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TRANSDOLOMITES* TRASPORTI E URBANISTICA: “SI GIOCA UNA PARTE DELLA PARTITA CHE VEDE IL PIL SUDTIROLESE IN NETTO VANTAGGIO RISPETTO AL TRENTINO”

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00.36 - domenica 11 febbraio 2018

Il percorso che ci sta portando al traguardo delle elezioni politiche del 4 marzo 2018 è stato caratterizzato da un lato dal gran mercato dei canditati e delle candidate e dall’altra dall’assenza di programmi strategici per il Trentino da inserire allo stesso tempo in un contesto nazionale ed europeo.

Alla luce di quanto si sta delineando, Transdolomites , doverosamente non schierandosi con alcun gruppo politico non può esimersi a chiamarsi fuori dalla partita ed intende farlo con una dura presa di posizione.

Il tema che ancora una volta poniamo al centro dell’attenzione per la natura del nostro gruppo è quello dei trasporti o meglio, trasporti e urbanistica, i due elementi sui quali si giocherà il futuro non solo del Trentino ma dell’Italia la stessa Unione Europea ed in particolare l’intera regione alpina.

Da questi punti di fondamentale importanza sarebbe stato auspicabile prenda avvio la definizione e la costruzione di un programma elettorale proiettato al futuro. Ed invece ancora una volta, fatte alcune meritevoli eccezioni, le squadre sono state costruite non sulla base delle esigenze delle istanze dei territori ma sui puri giochi svolti all’interno delle segreterie dei partiti.

E tutto ciò , a giochi fatti, con l’ovvio scopo di chiedere alla società civile il consenso attorno ad una proposta che è stata definita a porte chiuse. Tutto ciò dopo che per anni, si è fatto orecchie da mercanti dinanzi alle istanze , proposte, offerta di partecipazione nate da più soggetti della società civile.

Non parliamo solo a nome di Transdolomites, ma ci sentiamo in dovere di citare ad es. il Comitato Avianova che da anni ( inascoltato ai livelli provinciali ) si batte per la ferrovia delle Valsugana e per un collegamento funiviario tra Levico e l’Altopiano di Lavarone. Il nostro pensiero va anche a tutte quelle associazioni che in varie parti del Trentino si sono adoperate sul tema della mobilità, raccogliendo troppo spesso indifferenza .

Dietro queste realtà non ci sono solo singoli cittadini ma anche sindaci, Consigli Comunali , Comunità di Valle che hanno risposto coraggiosamente agli appelli costruttivi che sono giunti dai loro concittadini.

Una parte importante di comunità trentina che ora questi baldanzosi candidati e candidate si permettono nuovamente irrispettosamente di ignorare.
Tutto ciò a dimostrazione che a distanza di anni ed anni di battaglie lor signori nulla hanno compreso dei contenuti e delle opportunità insite nelle proposte avanzate dimostrando al contrario di essere una classe politica autoreferenziale arrogante, sorda e incapace di leggere le sfide che attenderanno il Trentino nei prossimi decenni. Tutto ciò non è nel interesse delle associazioni, bensì nell’interesse del Trentino.

Le prossime elezioni nazionali hanno dunque una forte interdipendenza con i bisogni del Trentino e delle Alpi proprio affrontando la futura pianificazione dei trasporti.
La sfida che abbiamo dinanzi , come più volte emerso in tanti dibattiti è tra la Valdastico, ossia la vecchia politica legata alla gomma e la vera alternativa per mobilità del futuro; il trasporto pubblico e ferrovia.

E’ quanto mai urgente dare un corretta interpretazione al senso della parola sostenibilità . Sostenibilità che la politica non interpreta sulla base dei requisiti che effettivamente vanno a giustificare la realizzazione di un’opera ( e da questo punto di vista la Valdastico non ha per niente i numeri lo hanno dimostrato da tempo) ma sulla base del numero di residenti-elettori che possono rappresentare un interessante bacino d’utenza volto a generare un consenso politico a cui va sommato l’importante ruolo dei portatori d’interesse.

La vera insostenibilità ricade sul cittadino, chiamato come sempre a pagare i disastri derivati da decenni di scelte errate nel settore dei trasporti. Questo in barba ai puntuali richiami della Corte dei Conti , dell’Unione Europea. Ma soprattutto in barba alla ormai cronica emergenza per inquinamento nelle città, nelle vallate alpine, alle decine di migliaia di morti , feriti, invalidi , infermi che la nostra società paga come se ciò fosse il giusto tributo da versare al progresso.

L’accusa che in questa fase intendiamo sollevare è non solo la mancanza di un vero programma dei trasporti nelle liste dei gruppi politici ma anche l’assenza della consapevolezza della sfida che attende il Trentino a seguito della realizzazione del tunnel ferroviario del Brennero e della necessità di connettere anche le valli laterali al ferrovia del Brennero. Qui si vince la sfida per una nuova offerta di turismo che significa lavoro, maggiore redditività per le aziende, una occupazione della forza lavoro spalmato sull’annualità e non su qualche mese all’anno di stagione!!!!!!! Significa assicurare il presidio della montagna evitandone lo spopolamento.

Una doppia responsabilità che in realtà si tramuta in doppia irresponsabilità perché il Trentino assieme al Sudtirolo potrebbe ambire a diventare un esempio nazionale ed europeo se la svolta dei trasporti andasse nella direzione del trasporto su ferro. Diverrebbe una seconda Svizzera!!!!!!!

Questi sono i punti forti che una saggia politica provinciale dovrebbe farsi carico di portare a Roma e in quella sede far valere. Perché è poi attraverso Roma che si accede a Bruxelles per accedere gli importanti finanziamenti sulle infrastrutture.

L’obiettivo da centrare è far sì che anche le periferie del Trentino acquistino una rinnovata centralità. Ed è cosi che si dovrebbe onorare il fatto di essere partner di Euregio e di Eusalp: tassativo per essere partner attivi di dette realtà è essere pronti con i progetti per il periodo 2021- 2027 per accedere ai finanziamenti del Fondo Europeo per lo Sviluppo regionale.

Come citato da Annibale Salsa in un recente intervento pubblico, alla fine del 2017 il Consiglio Federale Elvetico ha proposto di investire 11,5 miliardi di Franchi Svizzeri per l’ampliamento , entro il 2035, della dotazione ferroviaria sia in termini di infrastruttura che di materiale rotabile.

In occasione del convegno di Transdolomites svoltosi a Trento il 27 novembre 2017 , Andrea Molocchi referente del Ministero dell’Ambiente ha riferito che sulle leggi ordinarie in Italia sono disponibili 40 miliardi di euro per la mobilità sostenibile e le infrastrutture.

Un esempio dell’ultima ora arriva dal Sudtirolo ove è stato appena approvato il piano triennale della mobilità da 172 milioni di Euro; infrastrutture ferroviarie, nuovi treni, nuove stazioni, nuovi centri di mobilità, innovazione tecnologica per gli impianti a fune in mano all’ente pubblico, la partecipazione al concorso europeo Horizon 2020 per il sostegno all’uso di bus a zero emissioni.

Dunque il problema non sono i soldi, che ci sono e certamente sono anche troppi. La differenza la fa solo la volontà politica , ma la volontà politica può essere produttiva al Parlamento a Roma se essa ha alla base una cultura della mobilità.

Perché dunque si verifichino certe condizioni di produttività , alla base di questo percorso la grande battaglia che dovremo affrontare che non è né economica , né progettuale.

Si tratta della battaglia contro l’ignoranza , quella ignoranza sulla mobilità pubblica e sulla ferrovia che come un sigillo accompagna i nostri decisori politici e buona parte della classe dirigente pubblica che in Italia si occupa di programmazione dei trasporti. Ecco spiegato il perché l’Italia, dalla grande tradizione e competenza ferroviaria è crollata agli ultimi posti nell’Ue.

Dunque la sfida che ci aspetta agli appuntamenti elettorali non è la riconferma di una rappresentanza politica fuori dai giochi della storia ma avere il coraggio investire in un radicale ricambio a 360 gradi.

Gli estremismi sono segno di ignoranza , di degrado e di malessere. I sussidi non sono la soluzione alla necessità di creare occupazione stabile. Il lavoro si crea con gli investimenti volti a dotare i territori di strumenti per lavorare e la ferrovia da questo punto di vista è la condizione essenziale.

Qui si gioca una parte della partita che vede il Pil sudtirolese in netto vantaggio rispetto al Trentino.

L’appuntamento più prossimo alla scadenza sono le elezioni nazionali, ma si tenga ben presente che in dirittura di arrivo ci saranno le elezioni provinciali e che il tempo delle promosse è scaduto. Non mancheremo di farne mente locale.
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Massimo Girardi
Presidente di Transdolomites

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