(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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SMI saluta l’arrivo del nuovo Direttore Generale dell’Assessorato alla salute, dr.Antonio D’Urso, che ieri pomeriggio ha presenziato alla riunione della delegazione trattante della medicina generale, convocata per la prosecuzione delle trattative sul nuovo accordo collettivo provinciale della medicina generale per il triennio 2019-2021, presso l’Assessorato alla salute di Trento.
La riunione ci ha dato la possibilità di ribadire anche a lui, da parte Smi, che per trattare la materia del Pnrr, Case di Comunità comprese, ci vuole comunità di intenti tra tutte le componenti sedute al tavolo di trattative, ovvero la parte sindacale, il datore di lavoro e la parte pubblica.
Abbiamo concordato con il dott.D’Urso che va, innanzitutto, attualizzato il contratto già firmato in giugno 2024 dal suo predecessore; va elencato quanto si andrà a discutere per il nuovo triennio 2019-2021; e sarà necessario un articolato, richiesto espressamente da Smi, che non comprenda solo i capisaldi, legati al Pnrr, della Provincia, riportati in nove striminziti capitolini di difficile lettura a tutt’oggi e senza la parte economica di aumenti per le singole voci, ma che espliciti ogni sfaccettatura richiesta dalla base sindacale.
Possibilmente espliciti cosa intende il Direttore generale con il termine “cultura organizzativa della medicina generale”, “obiettivi di AFT” e “attrattività”che a noi non danno ad oggi la percezione di qualche cosa di pratico e praticabile in questa Provincia.
Noi, come Smi, riteniamo che si debba intervenire nell’immediato, innovando la nostra attività con la telemedicina anche, ma non solo, a supporto delle certificazioni INPS; e con la presenza, sul territorio, non essendoci ancora le Case di Comunità ma neppure le vie delle AFT, dei giovani che stanno uscendo dalla Scuola di Formazione.
Che non si intervenga, invece, come nel caso del Progetto codici bianchi, firmando la parte datoriale un accordo aziendale, un mese fa, e facendolo subito dopo abortire dalla Provincia, a favore di un ulteriore tavolo non istituzionale per la medicina generale, a cui siede l’Ordine medico e quello degli infermieri.
Se il messaggio di Tonina è questo, offendendo il nostro settore, a breve i nostri medici saranno tentati da dimettersi in numero importante per fare i gettonisti a 90 euro all’ora, negli ospedali, piuttosto che i ” dipendenti” assunti nelle Case di Comunità.
Obbligati, si è ventilato ieri sera, addirittura a pagare gli affitti. Da qui alla fine del 2025 sono attesi almeno 40 medici di medicina generale che si dimetteranno in Trentino. E almeno ottantamila trentini non avranno un medico di famiglia stabilmente nel proprio territorio di prossimità.
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Dr.Nicola Paoli
Segretario SMI Trentino