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TRANSDOLOMITES * OLIMPIADI 2026: PRESIDENTE GIRARDI, « PERSA UNA GRANDE OCCASIONE PER FAVORIRE LO SVILUPPO DELLE VALLI DOLOMITICHE »

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18.03 - venerdì 6 novembre 2020

Con l’inaugurazione ufficiale della nuova fermata ferroviaria Versciaco-Elmo nel comune di San Candido il 14 dicembre 2014, la Val Pusteria si è dotata di un secondo collegamento diretto tra la ferrovia e il comprensorio sciistico.

La nuova fermata ferroviaria Versciaco e il vicino impianto di risalita alla stazione a valle Monte Elmo (Dolomiti di Sesto) sono raggiungibili con treni FLIRT a piano ribassato ogni ora, nei mesi invernali anche ogni mezz’ora.

L’intervento realizzato a Versciaco segue quello che nel dicembre 2010 ha riguardato la stazione ferroviaria Perca-Plan de Corones. Esso è stata la risposta alla necessità di aprire nuove vie nella mobilità del tempo libero. Con il motto “Dal treno alla pista da sci”, in Val Pusteria si è inteso offrire la possibilità di accedere al comprensorio sciistico Plan de Corones direttamente dalla banchina ferroviaria.

Grazie al collegamento offerto dallo Ski Pustertal Express, le due aree sciistiche di Plan de Corones e Dolomiti di Sesto si sono “avvicinate”. Lo spostamento tra le due località può avvenire nell’arco di 40 minuti permettendo l’accessibilità a 200 km di piste senza l’utilizzo dell’auto. Questo significa la possibilità per chi scia di scegliere ad esempio come prima destinazione mattutina Plan de Corones per poi optare nel pomeriggio per Versciaco-Molte Elmo. Un’opportunità che ha permesso alla Val Pusteria di porsi in una posizione di privilegio nell’arco alpino grazie a questo sistema intermodale.

Nei prossimi anni altri impianti di risalita con partenza dal fondovalle saranno adeguati con la realizzazione dell’interscambio tra ferrovia e impianti a fune: anche gli impianti austriaci di Sillian saranno collegati sci ai piedi con il Monte Elmo oltre che con la già presente fermata del treno; pure per Maranza (bassa Pusteria) è possibile migliorare l’accesso alle piste dalla stazione ferroviaria di Rio di Pusteria, e non va dimenticato il progetto in discussione a Bressanone di funivia dalla stazione alla Plose.

Poi c’è il domani.

Per consentire un collegamento ferroviario diretto e più vantaggioso Val Pusteria – Bressanone – Bolzano e in vista della nuova stazione di snodo di Bressanone a seguito della costruzione della galleria di base del Brennero, la costruzione della Variante Val di Riga è uno dei progetti prioritari nel settore ferroviario altoatesino. Sono previsti un nuovo tracciato su una lunghezza di 3,8 km tra Rio di Pusteria e Bressanone, nuove fermate a Varna e Sciaves e un adeguamento del PRG (piano regolatore generale) nella stazione ferroviaria di Bressanone. Realizzazione prevista entro il 2024.

Questo intervento permetterà di ridurre di 15 il viaggio tra San Candido e Bolzano.

Ma andiamo oltre con il ragionamento.

Nel 2028 è prevista l’entrata in esercizio della galleria di base del Brennero per i treni alta velocità.

Ciò significherà che da Monaco di Baviera si potranno raggiungere le Dolomiti in due ore e mezza di viaggio.

Un scenario di viaggio che potremmo ipotizzare è che da Monaco si potrà arrivare a Bressanone, scendere e fare cambio treno per raggiungere più velocemente la Val Pusteria grazie alla variante di Riga e avere a portata di sci o di escursioni le località in quota della valle grazie all’offerta di intermodalità d’avanguardia grazie al gioco di squadra tra ferro e fune. Raggiungile da Nord-da Sud e da Est grazie al collegamento ferroviario con l’Austria , la Val Pusteria si porrà in una condizione di forte vantaggio rispetto ad altri comprensori serviti da impianti a fune presenti nel resto delle Dolomiti ma non serviti da ferrovia. Anche la Val Badia trarrà vantaggio dalla ferrovia pusterese.

Transdolomites è ovviamente favorevole alla realizzazione della Variante di Riga così come tutto quanto si sta facendo per favorire l’intermodalità tra ferrovia e impianti a fune.

E’ lo stesso modello di mobilità che abbiamo modo di leggere nell’idea di progetto per la ferrovia dell’Avisio nelle valli di Fiemme e Fassa ove con questa soluzione puntiamo a raggiungere quasi tutti i paesi e creare l’interscambio con gli impianti di risalita che hanno i punti d’imbarco sul fondovalle. Il tutto collegato alla città di Trento ed alla ferrovia del Brennero passando per la Valle di Cembra.

Vogliamo allora lanciare una “ provocazione”:

La realizzazione della Variante di Riga rappresenta “ una minaccia “ per i comprensori sciistici di Fiemme e Fassa non serviti da ferrovia. Essi saranno progressivamente fuori mercato perché, ad opere ferroviarie realizzate, la Pusteria e la Badia diverranno mete preferite per gli sciatori provenienti dal Brennero grazie alla rapidità del viaggio in treno.

Certo, per mantenersi competitivi bisogna investire, ma l’immobilismo non è la soluzione perchè alla lunga comporterà un costo maggiore. Siamo convinti che gli imprenditori di Fassa e Fiemme l’abbiano capito e si rendono conto che è arrivato il momento di agire.

Dinnanzi alla necessità di riflettere su questi scenari sui quali si gioca il futuro turistico delle valli dell’Avisio, l’appuntamento delle Olimpiadi doveva rappresentare non solo l’evento sportivo, ma anche il trampolino di lancio per la proiettare all’attenzione del mondo i veri progetti strategici.

Nella prospettiva olimpica e post olimpica i 120 milioni di Euro destinati dallo Stato al Trentino per le infrastrutture di trasporto e destinati al BRT, ad opere stradali ed all’acquisto di treni per la linea della Valsugana (mentre i 62 investiti dalla Provincia serviranno ad ammodernare gli impianti sportivi) non solo sono briciole rispetto alla portata strategica dell’evento, ma l’ennesima dimostrazione del disinteresse della classe politica trentina nei riguardi dello sviluppo delle sue valli dolomitiche.

Se dunque c’è chi grida ai quattro venti che un miliardo e mezzo per la ferrovia Trento-Penia è una cifra non alla portata, il vero costo non è questo. Con il tempo ci si accorgerà che il vero prezzo che le valli pagheranno sarà il costo di non avere la ferrovia.

 

 

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Massimo Girardi

Presidente di Transdolomites

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