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UIL – TRENTINO * SCUOLA: DI FIORE, « IL PASSO DEL GAMBERO, DOPO UN MESE DI TRATTATIVA LA PROPOSTA SOSTANZIALMENTE ACCOLTA GIOVEDÌ DALL’AMMINISTRAZIONE È STATA RIGETTATA OGGI »

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15.49 - martedì 28 luglio 2020

Il Passo del gambero. Quasi un mese di trattativa, una proposta avanzata da UIL Scuola, Gilda degli Insegnanti e Delsa, proposta sostanzialmente accolta giovedì dall’Amministrazione e completamente rigettata oggi. Cancellata in virtù di un intervento di un manipolo di “tecnici” incapaci di gestire le risorse assegnate alla propria scuola. Quindi nulla di fatto: nessuna intesa oggi e nessuna intesa nel futuro prossimo. Almeno per quello che riguarda la UIL Scuola.

Una proposta quella UIL Scuola che aveva diversi punti di pregio, probabilmente non capiti da tutti, viste le immediate petizioni: ripristinava la parte nazionale, separandola nettamente da quella provinciale; riorganizzava gli impegni trentini inserendo la calendarizzazione delle presenze; cancellava i recuperi del tempo perduto e le 40 ore provinciali inserendo, invece, due previsioni.

Un articolo poneva un’ora settimanale calendarizzata nel I Ciclo (primaria e medie) e indirizzata a sorveglianza, mensa, vigilanza pre- post- scuola; un secondo articolo assegnava due ore settimanali calendarizzate per il II Ciclo (le superiori), da indirizzare a attività frontale con la classe, a sostituzioni o a recupero delle carenze formative. Null’altro.

Tutto calendarizzato, senza necessità di rendicontazioni, senza carico orario aggiuntivo, anzi.
Ogni docente avrebbe iniziato l’anno scolastico sapendo quando deve venire a scuola e perché; avendo coscienza che il contratto trentino obbligava ad orario aggiuntivo pari ad una o due ore settimanali in più, rispetto al nazionale.
Una proposta che la Segreteria della UIL Scuola ha posto al vaglio del Consiglio Regionale e del gruppo delle RSA docenti. Piena condivisione democratica ed ampio mandato.

Ebbene, oggi, ad un passo dalla chiusura, la proposta – trattativa durata un mese è svanita. Nel giro di un fine settimana un piccolo gruppo di dirigenti scolastici, probabilmente impauriti all’idea di dover contare e organizzare tutta questa serie di risorse a disposizione della Scuola, deve essersi mossa su Assessore e Dirigente generale dell’Istruzione. Questo ci è stato fatto capire dall’APRaN.

Tanto dev’essere bastato perché oggi tutto fosse affossato. Inizialmente ripresentata, invece, una nuova bozza provinciale, con un aumento della flessibilità su orari e prestazioni e con un rinvio ad una contrattazione sugli organici, istituto per istituto.

Mentre alcune organizzazioni sindacali sembravano affascinate da una simile pista di lavoro, UIL Scuola l’ha rigettata e con forza: nessuna destrutturazione autonomistica dell’orario di lavoro.

Dopo una sospensione dei lavori chiesta dall’APRaN, ci è stata avanzata una quarta proposta (oltre le 40, 15 ore in più calendarizzate e 10 di aggiornamento). Ed a seguire una quinta: le 10 ore di aggiornamento retribuite con un bonus e 10 ore in più per supplenze.

Di Fiore: “ma allora la grande proposta Dipartimento – ANP consiste in un aumento di 10 ore di supplenza? E gli impegni sulle 500 contrattualizzazioni dei precari? E le risorse sul FUIS? E la trattativa su personale ATA – AE e docenti della Formazione professionale?” Nulla! Bocche cucite, nessun impegno.

A questo punto il tavolo si è definitivamente sospeso. Ci si rivedrà (inutilmente) dopo ferragosto. Grande assente l’Assessore all’Istruzione o meglio: la sua politica scolastica. La pochezza del disegno politico per una scuola della ripartenza si è dimostrato in tutta a sua evidenza.

UIL Scuola: “evidentemente l’azione di politica scolastica, in questo momento, non la svolge l’Assessore, ma un’organizzazione sindacale che si spaccia per associazione”.

Il risultato evidente di oggi: probabilmente non cambierà nulla, il contratto rimarrà così, agli insegnanti di fatto è stato impedito di contribuire alla ripartenza della scuola in presenza.

Chi, come noi della UIL Scuola, voleva trovare occasione per riformare in meglio il nostro orario di lavoro dopo un decennio di guasti, è rimasto intrappolato tra conservatori e rivoluzionari: gli uni e gli altri hanno come unico obiettivo quello di non cambiare mai nulla.

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