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TRANSDOLOMITES * DOLOMITTRANSIT: PRESIDENTE GIRARDI, « SÌ AL PEDAGGIO PER MERCI E VEICOLI DI TURISTI CHE ENTRANO NELLE VALLI CEMBRA – FIEMME – FASSA, FONDI DA ACCANTONARE PER LA FERROVIA AVISIO »

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05.49 - lunedì 2 novembre 2020

DolomitTransit, la vignette per dare forza ai progetti ferroviari per la rivoluzione della mobilità nelle Dolomiti. Dobbiamo muoverci prima che la tempesta ( covid 19 ) sia finita e dobbiamo farlo da subito.

Lo hanno capito ad es nell’Unione Europea l’Austria che ha deciso di investire quasi 18 miliardi di Euro da qui al 2026 per le ferrovie del futuro. La Polonia per lo stesso arco temporale prevede di investire 22 miliardi, la Germania sta per varare anch’essa un importante piano di investimenti sul ferro. Per non parlare della Svizzera dove Il Parlamento ha ritenuto indispensabili importanti investimenti nella rete ferroviaria autorizzando lo stanziamento di 12,89 miliardi di franchi da destinare all’ampliamento entro il 2035 la sua già vasta rete ferroviaria .Questo malgrado i grandi investimenti realizzati negli anni precedenti.
Lo hanno compreso anche in Italia varie regioni, in particolare del Sud sono convinte che il loro futuro si giochi sulla cura del ferro per dare vigore al rilancio del turismo e come opportunità per la mobilità dei residenti. La loro lista della spesa è di svariati miliardi di Euro che saranno composti da finanziamenti governativi e i fondi europei.

Chi ancora fatica a comprendere questa rivoluzionaria fase storica pare essere il nord Italia. Il Trentino non fa eccezione.

Per ben comprendere il grande rilancio del ruolo della ferrovia non solo è cosa buona saper guardare oltre i confini di casa nostra ma avere nella mente dei concetti fondamentali; visione, programmazione, progettazione e costruzione.

Anche qui la Svizzera ci indica la via maestra grazie all’esperienza di AlpTransit (fonte: link)

Con la realizzazione della Nuova ferrovia transalpina (NFTA) la Svizzera proietta la mobilità in una nuova dimensione e un futuro di grande trasformazione. Il più grande progetto nel settore dei trasporti degli ultimi decenni rafforza la posizione della Svizzera in Europa e collega il nord e il sud del continente attraverso le nuove gallerie del Lötschberg, del San Gottardo e del Ceneri e le linee di raccordo ampliate. L’idea visionaria di una Nuova ferrovia transalpina era stata lanciata già intorno al 1950. Iniziati nel 1999, dopo un lungo processo di pianificazione e vari contrasti tra regioni del Paese e gruppi politici, i lavori di costruzione sono stati portati avanti con determinazione. La Nuova ferrovia transalpina è un capitolo di storia svizzera ed europea.

La pianificazione della Nuova ferrovia transalpina non è meno importante della sua costruzione. Il primo progetto per una galleria di base del San Gottardo risale al 1961. Da allora, sono stati pianificati tracciati, varianti di gallerie, raccordi, nuove opere, capacità per merci e passeggeri, e il piano di finanziamento è stato ripetutamente rivisto.

Da alcuni anni a questa parte, nella visione di AlpTransit si è inserita la riflessione e la proposta di Transdolomites che va a interessare le Alpi Centrali e le Dolomiti, con l’idea di coinvolgere in questo percorso Svizzera, Austria, Germani e Italia. Un programma di opere ferroviarie di nuova realizzazione con un preventivo di spesa di circa dieci miliardi di Euro.

La nostra proposta è fortemente interdipendente con il progetto di AlpTransit in quanto mentre i corridoi dell’alta velocità creano in collegamenti tra nord e sud Europa attraversando la Svizzera, la nostra proposta punta al completamento dell’offerta di mobilità regionale trasversale alle Alpi da Ovest verso Est che così andrà a collegare tra di loro in corridoi dell’alta velocità.

In questo modo si va a completare l’offerta di mobilità all’interno delle Alpi tenendo presente che sono proprio gli spostamenti interni a rappresentare la maggiore quota di mobilità e spesso essi avvengono con mezzo privato.

In questo scenario aggiungiamo anche la galleria di base del Brennero altro corridoio ferroviario strategico per la nostra regione, Euregio ed il Nord e Sud Europa. Anche in questo caso è deficitaria l’offerta di collegamenti trasversali alpino – dolomitici che alimentino il bacino della ferrovia del Brennero.

Tutto ciò spiega il perché da anni Transdolomites spinge affinchè si investa sul potenziamento dell’alta capacità della ferrovia della Valsugana, quella del Garda, il prolungamento della Trento-Mezzana verso la Valtellina e la Trento-Penia e perché no anche una riflessione sulla Ferrovia della Valdastico per collegare Vicenza con Rovereto e a seguire ancora il Garda . Questo per quanto riguarda il Trentino.

Per il Sudtirolo il nostro sostegno va alla necessità di prolungare la Merano Malles verso l’Engadina o Austria con l’opzione del tunnel sotto lo Stelvio e la Bolzano-Cortina via Val Gardena e Badia.

Ma AlpTransit non è solo un progetto di grandi infrastrutture. E’ stato anche un metodo nel cofinanziare i progetti svizzeri attraverso l’aumento dell’IVA ,le accisse sui carburanti, i pedaggi per il transito delle merci.

Per quanto riguarda l’aera dolomitica, viviamo ancora nel tempo delle visioni. L’auspicio è che non si perda tempo per entrare in quello della programmazione. Una cosa che potremmo fare proprio per inoltraci nel sentiero della programmazione è quello di prendere esempio dal sistema di cofinanziamento del progetto e dell’opera ( AlpTransit) per trasferirlo nelle Dolomiti. La nostra proposta allora è quello di DolomitTransit, un pedaggio per le merci ( in realtà poche) e dei veicoli dei turisti ( la quota maggiore) che entri in vigore nel momento in cui si entra nelle valli di Cembra, Fiemme e Fassa il cui scopo sia quello avviare un accantonamento finanziario a favore della Ferrovia dell’Avisio.

Siamo sempre stati dell’idea che il traffico delle Dolomiti non vada affrontato limitando lo sguardo ai soli passi dolomitici. Il flusso maggiore di traffico si sviluppa nei fondovalle ed è lì che bisogna intervenire.

Il ragionamento di fondo è che con una simile vignette si usi un fenomeno negativo quale è il traffico per investire in favore di una forma di mobilità alternativa all’auto privata.

Non la vediamo come una ulteriore gabella né crediamo che una simile azione susciti la reazione negativa dei villeggianti se ben spiegata.

A conti fatti essa diventa uno strumento che nel tempo potrà offrire proprio agli ospiti di queste valli un modo di vivere la vacanza in un modo del tutto nuovo per questa area delle Dolomiti, quello che sempre più il turista andrà ad ambire ossia la possibilità di vivere le sue ferie senza auto. Qui si gioca il futuro del turismo e questo non lo dice solo Transdolomites

Cordialmente.

Massimo Girardi

Presidente Associazione Transdolomites

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