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UIL SCUOLA – TRENTINO *  CHIAMATA UNICA: FIORE, « FUMATA GRIGIA, QUANDO LE PRETESE FORMALI DELLE PROCEDURE PREVALGONO SUL DIRITTO SOSTANZIALE DEGLI ALUNNI E DEI DOCENTI – TORNIAMO AL BUON SENSO »

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16.08 - venerdì 25 ottobre 2019

Chiamata unica: fumata grigia. Di Fiore: “Quando le pretese formali delle procedure prevalgono sul diritto sostanziale degli alunni e dei docenti. Torniamo al buon senso. Al senso buono delle cose”.

Sistema della Chiamata unica (docenti precari): oggi in Dipartimento Istruzione il primo momento di confronto sull’applicazione della piattaforma e sui necessari interventi correttivi. Non è stato un incontro facile: quando le linee rigide prevalgono su tutto, quando le pretese delle procedure prevalgono, allora si perde il buon senso ovvero si perde il senso buono delle cose, di quello che andiamo facendo.

Nel riconoscere l’importanza degli obiettivi che si volevano e che si vogliono raggiungere in termini di trasparente meccanismo di attribuzione degli incarichi a tempo determinato (per i docenti), è impossibile non constatare, nel contempo, come l’interpretazione delle norme vigenti sia diversa rispetto agli scorsi anni. Con esiti straordinariamente contorti, se non aberranti.

Su questo aspetto l’Amministrazione Provinciale non ha assolutamente voluto ammettere come da quest’anno vi sia stata una nuova interpretazione del Regolamento (vigente peraltro dal giugno 2008): una interpretazione decisamente restrittiva e punitiva. Su questo la nostra Organizzazione sindacale ha portato, come prova inconfutabile, il confronto tra il testo della circolare dello scorso anno e quello di questa estate. Con una logica sanzionatoria, peraltro di dubbia coerenza con l’intero impianto regolamentare, si è voluto depennare tutte le persone che avevano legittimamente chiesto, in scala di priorità, posti su spezzoni orari.

Nessuna retromarcia quantomeno nel riconoscere una diversa applicazione di una medesima norma. Anzi. L’incontro di oggi è sembrato, per larga parte, volto a giustificare l’operato del Dipartimento,  rimandando la responsabilità alle Scuole, che, in passato, avrebbero applicato le norme in maniera difforme. In realtà le circolari e gli atti sono testimoni: le Segreterie e i Dirigenti scolastici non hanno alcuna responsabilità. Da quest’anno vi è stata una interpretazione restrittiva, peraltro ben poco comunicata, che obbligava le persone a scegliere il posto intero fin da subito. In caso contrario si incorreva nella cancellazione dalle graduatorie.

Gli effetti giuridici degli algoritmi sono stati quantomeno stravaganti, almeno in alcuni casi. Le scuole si sono trovate ad avere da un lato docenti inseriti nelle graduatorie che non potevano essere contrattualizzati; dall’altro persone da reclutare attraverso curriculum e valutazione di titoli.

Di Fiore: “un cambio interpretativo con riflessi pesanti sui ragazzi, sul personale docente, sulle scuole. C’è da sperare che il Dipartimento non avesse calcolato gli effetti concreti sul funzionamento del sistema scuola. Si permetta, magari come esito di una procedura conciliativa, che i docenti depennati possano essere reintegrati nelle graduatorie di appartenenza.

Detto questo. La nostra delegazione ha posto in evidenza un’altra serie di problematiche.

Il nodo della cumulabilità dei contratti o del completamento dell’orario cattedra. Oggi il sistema informatico non li ha permessi. Siamo ad un algoritmo che piega la normativa; un programma informatico che riduce i diritti delle persone: diritti sanciti e fissati dalla legge. Si modifichi la piattaforma! Gli strumenti servono per semplificare / facilitare la vita delle persone, non per complicarla. Altrimenti ci condanniamo ad essere perenni vittime di quella che il professore Giuseppe Limone ha chiamato: stupidocrazia.

Il blocco delle cattedre di sostegno. L’applicativo attribuiva contratti solo ai docenti specializzati (che sono decisamente poco numerosi), con lo straordinario risultato di lasciare cattedre vuote, alunni con bisogni educativi speciali senza insegnante.

“Vi sono cattedre rimaste vacanti per lunghi giorni, dopo l’inizio della scuola. Avevamo chiesto, come UIL Scuola, di permettere l’attribuzione già in chiamata unica  di tutti i posti disponibili; ovviamente ponendo in coda i docenti senza titoli. Non siamo stati ascoltati” – dice Terragnolo.

Il nodo dei docenti che hanno fissato una sola proposta contrattuale, nella convinzione che bastasse un’adesione per dichiararsi disponibili a tutte le cattedre della propria disciplina, del medesimo istituto.

Ora le scuole sono senza docenti, i docenti senza contratto. Si può individuare, sempre in fase conciliativa, una soluzione che contemperi i diritti delle persone con il funzionamento della nostra Scuola? UIL Scuola ritiene certamente di sì.

In buona sostanza.

La chiamata unica ha gestito importanti numeri e ha sicuramente un obiettivo di merito; e pur tuttavia molte sono state le difficoltà, non tutte dovute alla piattaforma.

Una fumata bianca per le persone che hanno costruito la piattaforma; una fumata nera per chi non ha voluto trovare soluzioni ai problemi; per chi non ha voluto trovare soluzioni che potessero contemperare il rispetto delle norme con il diritto delle persone. Speriamo si possa cambiare strada.

L’incontro di oggi è terminato, quantomeno, con la disponibilità provinciale ed apporre correttivi alla piattaforma. Nuovi appuntamenti, il 15 ed il 22 novembre: uno volto ad affinare lo strumento informatico – tecnico; il secondo ad approntare modifiche alle norme regolamentari provinciali.

Un’ultima riflessione. Un Regolamento provinciale è deliberato dalla Giunta Provinciale ed è Atto politico: appare quantomeno singolare che si discuta, ci si confronti sulle scelte politiche con dirigenti tecnici. Ma di questo sarà nostro compito interrogare Presidente ed Assessore.

 

SEGRETERIA REGIONALE UIL SCUOLA

 

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