A neanche ventiquattro ore dalla visita del segretario del Partito democratico Matteo Renzi in Trentino-Alto Adige per celebrare il matrimonio di interessi con Svp e autonomisti, uno dei punti fondamentali sui quali i democratici ora lavorano per allargare la coalizione di sinistra a Roma, lo Ius soli, ha fatto saltare i nervi ai freschi sposi.
In consiglio regionale il Pd è stato colpito e affondato.
Bocciata una mozione dei verdi, sottoscritta anche dai consiglieri del Pd, che impegnava il Parlamento ad approvare entro la fine della legislatura lo Ius soli nella versione a maglie larghe di Renzi.
E’ passata invece, anche con i voti della Svp una mozione opposta sostenuta in primis dall’intero centrodestra (prima firma Walter Kaswalder) che diceva che quella legge proprio non la si deve fare.
“L’avete detto a Renzi, ieri a Bolzano, che incassavate l’appoggio sui collegi elettorali, ma non eravate disposti a ricambiare il favore sullo Ius soli?” – è stato chiesto con una certa ilarità alla pattuglia della Svp, dopo lo sgambetto al Pd.
Il dibattito è stato severo. I numeri: 380 mila nuovi cittadini italiani solo negli ultimi due anni, con la legge che già abbiamo.
“Quanti ne volete ancora di più, mezzo milione, un milione all’anno?” – è stato chiesto alla sinistra.
Oltre 120 mila gli italiani che secondo i dati di “Migrantes” hanno lasciato nel 2016 l’Italia. In cambio sono arrivati 500 mila migranti. Il rischio è quello della “sostituzione etnica”.
“Giusta – ha ricordato Urzì – l’integrazione, ma la cittadinanza deve essere considerata una conquista ed un onore e non, come la ritiene la sinistra, un diritto automatico, a cui si accompagnano tutti i benefici connessi.
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Alessandro Urzì
Il centrodestra – L’Alto Adige nel cuore