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RCC * CORONAVIRUS, ZABEO (CGIA MESTRE): « 16-17 MILIONI DI PERSONE LAVORANO NELLE PICCOLE-MEDIE IMPRESE, QUINDI RISCHIAMO DAVVERO DI RITROVARCI IN GINOCCHIO »

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10.23 - domenica 22 marzo 2020

Coronavirus, Zabeo (coordinatore Uff. studi Cgia Mestre): “16-17 milioni di persone lavorano nelle piccole-medie imprese, quindi rischiamo davvero di ritrovarci in ginocchio. Per adesso abbiamo tamponato la situazione per almeno 3 mesi tra cassa integrazione e altre misure di sostegno al reddito, ma bisognerà fare un grande piano di sviluppo sul medio-lungo periodo. La politica deve fare un grande Piano Marshall, avviando le infrastrutture ferme, rilanciando gli investimenti pubblici, mettendo in sicurezza il Paese. Si tratta di 400-500 miliardi di debito pubblico e non potrebbe essere altrimenti, visto che fortunatamente l’UE ha deciso di non applicare più i vincoli di bilancio, bisogna approfittare di questa situazione per un grande piano di rilancio del nostro Paese”

Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA di Mestre, è stato ospite del programma “L’imprenditore e gli altri” condotto da Stefano Bandecchi, fondatore dell’Università Niccolò Cusano e Presidente della società delle scienze umane, su Radio Cusano Tv Italia (canale 264 dtt).

Sull’emergenza Coronavirus in Veneto. “Il Veneto è in una situazione estremamente difficile, le strutture sanitarie sono sotto stress, il numero dei contagiati e dei morti continua ad aumentare -ha affermato Zabeo-. Il presidente della Regione Veneto Zaia ha detto che probabilmente il picco nella nostra regione lo toccheremo il prossimo 15 aprile, quindi siamo ancora in una fase di salita impegnativa. Rimane poi l’incognita della recidiva, perchè non sappiamo ancora se chi è guarito dal virus possa essere contagiato nuovamente”.

Riguardo le ricadute dell’emergenza sulle piccole medie-imprese. “E’ difficile fare previsioni perchè molto dipenderà quanto durerà questa fase emergenziale. Se dovesse risolversi nel giro di un mese è un conto, se invece dovesse durare 2-3 mesi la situazione è destinata cambiare. Certo, ci troviamo già adesso in una situazione critica e si parla di ulteriori misure restrittive e anche alcune delle poche attività rimaste aperte potrebbero chiudere. 16-17 milioni di persone lavorano nelle piccole-medie imprese, quindi rischiamo davvero di ritrovarci in ginocchio. Per adesso abbiamo tamponato la situazione per almeno 3 mesi tra cassa integrazione e altre misure di sostegno al reddito, ma bisognerà fare un grande piano di sviluppo sul medio-lungo periodo.

La politica deve fare un grande Piano Marshall, avviando le opere pubbliche ferme, rilanciando gli investimenti pubblici, mettendo in sicurezza il Paese. Vanno messe in campo misure straordinarie che non si sono mai viste dalla fine della 2a Guerra mondiale ad oggi. Altrimenti non ce la faremo a reggere. Si tratta di 400-500 miliardi di debito pubblico e non potrebbe essere altrimenti, visto che fortunatamente l’UE ha deciso di non applicare più i vincoli di bilancio, bisogna approfittare di questa situazione per un grande piano di rilancio del nostro Paese. Bisogna cambiare medicina rispetto a quanto fatto per la crisi economica del 2008-09. Dobbiamo fare strade, autostrade, ospedali, scuole, grandi infrastrutture. L’Italia ovviamente da sola non può farcela, deve farlo assieme agli altri compagni di viaggio dell’UE, c’è la possibilità di fare i Corona-bond, ovviamente va fatto un grande gioco di squadra, io credo nell’Europa a credo che le indicazioni arrivate in questi giorni vadano nella strada giusta”.

Sul lavoro nero. “Siamo preoccupati di questo. Soprattutto per le attività artigianali che sono state costrette a chiudere in questi giorni. Chi continua a fare concorrenza sleale in nero va fermato. Parliamo di quei 3 milioni e 300mila persone che quotidianamente fanno 8 ore di lavoro al giorno in nero. Chiediamo che gli organi ispettivi ci diano una mano”.

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