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UIL – TRENTINO * MEDIOCREDITO: ALOTTI, « NON SOLO PREOCCUPAZIONE, SERVE L’IMPEGNO ED IL COINVOLGIMENTO DELLE CATEGORIE ECONOMICHE »

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17.03 - martedì 3 settembre 2019

E tornato alla ribalta, finalmente anche con l’impegno del Presidente Fugatti a mantenere un forte radicamento e territorialità dell’Istituto bancario, il destino di Mediocredito. Non sembra più  scontato a questo punto il suo totale assorbimento da parte di CCB, affaccendata in questo momento appunto con Carige,  visto che  la politica sta pensando al mantenimento di un almeno minimo presidio azionario del capitale sociale della ”banca d’investimento” di via dei Paradisi di Trento.

Esso resta infatti l’ultimo ipotetico baluardo di credito locale, semprechè  qualche  imprenditore “coraggioso” trentino sia  disposto ad investire e rischiare qualcosa, piuttosto che restare ad assistere alla sparizione dell’ultima banca del nostro territorio.

Per esempio proprio il nuovo presidente di Confindustria o i proprietari delle poche aziende industriali multinazionali o finanziarie con base trentina (Isa, Itas…) che potrebbero finalmente assolvere anch’essi ad un ruolo finanziario attivo, oltre che prevedere l’apertura della banca all’azionariato popolare.

La Uil afferma da tempo che il business del “nuovo” Mediocredito dovrebbe essere infatti quello delle imprese, degli artigiani, delle grandi operazioni strutturali.  Con la regia e/o supporto del soggetto   pubblico, che potrebbe mantenere proprio una  presenza azionaria, non di maggioranza come oggi, non più consentita,  ma di minoranza, magari anche in pool con CCB come già avviene da anni. Sarebbe questa una funzione complementare al credito cooperativo, quello  incentrato sulle famiglie, senza  lasciare l’attuale prateria creditizia alle imprese alle banche altoatesine.

Resta essenziale che  risorse e funzioni concrete, quali proprio il credito e la finanza, rimangano sul territorio. Il venir meno di un istituto come Mediocredito T.A.A.  o il suo mero assorbimento in un gruppo nazionale, potrebbe mettere a rischio la  stessa autonomia della comunità economica, sociale e politica e delle aziende del  Trentino.

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