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SINDACATO FENALT – NUOVA FEDERAZIONE AUTONOMA LAVORATORI TRENTINO * ” SOLI NELLA BATTAGLIA PER LA SICUREZZA, LA PROVINCIA E L’AZIENDA SANITARIA ASSENTI INGIUSTIFICATI “

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15.42 - mercoledì 25 luglio 2018

La protesta dei tecnici Uopsal (Apss). I tecnici reclamano maggior attenzione per le criticità organizzative che ne complicano l’attività.

Alla luce dei recenti infortuni sul lavoro i tecnici Uopsal credono opportuno proporre alcune riflessioni.

Da un lato si ritiene che sia preciso dovere del personale Uopsal quello di impegnarsi al massimo per la tutela della sicurezza dei lavoratori e per operare affinché con misure di prevenzione si evitino eventi funesti e si tutelino le parti offese. Dall’altro si ritiene necessario denunciare tramite il sindacato come il sistema organizzativo vada corretto.

Lo si è dichiarato recentemente con la questione relativa alla reperibilità che è proprio quell’istituto atto a garantire l’intervento ispettivo nell’immediatezza degli eventi. Un lavoro meticoloso, difficile e pieno di insidie che deve essere fatto con efficienza, efficacia e celerità.

Il ruolo degli ispettori, come garanti istituzionali della tutela della sicurezza sul lavoro, viene continuamente svilito da problemi organizzativi, che non valorizzano i contenuti dell’attività di prevenzione, poiché completamente dedita a seguire le emergenze della sanità trentina, notoriamente di maggior presa sull’attenzione dei cittadini.

I Tecnici della prevenzione ci mettono la faccia in tutte le situazioni. Sempre. E il dissesto organizzativo non giova. Il personale è esausto e la Fenalt pretende risposte organizzative e sostanziali. Sulla reperibilità e sulle peculiari forme di responsabilità ed autonomia professionale, uniche nel panorama sanitario, ma da valorizzare adeguatamente.

I “Tpall” (tecnici della prevenzione nell’ambiente e nel luogo di lavoro) Uopsal sono professionisti assoluti della sicurezza. In situazioni di emergenza assumono decisioni in autonomia, in scienza e coscienza, nell’immediatezza e con elevate responsabilità.

Decidono il da farsi sugli ambienti di lavoro, sui processi, sulle macchine, sull’organizzazione, sulle sostanze – prescrizioni a rilevanza penale che i datori di lavoro, le imprese, le altre istituzioni, i professionisti debbono adempiere.

Gli ispettori decidono cosa fare, in che modo e in che tempi, con tutte le responsabilità civili e penali qualora queste decisioni si rivelino fallaci o dannose. Senza dirigenti, senza medici o altri vertici che ci mettano la faccia.

Sono ancora i Tecnici dell’Uopsal ad indirizzare con le indagini di polizia giudiziaria l’esito dei procedimenti penali per gli infortuni e le malattie professionali. Un ruolo non certo facile, socialmente rilevante, che comporta un carico di lavoro notevole soprattutto in presenza di disagi organizzativi.

E’ arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti: i tecnici della prevenzione non possono più rimanere soli a farsi carico della battaglia contro gli infortuni sul lavoro, ma chiedono tempestivamente una maggior attenzione per la situazione in cui versano.

Che cos’è l’Uopsal e quali sono le criticità evidenziate dai tecnici?

L’Unità Operativa di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (Uopsal) è la struttura operativa del Dipartimento di Prevenzione dell’Apss che vigila sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

Essa non ha solo il compito di promuovere il miglioramento delle condizioni di salute e di sicurezza mediante attività di prevenzione, assistenza e vigilanza, ma anche quello di intervenire prontamente nel caso di infortuni sul lavoro all’interno di un areale vasto quanto quello della provincia di Trento.

Ed è proprio sull’organizzazione e gestione del pronto intervento che da molto tempo si concentrano le lamentele dei dipendenti.

In particolare i tecnici evidenziano tre criticità: la specificità, non riconosciuta, delle mansioni svolte in reperibilità, ad alta rilevanza esterna ed in totale autonomia e responsabilità; l’organizzazione del servizio di reperibilità che costringe di fatto i lavoratori ad un turno di 24 ore per sette giorni, in palese violazione delle norme di legge, del contratto e delle delibere istitutive del servizio.

Infine, un disagio oggettivo dovuto ai carichi di lavoro conseguenti alla reperibilità, mai gestito e mai regolamentato.

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