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SAPPE – SINDACATO AUTONOMO POLIZIA PENITENZIARIA * CARCERE: « RICHIESTO L’UTILIZZO DEL TAMPONE PER TUTTO IL PERSONALE CHE LAVORA PRESSO LA CASA CIRCONDARIALE DI TRENTO »

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15.12 - lunedì 30 marzo 2020

La Polizia Penitenziaria di Trento sollecita l’Amministrazione penitenziaria ad adottare urgenti provvedimenti in relazione ai Dispositivi di protezione individuali per il Personale in servizio nel carcere.

“E’ notizia di pochi giorni fa che un focolaio di “covid 19” è stato scoperto all’interno della vicina Casa Circondariale di VERONA ”Montorio”, con il coinvolgimento di una decina di persone, tra appartenenti alla Polizia Penitenziaria ed operatori Sanitari. Inoltre, altre realtà penitenziarie, presentano, ad oggi, casi di contagio sia tra personale di Polizia Penitenziaria, che tra i detenuti”, denunciano i dirgenti della Segreteria provinciale SAPPE di Trento Massimiliano ROSA e David STENGHEL.

“Tale situazione non può far altro che rendere ancor più attuale il “fattore di rischio”, sia per gli operatori Penitenziari, che per la popolazione detenuta, in quanto, in caso di constatazione di contagio, comporterebbe una situazione di difficilissima gestione dal punto di vista organizzativo, gestionale, ma soprattutto di ordine e sicurezza, ad oggi più che mai reale. Per tale ragione, il SAPPe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria), non può che reiterare la richiesta avanzata già in data 19.03.2020 ai Vertici della Provincia Autonoma di Trento e dell’Azienda Provinciale Servizi Sanitari, e sollecitare di poter sottoporre a TAMPONE, in tempi assolutamente CELERI, TUTTO IL PERSONALE DI POLIZIA PENITENZIARIA (circa 170 unità) e TUTTI gli operatori che quotidianamente hanno accesso all’Istituto, in modo da poter, laddove si riscontrino delle POSITIVITA’, evitare e prevenire la possibilità di contagio e propagazione del “covid 19”, all’interno della Struttura Penitenziaria Trentina”.

Pieno sostegno arriva dal Segretario Generale del SAPPE Donato Capece: “Le donne e gli uomini appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria devono essere sottoposti, tutti e con urgenza!, al tampone per l’accertamento dell’eventuale contagio al Coronavirus. Anche alla luce dei tanti contagiati e di già due decessi nella Polizia Penitenziaria avvenuti, per preservare i ristrettì da eventuali contagi incontrollabili in carcere, denuncio che non siamo dotati di un adeguato numero di idonee mascherine e guanti per fronteggiare l’epidemia in un contesto, come quello penitenziario, ad altissimo rischio. Al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede chiedo di non ritardare ulteriormente un accertamento – quale è appunto quello del tampone ai Baschi Azzurri – che è fondamentale per la sicurezza sociale”.

L’emergenza coronavirus e le proteste di inizio marzo hanno portato alla luce uno dei tanti settori colpiti dalle restrizioni per prevenire i contagi. Il DPCM dell’8 marzo ha previsto infatti norme apposite per gli istituti penitenziari: i casi sintomatici dei nuovi ingressi devono essere posti in condizione di isolamento dagli altri detenuti; i colloqui visivi si devono svolgere in modalità telefonica o video; diventano limitati i permessi e la libertà vigilata. Queste misure, volte a favorire un contenimento della diffusione del virus, si sono scontrate con una realtà non semplice. Gli istituti penitenziari italiani soffrono di problemi cronici che periodicamente vengono affrontati ma non del tutto risolti. Ad oggi, come riporta il sito del Ministero della Giustizia, rispetto all’effettiva capienza delle carceri italiane, in grado di ospitare intorno ai 51mila detenuti, i reclusi effettivi sono oltre 60mila, di cui circa un terzo stranieri.

“Non abbiamo strumenti e mezzi idonei a fronteggiare questa drammatica emergenza”, prosegue Capece. “Mi sembra manchi proprio la consapevolezza che un Corpo di Polizia dello Stato non può operare senza uomini, mezzi e strumenti in un contesto potenzialmente esplosivo come quello delle carceri, con una promiscuità costante. Ed allora la soluzione potrebbe essere quella di passare il Corpo di Polizia Penitenziaria al Ministero dell’Interno”, conclude Capece.

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