Costantino Saporito, coordinatore nazionale dei vigili del fuoco USB, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sugli incendi in Sardegna. “La situazione è drammatica. La situazione è che per ora la Sardegna brucia e noi speriamo che piova, perché le nostre risorse sono davvero scarse. La Sardegna ha difetti idrogeologici che fanno paura. Non esiste il concetto della prevenzione. Quando smotta, quando brucia, il danno è già in essere e i vigili del fuoco possono solo metterci una pezza, se hanno una pezza. In questo Paese non esiste la parola prevenzione. C’è uno spreco di soldi enorme. Se si costruisce una casa antisismica, preferiscono risparmiare perché poi tanto la casa crollerà lo stesso. Questo vale anche per gli incendi. Quando c’era il corpo forestale le competenze su bonifiche e prevenzione le svolgevano loro, poi sono passate ai vigili del fuoco, ma senza mettere il personale per andare a svolgere queste mansioni.
Ogni ente locale è il primo responsabile della Protezione civile, ma quando si parla di incendi non è che si può intervenire con delle squadre, quindi accusarli non è proprio il massimo perché questi dovrebbero essere formati da noi che però abbiamo un sovraccarico di lavoro enorme. Sarebbe giusto che ogni comune avesse le sue squadre antincendio, ma questo non avverrà mai se non si fa un lavoro capillare in partenza. Il corpo nazionale dei vigili del fuoco con 3 milioni di euro riusciva a sistemare tutti gli aeromobili di Stato, ora il servizio di soccorso che fanno in Liguria costa esattamente 10 milioni ma lo fanno i privati. In Sicilia fecero un preventivo per i privati di 50 milioni di euro. Sulla parola incendi, sulla parola catastrofi c’è una speculazione enorme in questo Paese. Vedo tantissimi ragazzi che hanno voglia di fare i vigili del fuoco, questa voglia ce l’abbiamo anche noi anziani, il problema è che questa voglia ce la stanno massacrando, la stanno facendo trasformare in rabbia. I politici ci dicono quanto siamo bravi e forti, si mettono le nostre magliette, ci hanno sfruttato in tutti i modi, ma ci fosse stato qualcuno che si sia seduto con noi per chiederci di cosa abbiamo bisogno”.