MobyGIS vince la sfida della blue economy lanciata dall’Agenzia spaziale europea. L’impresa, insediata nel BIC di Pergine Valsugana, è stata premiata per Waterjade, un innovativo sistema di monitoraggio delle risorse idriche capace di prevedere piene e siccità.
È trentina la miglior proposta di applicazione dei dati satellitari all’innovazione imprenditoriale e sociale d’Europa del 2020. A sostenerlo, la Commissione e l’Agenzia spaziale europea che – nell’ambito dei Copernicus Masters – hanno premiato il progetto Waterjade con il primo posto nella categoria “Blue Economy”. Questo sistema è stato implementato da MobyGIS, azienda insediata nel Business Innovation Centre di Trentino Sviluppo a Pergine Valsugana, e permette di monitorare la portata dei corsi d’acqua, efficientandone l’utilizzo nell’industria idroelettrica e nelle società municipalizzate. L’applicativo può essere utilizzato anche per prevedere possibili eventi estremi, come alluvioni o siccità.
Incentivare l’uso della vastissima gamma di dati satellitari messi a disposizione dall’Agenzia spaziale europea da parte delle piccole e medie imprese dei Paesi membri per migliorare la vita quotidiana del continente. È questa l’ambiziosa sfida che nove anni fa ha dato vita ai “Copernicus Masters”, una competizione internazionale annuale patrocinata dalla Commissione europea per premiare le idee d’impresa basate sui cosiddetti EO – Earth observation data.
Per il 2020 il primo posto nella categoria “Blue Economy”, ovvero per le attività che riguardano mari, oceani e acque terrestri, è andato a MobyGIS.
L’impresa, fondata nel 2014 dall’ingegnere Matteo Dall’Amico e insediata nel Business Innovation Centre di Trentino Sviluppo a Pergine Valsugana, è stata premiata con un assegno del valore di 10 mila euro per Waterjade. Nella motivazione della giuria tecnica si legge: “Questo sistema dimostra una maniera molto convincente di utilizzare i dati forniti da Copernico per sviluppare servizi innovativi, orientati a una specifica applicazione pratica, ma anche supportati da solide basi scientifiche e tecnologiche. Può inoltre contribuire attivamente a proteggere i nostri ecosistemi dagli effetti negativi del cambiamento climatico”.
“Waterjade – spiega Matteo Dall’Amico – è un sistema di monitoraggio e previsione della portata dei corsi d’acqua con applicazioni in campo industriale e idroelettrico”. In sostanza, incrociando i dati satellitari e meteorologici, un’impresa idroelettrica può capire quanta acqua turbinerà nei giorni successivi e regolare di conseguenza la propria produzione industriale. Sfruttando la stessa tecnologia, un’azienda municipalizzata per la gestione dell’acqua, potrà sapere se nel giro di sei o sette mesi si andrà incontro alla siccità e adottare così le opportune misure correttive. E proprio all’Emasesa, la municipalizzata dell’acqua della città spagnola di Siviglia, è stata portata avanti la sperimentazione di Waterjade.
Non mancano però le applicazioni nostrane. Waterjade è infatti attualmente in uso da parte di grandi attori nel mondo idroelettrico italiano, nonché nei centri di monitoraggio dei bacini montani in Veneto e Friuli Venezia Giulia, dove viene utilizzata per prevedere quanta neve cadrà e quali rischi valanghe comporterà. E, incoraggiati dal recente riconoscimento europeo, sono al vaglio possibili usi in ambito emergenziale, per calcolare il rischio di esondazione di fiumi e torrenti.