(Fonte: Maurizio Fugatti) – Corsi di lingua, cultura e civiltà Rumena nelle scuole trentine. Davvero necessari? In data 29 settembre 2017 veniva inoltrata ad alcuni istituti comprensivi una nota da parte della Dirigente del Dipartimento della conoscenza con cui si informava che l’Ambasciata di Romania in Italia intendeva procedere all’attivazione dei corsi di lingua, cultura e civiltà rumena a seguito dell’interesse manifestato.
Nella epistola viene inoltre già individuata la docente rumena di riferimento che si occuperà dell’organizzazione dei corsi con la collaborazione delle scuole.
Nello specifico parliamo della scuola infanzia Quadrifoglio e degli Istituti Comprensivi Bassa Anaunia (Tuenno), Borgo Valsugana, Cles, Fondo-Revò, Mezzocorona e Trento 7.
L’introduzione di questi corsi non è una novità: gratuiti e finanziati dal Governo di Bucarest, negli scorsi anni hanno preso piede in altre realtà italiane come ad esempio il Lazio.
Ma non poche sono state le polemiche da parte dei genitori (e forse nemmeno di alcuni insegnanti).
Considerato che il percorso parrebbe mirare maggiormente a facilitare il reinserimento di giovani romeni nel caso di rientro in terra natale, per quale motivo non coinvolgere soltanto la comunità rumena interessata e in luogo diverso dall’ambito scolastico? In ogni caso non sono di certo i bambini italiani a doversi integrare ma gli alunni stranieri.
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si interroga il Presidente della Provincia per sapere:
1. Se corrisponde al vero che il progetto è gratuito e finanziato dal Governo rumeno e, nel caso, se lo stesso è stato a sua volta finanziato dall’Unione europea;
2. Quali scuole trentine hanno aderito, chi ha presentato tale possibilità e attraverso quali mezzi;
3. Se lo scopo dei corsi sia mirato maggiormente a facilitare il reinserimento di giovani romeni nel caso di rientro in terra natale;
Ma in Italia funziona così: si cancellano le feste religiose, si tolgono crocefissi, presepi e alberi di Natale per rispetto delle altre religioni (cancellando così la propria storia e la propria tradizione) mentre si fa spazio a tutto il resto del mondo.
Si valorizzi invece il dialetto locale, l’insegnamento dei mestieri di un tempo, le tipicità della nostra terra; solo così si preserverà il nostro essere.
Tutto ciò premesso,
4. Se la docente sia stata scelta direttamente dall’Ambasciata di Romania in Italia e quanti corsi abbia già svolto in passato;
5. Come si articoleranno i corsi (orari, durata, tematiche toccate ecc…);
6. Se altre Comunità siano intenzionate a proporre simili percorsi e, se sì, quali;
7. Se la partecipazione sia obbligatoria da parte degli studenti;
8. Se gli istituti abbiano informato preventivamente le famiglie di voler aderire a questi corsi
promossi dal Governo rumeno.
A norma di Regolamento, si chiede risposta scritta. Lega Nord Trentino
Consigliere Maurizio Fugatti
Foto: archivio Pat
