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RENZO GUBERT * RIUNIONE A TRENTO RAPPRESENTANTI “DEMOCRAZIA CRISTIANA”: « BEN VENGA LA CONVERGENZA DOPO LA DIASPORA DEL 1994 DI CHI SI ISPIRA IN MODO PREVALENTE AL PENSIERO SOCIALE »

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14.08 - martedì 5 febbraio 2019

Leggo su comunicati di agenzie e su giornali locali che all’Hotel Trento c’è stata una riunione di rappresentanti della Democrazia Cristiana, del partito di Rotondi, che non si chiama Democrazia Cristiana e del partito di Sandri, che vanta di essere a capo della Democrazia Cristiana. Avrebbe assistito alla riunione anche l’on. Giacomo Bezzi, a sua volta esponente di un partito l’ Unione di Centro (già Unione Democratico-cristiana e di Centro, avendo abbandonato per strada nella sua denominazione la menzione di democratico-cristiana). Il riferimento comune è a una Federazione DC decisa a Pescara in previsione delle elezioni in Abruzzo.

Non mi meraviglia che esponenti del partito di Rotondi o di quello di Sandri o infine chi è stato investito di responsabilità dal Commissario Udc sen. De Poli si siano trovati per raccordarsi anche in previsione delle prossime europee. Rotondi ha già stretto un altro patto federativo a Roma, con altri movimenti e partiti di ispirazione popolare o democratico-cristiana. Ciò che mi meraviglia è che si usi il nome di Democrazia Cristiana dopo che, a seguito di sentenze definitive della Cassazione, era stato dichiarato che non c’è alcun successore della Democrazia Cristiana, non essendo questa mai morta.

Ed è a seguito di ciò che i superstiti iscritti nell’ultimo tesseramento DC (1992-93) hanno ottenuto dal Tribunale di Roma l’autorizzazione a riconvocarsi. Lo hanno fatto, e a ottobre si è tenuto il XIX Congresso, che ha ricostituito gli organi del partito. Del Trentino Alto Adige è membro del Consiglio Nazionale e della Direzione Nazionale il sottoscritto, che, come in tutta Italia, in Trentino sta promuovendo le iscrizioni nuove, di giovani e di persone mature, oltre che degli anziani.

Ben venga una convergenza, dopo la diaspora a partire dal 1994 di chi si ispira in modo esplicito e prevalente al pensiero sociale cristiano, in un percorso che è partito da un patto programmatico federativo per le elezioni europee, ma ciò avvenga senza abusare di qualifiche che i tribunali più volte hanno negato. La Democrazia Cristiana, quella di Degasperi, di Sturzo, di Moro, di Piccoli, di Kessler, di Berlanda, della Conci, di Mott e di molti altri, è stata riattivata e va quindi superata la fase nella quale c’era chi cercava di mantenere in vita qualche partito o movimento che la ricordasse per il futuro. È stata opera meritoria, ma ora i meriti si traducono in demeriti se si fa fatica a far vivere la propria presenza dentro proprio la Democrazia Cristiana storica, quella che si voleva continuare.

 

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Renzo Gubert

Membro della Direzione nazionale della Democrazia Cristiana

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