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RETE 4 – “ FUORI DAL CORO ” * INTERVISTA A MARIANA VISHEGIRSKAYA, LA MAMMA SIMBOLO DELL’ATTACCO ALL’OSPEDALE DI MARIUPOL: « IL BATTAGLIONE AZOV NON AVEVA BASE LÌ »

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08.56 - mercoledì 13 aprile 2022

«Il Battaglione Azov non aveva una base in questo ospedale. Nel primo centro perinatale, che si trova più o meno a 20 minuti dal punto nascita numero 3 in cui mi trovavo e da cui alcune ragazze sono state dimesse, alcune ragazze sono state inviate ad altri punti nascita.

In quell’altro ospedale, il numero 1, da lì tutti sono stati cacciati e lì sono venuti i combattenti di Azov. Invece da noi, sul nostro territorio, per quanto riguarda il nostro punto nascita, il nostro ospedale numero 3 non c’erano i militari, c’erano altri, c’era la consultazione femminile e anche un punto oncologico». Sono le parole rilasciate da Mariana Vishegirskaya, la ragazza simbolo dell’attacco all’ospedale di Mariupol il 9 marzo, per la prima volta collegata con un studio televisivo a “Fuori dal Coro” – il programma di approfondimento e inchiesta condotto da Mario Giordano su Retequattro – realizzata con la collaborazione con Francesco Toscano e Giorgio Bianchi di Visione TV.

 

Mario Giordano: «Cos’è successo quel 9 marzo? Lei era ricoverata all’ospedale, doveva partorire sua figlia, che nascerà due giorni dopo. Lei ha detto “Escludo che si sia trattato di un bombardamento aereo”. Perché è così sicura nell’escluderlo?»
Mariana: «Vorrei spiegare una cosa. Io sono sicura che non si trattava di un attacco aereo perché nel 2014 mi trovavo a Donetsk. Io sono di Donetsk e conosco benissimo il rumore di un attacco aereo, il rumore dell’aereo quando attacca e noi sappiamo tutto, sappiamo benissimo anche le conseguenze di questo attacco. Se si fosse trattato attacco aereo ci sarebbero stati anche altri rumori, altri suoni».

 

Mario Giordano: «Quindi è stata un’esplosione? Di che tipo?»
Mariana: «Esatto. Ci sono state due esplosioni: una più lontana e una più vicina. Sono riuscita a sentire la prima esplosione e poi ce n’è stata un’altra e le finestre sono state distrutte».

 

Mario Giordano: «Lei sa dire che tipo di esplosione è stata? Sa dire se è stata un’esplosione che è arrivata da bombe dei russi o degli ucraini o da una bomba interna?»
Mariana «In realtà, dal rumore non posso sicuramente sapere di chi era questa bomba. Capite, certamente, che io posso soltanto dire che ho sentito due esplosioni e non c’erano altri rumori, né prima, né dopo. Ho sentito un boom e poi un altro boom, basta».

 

Mario Giordano: «Si è detto che nell’ospedale c’era una base del Battaglione Azov, c’erano dei militari. Nell’ospedale lei ha visto dei militari nel suo reparto o in altri reparti?»
Mariana: «Il Battaglione Azov non aveva una base in questo ospedale. Nel primo centro perinatale, che si trova più o meno a 20 minuti dal punto nascita numero 3 in cui mi trovavo, alcune ragazze sono state dimesse, le ragazze sono state inviate ad altri punti nascita. In quell’altro ospedale, il numero 1, da lì tutti sono stati cacciati e lì sono venuti i combattenti di Azov. Invece da noi, sul nostro territorio, per quanto riguarda il nostro punto nascita, il nostro ospedale numero 3 non c’erano i militari, c’erano altri, c’era la consultazione femminile e anche un punto oncologico».

 

Mario Giordano: «Si è parlato di civili usati dagli ucraini come scudi umani a Mariupol. Lei è in grado di confermare questa cosa?»
Mariana: «Io posso dire questo: le persone che cercavano di lasciare Mariupol con le proprie macchine, con i propri mezzi nelle prime giornate, quindi il 24 e il 25, alcune sono riuscite a fuggire. Per quanto riguarda le persone che cercavano di lasciare Mariupol DOPO sono stati costretti a tornare. Non erano stati organizzati dagli autobus, quindi le persone che non avevano un mezzo proprio non potevano uscire dalla città».

 

Mario Giordano: «Lei è stata fotografata il 9 marzo, subito dopo il bombardamento. Qualcuno ha detto che lei si è messa in posa. Ricordiamo che lei è un influencer, lavora con i social, con le immagini. Lei cosa risponde?»
Mariana: «Non ero in posa sicuramente, perché io sono stata evacuata da questo edificio tra le ultime. Prima di tutto hanno evacuato le neomamme o le gestanti ferite gravemente, poi le donne incinte. Io sono uscita quasi per ultima dall’ospedale perché ho fatto uscire le persone che erano particolarmente spaventate. Quando sono uscita ho chiesto ai poliziotti che erano lì di aiutarmi ad andare al secondo piano per poter recuperare le cose per la bambina dalla mia camera».

 

Mario Giordano: «Lei dice che non voleva esser fotografata, però due giorni dopo viene una troupe dell’Associated Press a farle un’intervista non ha detto subito che non è stato un bombardamento aereo. Come mai?»
«Quando sono arrivati quelli di Associated Press da me per farmi delle domande, ho risposto che non volevo essere intervistata. In realtà, loro hanno detto che la mia foto era stata caricata su internet e dovevo dare qualche commento perché questa foto ormai aveva dato un enorme colpo alle persone e bisognava commentare, dire qualcosa. A quel punto io ho risposto che ero disposta a farmi intervistare, a fare una piccola intervista. Hanno fatto quei trenta secondi: in realtà le domande che mi hanno fatto non sono state messe in questi trenta secondi. Se ha visto questa intervista si vede benissimo che è tutto tagliato e che sono soltanto trenta secondi e le domande degli intervistanti non si sentono praticamente».

 

Mario Giordano: «Lo sa cosa dicono di lei? Cosa si dice qui in Italia? Che adesso lei è stata rapita, portata a Donetsk e quindi adesso lei sta dicendo queste cose – che non era un bombardamento, che ha visto i militari – perché è prigioniera dei russi. Che risponde?»
Mariana: «Io ho detto che non si trattava di un bombardamento anche ai giornalisti di Associated Press in realtà. Loro, appunto, nel giorno in cui tutto è successo, sono arrivati in modo molto veloce dicendo che si trovano accanto. Il giornalista che ha postato questo video, loro si trovavano praticamente attraverso la strada, vicino al punto nascite e hanno filmato il momento di queste esplosizioni. Da parole loro, loro stanno dicendo che sono arrivati 25-30 minuti dopo l’accaduto. In realtà loro sono arrivati subito perché sono riusciti a filmare quella ragazza che era sulla barella, ma questa ragazza è stata evacuata per prima, perché era ferita gravemente e anche incinta».

 

Mario Giordano: «Lei suppone che fossero stati avvertiti da qualcuno?»
Mariana: «In realtà non so come mai erano lì ma comunque sono arrivati molto velocemente».

 

Mario Giordano: «Mariana lei si sente russa o ucraina?»
Mariana: «È molto difficile sentirsi o russo o ucraino. In realtà dentro di me scorre il sangue polacco, ucraino, russo, tedesco. Chi devo sentirmi?».

 

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