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TRANSDOLOMITES * SERVIZIO FERROVIARIO: GIRARDI, « RIMARRÀ UN PERCORSO INCOMPIUTO SE NON VERRÀ SVILUPPATO ANCHE IN DIREZIONE DEI TERRITORI PERIFERICI »

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17.56 - martedì 24 dicembre 2019

La sfida che il mondo del trasporto pubblico deve cogliere è sulla qualità del servizio e del viaggio.

L’attenzione che il Presidente delle Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha riposto nell’avviare un percorso progettuale ferroviario in direzione del Lago di Garda come tassello del corridoio Helsinki-La Valletta è condivisibile.

Come da tempo sostenuto da Transdolomites lungo questo corridoio in àmbito regionale questo approccio va identificato e sostenuto in modo inclusivo e non esclusivo ponendo attenzione anche nei confronti dei territori che sorgono a lato del corridoio della ferrovia del Brennero e degli sviluppi che si attendono nei tempi successivi all’entrata in esercizio del tunnel ferroviario di base del Brennero.

Se l’attenzione ricade solo in direzione del Garda escludendo il resto del Trentino ci troveremo dinnanzi ad una discriminazione di una parte di esso andando a creare un Trentino di serie A ed uno di serie B.

Se invece, come auspichiamo, siamo dinnanzi ad una scaletta temporale che intende impostare un percorso a lotti fatto di vari obiettivi territoriali che guardano magari prima al Garda e in successione anche al resto dei territori non connessi alla ferrovia del Brennero, allora possiamo dire che ci troveremo dinnanzi ad una impostazione corretta e con una visione a 360 gradi.

In questo metodo suggeriamo sia individuato il futuro Programma di Sviluppo Provinciale.

Con l’attivazione del nuovo servizio Alta Velocità tra Bolzano-Trento-Milano, cosi come la parallela attivazione del servizio ferroviario tra Bolzano e Vienna, emerge con sempre maggiore evidenza la consapevolezza che proprio investendo in questa direzione si creano le condizioni per una sempre maggiore connessione e raggiungibilità del Trentino e Sudtirolo investendo nella “ cura del ferro” in ambito di Euregio.

La continua crescita dell’uso del treno non è il risultato di un ritrovato romanticismo dei cittadini nei confronti del treno. Questo fenomeno nasce dal fatto che è la buona offerta di servizio che alimenta la domanda di mobilità pubblica.

Tutto ciò però rimarrà un percorso incompiuto se il servizio ferroviario attraverso le nuove infrastrutture non verrà sviluppato anche in direzione dei territori periferici.

Qui si gioca il futuro delle periferie e del territorio intero; 1) Connessione 2) raggiungibilità 3) qualità del viaggio.

Spostando la nostra attenzione verso le valli dell’Avisio ove per Fiemme e Fassa ove si caldeggia l’opzione metrobus per una mera questione di contenimento dei costi di realizzazione, nessune dei tre punti citati verrebbe soddisfatto. Strategica poi è la questione della qualità del viaggio perché è su questo fattore che si fonda la scelta del mezzo con cui spostarsi.

Insomma quel feeling fondamentale che alla fine determina il successo sul mezzo che in alternativa all’auto privata verrà utilizzato per viaggiare.

Il Metrobus, alias BRT o alias semplicemente autosnodato, da questo punto di vista è una mera “ pubblicità ingannevole”.

Basta dare un’occhiata alle immagini allegate (interni BRT e interni treno Flirt ) per comprendere che con la realizzazione del BRT e delle decine di milioni di Euro che verrebbero spesi, alla fine Fiemme e Fassa verrebbero ad avere ciò che già hanno.

Dei pullman nuovi, per un servizio che ha le caratteristiche della mobilità urbana e non extraurbana e con una godibilità degli spazi interni limitata e penalizzante per molti di coloro che hanno delle difficoltà motorie e che già oggi sono esclusi dall’uso del mezzo pubblico per le barriere architettoniche che incontra sia per accedere al mezzo che per spostarsi al suo interno.

Da questo punto di vista, il treno non ha concorrenti. Ed è lì che ci si gioca il vero salto di qualità sul fronte della qualità del viaggio, breve o lungo che sia.

Garantendo un modello di mobilità per tutti il treno rappresenta il vero salto di qualità della mobilità inclusiva e non esclusiva. Questo è un investimento in civiltà e in politica sociale .

La frenesia del progetto BRT in vista delle Olimpiadi 2026 senza guardare un po’ più in avanti del proprio naso, non ha alcun senso.

Se l’obiettivo della scelta BRT è finalizzato al spazio temporale delle Olimpiadi senza porsi con lungimiranza l’analisi del concetto di raggiungibilità e di connessione delle valli dell’Avisio con il resto del mondo, allora il BRT è doppiamente inutile.

Non serve spendere 30-50 milioni di Euro per gestire un evento sportivo pur importante come l’evento sportivo del 2026.

Per gestire qualche settimana di gare basta semplicemente utilizzare al meglio quello che già si ha; le strade e i mezzi pubblici su gomma.

Investendo sull’acquisto di una nuova flotta di autobus e magari realizzando un distributore di metano per autotrazione si avrebbe a disposizione l’essenziale per il tempo necessario.

Chiudendo le strade nelle fasce di orario delle gare, rafforzando il servizio di mobilità pubblica per residenti, tifosi e turisti si riuscirebbe e gestire gli spostamenti per i tempi degli eventi.

A termine manifestazione, i nuovi pullman potrebbero restare in servizio in Fassa e Fiemme ed a questo modo i residenti potrebbero godere di una flotta rinnovata di mezzi pubblici mentre il distributore di metano diventerebbe un punto di rifornimento essenziale per residenti, turisti e alimentazione di una flotta di mezzi pubblici a basse emissioni.

Il senso di ferrovia non è perciò quello di gestire l’ordinaria amministrazione della mobilità interna, ma di creare una vera rivoluzione dei trasporti interna alle valli e mirata a dotare queste ultime di vero corridoio di valenza nazionale ed internazionale per realizzare una vera alternativa all’uso dell’auto dalla località di partenza alla destinazione finale.

Così come alle valli non servirebbe una ferrovia per restare quelle che sono e nemmeno ai cittadini serve una classe politica che amministri la quotidianità ma priva del coraggio di guardare oltre la punta del proprio naso.

 

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Massimo Girardi
Presidente di Transdolomites

 

 

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