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“RISVEGLIO TIROLESE” * PAOLO MONTI: « I SOCI FONDATORI CONCORDANO CHE A QUESTA TERRA TRENTINA MANCHI L’ANIMA, CIOÈ L’IDENTITÀ.

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05.05 - martedì 14 giugno 2022

L’Associazione Risveglio Tirolese nasce dalla volontà di alcuni “patrioti” di valutare dove stia andando il Trentino/Tirolo meridionale. I soci fondatori concordano sul fatto che a questa terra manca qualcosa: l’anima, cioè l’identità.

Ciò, stante il fatto che l’identità profonda, quella tirolese, costruita in secoli di storia, è stata rimossa. La perdita dell’identità ha causato un enorme danno al territorio, privandolo di un valore immenso, ossia del proprio patrimonio culturale più importante, di cui normalmente i territori sono gelosi custodi in quanto fattore critico di successo nella competizione territoriale internazionale (si pensi ad esempio a che cosa sarebbe Venezia se avesse rinunciato alla propria storia, cultura ed identità profonda, forgiata nei secoli come Repubblica marinara). Di qui la necessità di recuperare il valore perduto, pena la definitiva condanna di questo territorio all’arretratezza ed alla marginalità.

Non va nemmeno sottaciuto, peraltro, il fatto che un popolo tirolese di lingua italiana esiste, o meglio, resiste ancora, ed anche a questo, come alle tantissime altre identità che nel tempo sono state accolte da questa terra, vanno certamente riconosciuti dignità e diritto di cittadinanza.
D’altra parte, il riconoscimento dell’identità tirolese è anche foriero di positivi sviluppi in campo sociale ed economico, laddove il modello di sviluppo che esso sottende appare il più idoneo ai fini dello sviluppo del territorio alpino (si pensi ad esempio alla gestione del rapporto città-periferia, alla centralità del maso e non dell’orso nell’ambiente montano, alla cura del territorio e del paesaggio antropizzato, anche dal punto di vista del gusto architettonico dei manufatti, allo sviluppo di tutte le potenzialità del territorio in ossequio ad una particolare cultura ed attaccamento allo stesso, alla ricerca della qualità evitando di rincorrere irraggiungibili quantità ed economie di scala, tipiche di ben altri contesti territoriali).

Emblematico da questo punto di vista è il confronto tra marchio territoriale Tirol e marchio territoriale Trentino, dove il primo mostra maggior forza comunicativa, evocando valori e destando emozioni in perfetta coerenza con il modello di sviluppo territoriale tipicamente alpino adottato.
A tale virtuoso modello di sviluppo sono senz’altro attribuibili i successi economici ottenuti dalla Provincia di Bolzano ed attestati dal notevole incremento del PIL negli ultimi 10 anni, tanto da aver superato il PIL della Provincia di Trento.

Analogamente può dirsi del sistema finanziario territoriale, che ad oggi vede Bolzano ancora padrona delle proprie storiche banche, laddove Trento ha completamente perso il controllo del proprio sistema, con l’aggravante di non aver neppure tentato di costituire, assieme a Bolzano, un sistema finanziario territoriale regionale. L’identità fu il motore che spinse 100.000 Trentini/Tirolesi meridionali, riuniti nell’ASAR, a chiedere a gran voce, ottenendola, un’Autonomia speciale regionale, assieme a Bolzano, trasformando miracolosamente un patto internazionale pensato per la tutela della minoranza germanofona in un patto di ben più ampio respiro territoriale, che consentì anche di salvare il legame secolare tra Trento e Bolzano, dotato della garanzia di Vienna.

Le vicende della Regione, dal los von Trient al secondo Statuto e poi via via i durissimi colpi inferti all’istituto, soprattutto le profonde modifiche apportate all’art. 116 ed all’art. 57 della Costituzione, rispettivamente con la legge di riforma del titolo V nel 2001 e con il referendum del 2020, rischiano di portare l’istituto al collasso definitivo, con la conseguenza che l’impianto derivante dall’accordo del 1946 verrà ridefinito, con sicura perdita di garanzie per la Provincia di Trento, la quale si vedrà incapace di far valere proprie motivazioni, essendo ormai venute meno fondamentali ragioni di tipo identitario ed in totale assenza di un movimento di popolo, altrettanto identitario, quale fu quello asarino.

Unica nota positiva, in tale decadente situazione per il Trentino/Tirolo meridionale, appare essere la costruzione dell’Euroregione, che procede però a passi ancora molto lenti ed è ben lungi dal realizzare una Comunità coesa a cavallo delle Alpi, essendo ancora dominante la natura di mero contratto di collaborazione transfrontaliera.

Fatta questa analisi, per cui si ritiene che il percorso su cui oggi è incamminato il Trentino/Tirolo meridionale sia quello di una progressiva perdita di peso geopolitico e di marginalizzazione che lo porterà a diventare una sorta di ottava provincia del Veneto, a statuto ordinario, i “patrioti” di cui sopra hanno ritenuto indispensabile passare all’azione fondando l’Associazione Risveglio Tirolese, una nuova ASAR avente come obiettivo quello di rappresentare un’ancora di salvezza, un punto di riferimento per chi in Trentino/Tirolo meridionale è animato dalla medesima sensibilità dei soci fondatori e soprattutto per il salvataggio dell’identità di questo territorio, dunque delle ragioni stesse dell’Autonomia e per garantire a questa terra un futuro, sottraendola ad un destino di decadenza.

L’adesione a Risveglio Tirolese avrà il valore di “censimento identitario” e la forza dell’Associazione dipenderà ovviamente dal numero di soci.
Risveglio Tirolese punta a diventare interlocutore credibile ed autorevole anche dei pubblici poteri. L’Associazione porterà avanti le proprie idee con tutti i mezzi democratici e pacifici che riterrà di volta in volta più opportuni, non escludendo a priori la possibilità di appoggiare propri candidati a cariche pubbliche elettive e/o di evolvere, se del caso, in partito di raccolta, sul modello SVP.

 

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RISVEGLIO TIROLESE

IL PORTAVOCE Paolo Monti

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