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SKY CINEMA * ” GLI ANNI PIÙ BELLI “: « IL FILM RACCONTA I SUCCESSI ED I FALLIMENTI DI QUATTRO ADOLESCENTI CHE DIVENTANO UOMINI, LUNEDÌ 7 SETTEMBRE »

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10.49 - domenica 6 settembre 2020

Le speranze, le delusioni, i successi e i fallimenti di quattro amici in una grande storia di amicizia e d’amore attraverso cui si raccontano anche l’Italia e gli italiani.

Lunedì 7 settembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno. Disponibile anche on demand su Sky e in streaming su NOW TV.

«”Gli anni più belli” racconta quarant’anni di vita di quattro adolescenti che diventano uomini. Racconta le loro speranze, le loro delusioni, i loro successi e i loro fallimenti specchio dell’Italia e anche degli italiani dagli anni ’80 ad oggi. Il film è un grande affresco che racconta chi siamo, da dove veniamo e anche dove andranno e chi saranno i nostri figli. È il grande cerchio della vita che si ripete con le stesse dinamiche nonostante sullo sfondo scorrano anni ed epoche differenti», queste le parole di Gabriele Muccino per descrivere il suo ultimo film, “Gli anni più belli”, che arriva in prima tv su Sky Cinema. Andrà in onda lunedì 7 settembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno, disponibile anche on demand su Sky e in streaming su NOW TV.

Prodotto da Lotus Production con Rai Cinema, in associazione con 3 Marys Entertainment S.r.l., il film è scritto da Gabriele Muccino e Paolo Costella e le musiche originali sono di Nicola Piovani. I protagonisti della pellicola sono quattro amici – Giulio (Pierfrancesco Favino), Gemma (Micaela Ramazzotti), Paolo (Kim Rossi Stuart), Riccardo (Claudio Santamaria) – in una storia che descrive le loro vite nell’arco di quarant’anni, dal 1980 ad oggi, dall’adolescenza all’età adulta

«Giulio, Paolo, Riccardo e Gemma – continua ancora Muccino – sono nati alla fine degli anni ’60, sotto l’ombra delle grandi ideologie che hanno accompagnato la crescita e i mutamenti del Paese dalla ricostruzione del dopoguerra al tempo delle rivoluzioni studentesche del ’68; la loro è una generazione percepita come nata troppo tardi, troppo tardi per cambiare il mondo, cresciuta col complesso di non essere abbastanza reattiva, abbastanza colta, abbastanza rivoluzionaria.

Una generazione che si è arresa sentendosi inferiore ai fratelli maggiori e ai suoi padri. È stata una generazione sostanzialmente passiva e transitoria. Le relazioni umane però non hanno tempo e all’interno della cornice della grande Storia, la “piccola storia” dei protagonisti narra di una grande amicizia, di un grande amore e di tutte le sue declinazioni: il tradimento, la delusione, la corruzione dei sogni, lo smarrimento delle certezze dell’adolescenza e della realizzazione di ciò che siamo realmente stati, una volta entrati nell’età più adulta».

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