In occasione del dibattito parlamentare sulla riforma del catasto, che ha visto il centrodestra schierato a difesa dello status quo, anche a rischio di mettere in discussione la tenuta del governo nel pieno della guerra ai confini d’Europa, il “Sole-24Ore” (8 marzo scorso) ha richiamato i contenuti di un recente studio dell’Agenzia delle Entrate, dal quale emerge, tra l’altro, che la nostra Regione è quella che presenta la differenza più elevata tra il valore stimato di mercato e il valore catastale: il primo è mediamente 3,22 volte il secondo per le abitazioni principali e 3,33 per le altre abitazioni. Il dato medio nazionale è 1,98 per le prime case e 2,04 per le altre (dati 2019).
Stamani in Consiglio provinciale ho dunque interrogato la Giunta per conoscere il suo giudizio su questa anomala situazione, gravemente lesiva del principio di equità fiscale, nonché della credibilità amministrativa del nostro sistema autonomistico, e per sapere se e come intenda porvi rimedio.
Nel rispondermi, dopo aver giustamente precisato che, al momento, la Provincia non ha competenza nella fissazione dei valori catastali, il vicepresidente Mario Tonina ha riconosciuto che l’attuale metodo di calcolo dei valori catastali, basato sul numero dei vani anziché sulla superficie, “è di per sé iniquo” e che “la complessa revisione degli estimi, più volte annunciata e mai portata a termine, permetterebbe un riequilibrio riguardante il valore di ogni immobile”.
L’assessore ha anche ribadito la storica richiesta di una norma di attuazione che consenta alla Provincia di effettuare in modo autonomo la revisione degli estimi. Bene, molto bene. Purché non sia un gioco delle parti, nel quale la Giunta provinciale di centrodestra si esprime a Trento a favore della riforma, mentre i parlamentari di centrodestra, a Roma, fanno di tutto, minacciando perfino la sfiducia al Governo Draghi, per impedirne l’approvazione.
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Giorgio Tonini
Consigliere provinciale Trento – Pd
