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UIL – SCUOLA / TRENTO * DDI – PAT: « IL DIPARTIMENTO ISTRUZIONE GETTA LA MASCHERA, NON SI VOLEVA REGOLARE LA DIDATTICA A DISTANZA, MA SDOGANARE L’IDEA DI UNA SCUOLA “SUPERMERCATO” »

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20.04 - mercoledì 2 dicembre 2020

L’arroccamento sulla DDI affossa definitivamente l’accordo. Dopo tre mesi di confronto e 8 diverse bozze di lavoro, il Dipartimento Istruzione getta la maschera: non si voleva regolare la didattica a distanza, ma sdoganare definitivamente l’idea di una scuola “supermercato”, pronta ad offrire servizi on demand.

Dopo quasi tre mesi di trattativa, si doveva regolare l’offerta didattica a distanza, nel perdurare dell’emergenza pandemiologica, ieri sera ci è stata inoltrata la proposta definitiva prendere o lasciare. Una proposta dannosa per i nostri ragazzi e per la comunità che vogliamo costruire. Una precisazione iniziale, per tentare di capire:

–  la DAD (didattica a distanza) è, per legge, da attivare obbligatoriamente a scuole chiuse: in sospensione delle attività didattiche;

–  la DDI (didattica digitale integrata) e da attivare, attraverso scelte del Collegio docenti, nelle Scuole superiori: una didattica che si integra a quella in presenza.

Di Fiore: “Dovevamo regolare contrattualmente la DAD (didattica a distanza) da attivare obbligatoriamente a scuole chiuse. Il Dirigente generale, prendendoci in giro fino all’ultimo minuto della trattativa, voleva un’altra cosa: sdoganare come obbligatoria una DDI in tutte le scuole. E per questa via trasformare la Scuola pubblica in un ente erogatore di servizi, da attivare su richiesta dell’utente connesso”.

Il testo finale proposto dall’Amministrazione provinciale dopo aver fintato aperture ed apparenti magnanime concessioni e rigettato da UIL Scuola, dimostra in tutta la sua evidenza la volontà di rendere pian piano ordinamentale una didattica digitale integrata, funzionale alla trasformazione della Scuola pubblica in Scuola privata: la conclusione di un percorso che si è voluto iniziare con la legge 107, di renziana memoria.

Dalla Comunità scolastica che costruisce, assieme, la propria offerta formativa, alla scuola on demand: ogni genitore si sceglie la proposta formativa che vuole. Cosa c’ è di più privato di questo? E quale saranno i frutti di una scuola così geneticamente mutata?
“Una proposta inutile e dannosa, che creerà incertezza e confusione, confusione voluta. Limitare la libertà d’insegnamento e l’autonomia professionale: il sogno di chi vuole sottomettere la scuola a disegni procedurali e controlli meccanici”. Ora il Dipartimento Istruzione emanerà direttive unilaterali. “Chiediamo al Dirigente Generale di prestare massima attenzione alla legge ed al contratto vigenti; non vorremmo fossero altre aule (non scolastiche) a sanzionarne i comportamenti.”

 

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Pietro Di Fiore

Segretario Uil Scuola Trentino Alto Adige

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