“L’introduzione del referendum propositivo pone in discussione il confine fra democrazia diretta e democrazia rappresentativa e, per come è la proposta di Degge costituzionale al nostro esame, lo fa in modo conflittuale, oltre e non entro i vincoli costituzionali nei quali può essere esercitata la sovranità popolare. Giudichiamo tale proposta a rischio ed abbiamo espresso oggi in aula alla Camera voto contrario”.
È quanto dichiarano i deputati della Svp Renate Gebhard, Manfred Schullian , Albert Plangger e la deputata del Patt Emanuela Rossini.
“Con la proposta di Legge costituzionale si modifica l’articolo 71 della Costituzione prevedendo che qualora una proposta di legge sia presentata da almeno cinquecentomila e non sia approvata dalle Camere entro diciotto mesi dalla presentazione, sia possibile promuovere un referendum per deliberarne l’approvazione con un quorum necessario pari al 25% di votanti fra i cittadini aventi diritto al voto. La Corte Costituzionale deve pronunciarsi in ordine alla costituzionalità e dunque all’ammissibilità del referendum purché siano state raccolte almeno duecentomila firme sulle cinquecentomila previste”.
“Le nostre proposte –affermano i deputati della Svp e del Patt- erano e sono orientate ad evitare un uso indiscriminato del referendum propositivo, a reintrodurre i vincoli europei e internazionali tra i limiti di ammissibilità del referendum, così come a introdurre un parametro di valutazione di ammissibilita’ delle proposte referendarie consistente nel rispetto delle competenze legislative delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano.
“Il ricorso a istituti di democrazia diretta non può contrapporsi alle prerogative del Parlamento in ordine al potere legislativo. La democrazia rappresentativa –concludono i deputati delle Minoranze Linguistiche-è a tutela dei diritti di tutti.Il nostro auspicio è che nell’ulteriore iter parlamentare –concludono i deputati della Svp e del Patt- possano essere introdotte significative modifiche migliorative”