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VERGNANO * ” PATROCINIO DOLOMITI PRIDE: LE RAGIONI DI UN SÌ, DOVE SI TROVI UN PERICOLO PER LA FAMIGLIA ‘TRADIZIONALE’, NON RIESCO A COMPRENDERLO “

Scritto da
14.42 - domenica 27 maggio 2018

Ho attentamente letto la dichiarazione del Sindaco pubblicata sul sito del Comune di Rovereto e ho pensato molto come declinare un pensiero che fosse meno politico e più istituzionale possibile.

Il mio intento è far comprendere, a chi legge, come avrei declinato io la valutazione nel caso fossi stato chiamato a farlo, in una ipotetica funzione , in quanto ex candidato Sindaco.

Ho quindi letto in modo approfondito il documento corposo e le 35 pagine (copertine comprese) lo compongono.

Devo dire che qualche passo è stato particolarmente interessante, in quanto tocca argomenti poco noti, ma che incidono nel profondo le persone.

Sia quelle investite dai fatti, sia i familiari, sia gli educatori e le famiglie circostanti.

Inclusione, mi pare sia il termine più utilizzato nel documento. Quantomeno quello più significativo. Del resto di inclusione parliamo quando si declina la disabilità, in ogni sua forma, e si indica come formativo anche la comprensione della sua esistenza nei ragazzi.

Di inclusione si parla nel rapporto tra anziani e giovani, nelle esperienze di coabitazione collettiva tipiche del nord Europa. Questa parte è da sottolineare. Ma nella dichiarazione del Sindaco non se ne fa menzione.

Il documento spiega il tema dell’autoderminazione. Un politico che lavora per ottenere, direttamente o indirettamente, la gestione di un territorio “autonomo” non può sottrarsi al tema dell’autoderminazione anche in campo personale.

Il Sindaco “nutre perplessità” in quanto il documento declina il concetto di famiglia. Si parla di famiglia tradizionale.

Qui sono costretto a citare una parte importante del documento che recita:

“La famiglia è luogo fondamentale per la buona crescita di ogni persona, ma quando questa non è in grado di integrare e valorizzare la specifica differenza del/della propri* figli*, ecco che si interviene violentemente sul percorso di crescita, e in particolare sulla capacità di fiducia e affidamento e sull’autostima del/della giovane.”

Dove si trovi un pericolo per la famiglia “tradizionale”, non riesco a comprenderlo.

Inoltre un Sindaco dovrebbe anche declinare le proprie valutazioni in base alla legislazione nazionale e alla Carta Costituzionale, nella quale non è declinata la composizione della famiglia ma solo la sua esistenza e la sua importanza fondamentale.

Parlare di “famiglia tradizionale” non solo è superato dai tempi, ma pure errato costituzionalmente…semplicemente perchè non esiste.

Citando l’art. 29 della Carta leggiamo: La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull’uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare.

Nulla dice sulla sua composizione.

Esiste una frase è molto importante nel documento: “Oltre le imposizioni sociali: molteplici modelli relazionali e familiari”.

Di qui, a pagina 25 del documento, si evince che il Sindaco prenda spunto per l’argomentazione del rifiuto del patrocinio. In quella pagina si parla di “famiglia tradizionale” o “naturale”, la quale può essere solo declinata a livello personale, se vogliamo culturale, forse religioso….ma non certo istituzionale.

Cosa farà il Sindaco d’ora in poi, si rifiuterà di unire civilmente due persone dello stesso sesso? Si rifiuterà di applicare un pronunciamento del Tribunale che indica la paternità/maternità a due omosessuali? Visto che non potrà farlo, deve, istituzionalmente aderire a questa parte del documento.

Il quale però continua e declina la sessualità responsabile e una prevenzione mirata alle conseguenze di un rapporto con il sesso represso. La repressione provoca violenza, inconsapevolezza, drammi personali.

L’altro giorno erano presenti sul territorio gli attivisti antiabortisti. Il miglior metodo per evitare l’aborto è l’educazione sessuale, che è fondamentale anche per evitare le malattie sessualmente trasmissibili che stanno dilagando nel silenzio assordante delle istituzioni.

Sicuramente un tema complesso. Sicuramente scomodo. Forse pericoloso elettoralmente.

Ma occorre essere consapevoli che chi chiede la gestione di un territorio complesso, debba essere in grado di gestirne tutti gli ambiti.

Il Presidente Rossi si è dimostrato inadeguato, e con lui i suoi alleati, i Civici non sono stati diversi.

Prendiamo esempio dal Sindaco di Tenno. Chi è in disaccordo con i relativi “Presidenti”, “Sindaci” o “Giunte”, di fronte a questi temi dirimenti, non si lamenti sui giornali, ma faccia sentire la propria voce dimettendosi. Solo così potranno uscire dall’ignavia.

Il mio “sì” al patrocinio, sarebbe stato convinto. Perché solo patrocinando l’evento si sarebbe potuta aprire quella discussione che è d’obbligo nella nostra società.

Un’occasione persa.

 

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Paolo Vergnano
MoVimento 5 Stelle Rovereto

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