilità della violenza sulle donne. Un baratro che conosciamo solo per difetto: quasi tre milioni e mezzo sono le donne (fonte Istat) che dichiarano di aver subito nella loro vita forme di stalking. Il web, i social network, i servizi di messaggistica gratuita, portano con sé nuove forme di relazionalità, ma anche nuove occasioni di sopruso e aggressività verso le donne. È cresciuto il cyberbullismo, di cui sono vittime soprattutto le adolescenti; è germogliato il revenge porn, la diffusione, nei social network o nelle rete di amici sui programmi di messaggeria, di foto intime, di video pornografici postati o inviati per motivi di ricattoo, vendetta, denigrazione.

 

 

 

 

In allegato il documento contenuto nel comunicato stampa:

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