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“SI PUÒ FARE!” * ELEZIONI TRENTO – DIRITTI CIVILI: « NON È SOLO IL CANDIDATO IANESELLI AD ESSERE VICINO ALL’IDEOLOGIA GENDER, MA È TUTTA LA COALIZIONE DI SINISTRA »

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18.55 - lunedì 24 agosto 2020

Cosa intende la sinistra per solidarieta’? La nostra Costituzione all’articolo 29 recita: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”.

Riconoscere significa rendersi conto che la famiglia non è una produzione del diritto, ma un dato che precede qualsiasi legislazione e qualsiasi stato: non esiste creatura al mondo che non sia nata dall’unione tra una donna ed un uomo, uno spermatozoo ed un ovulo. Non è una questione di ideologia, di cultura, di tradizioni, ma di biologia.

Ebbene, la sinistra un tempo proletaria, oggi sempre più borghese, è anche in Trentino ormai quasi del tutto radicalizzata, cioè dominata dalle posizioni che un tempo erano dei radicali di Pannella e Bonino e che i vecchi “compagni”, per lo più, respingevano. Non è solo il candidato sindaco Franco Ianeselli ad essere notoriamente molto vicino all’ideologia gender – per la quale non esiste nulla di “naturale”, meno che meno la famiglia, ma è tutto frutto della cultura, e perciò modificabile -, ma è tutta la coalizione di sinistra ad essere segnata da questa tipologia di pensiero.

Nell’attuale sinistra trentina sono presenti i radicali di Emma Bonino, renziani vicini alle tesi anti-famiglia di Monica Cirinnà e personalità come l’avvocato Alexander Schuster, noto per le sue battaglie legali e mediatiche, ben finanziate, a favore dell’utero in affitto.

Schuster, che milita in “+Trento Viva” a sostegno di Ianeselli, propugna da tempo, in ogni sede possibile ed immaginabile, la possibilità per due uomini di comperare un figlio in altri paesi del mondo dove questo è permesso, nonostante ciò sia ritenuto un crimine dalla legislazione italiana. Gli fa eco, a modo suo, un altro candidato di punta della sinistra, Paolo Zanella di Futura.

Solo pochi mesi orsono Lorenzo Dellai, sul quotidiano l’Adige, scriveva: “Succede che coppie (spesso omosessuali, ma non sempre) decidono di rivolgersi ad agenzie internazionali specializzate, le quali trovano una donna disposta ad “affittare” il proprio corpo per la “produzione” di un figlio. Quel figlio non sarà poi suo, ma della coppia richiedente. Appena nato, sarà consegnato alla coppia “acquirente”, come succede per qualsiasi altra merce disponibile sul mercato.

Le suddette agenzie internazionali dispongono di un menù: con condizioni legate ad un tariffario” E concludeva: “Come si può accettare che l’aspirazione ad avere un figlio diventi la pretesa di un “diritto assoluto”, da esigere senza se e senza ma, anche attraverso il noleggio a pagamento del corpo di una donna?… L’unica cosa ragionevole che si può e si deve fare è rendere effettivo ed universale il divieto dell’utero in affitto. Come misura di civiltà: per rispetto delle donne e dei bambini. Le prime non sono “fattrici in vendita” e i secondi non sono “prodotto da commissionare””.

Condivido in toto quanto scritto dall’ ex governatore, ma mi chiedo subito dopo: lo sa Dellai che nella coalizione da lui sostenuta abbondano proprio i fautori dell’utero in affitto, e della visione del mondo che ne consegue?

Certamente l’utero in affitto, così come la droga libera, non sono strettamente temi da consiglio comunale, ma come pensare di costruire politiche davvero “umane”, a favore dei giovani, delle famiglie ecc., del futuro, quando si dimentica che la prima e la più grande esperienza umana è l’essere figli e l’essere generatori di nuove vite?

Chi promuove e difende la compravendita di bambini e lo sfruttamento del corpo femminile, sostenendo così il potere del denaro sopra ogni cosa, è davvero poi capace di quella solidarietà di cui la sinistra si dichiara sempre paladina?

 

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Francesco Agnoli, Giuseppina Coali, Mauro Sarra (“Si può fare!”)

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