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RCC * CORONAVIRUS: EX PREFETTO DI ROMA ACHILLE SERRA, « È UNA GUERRA, IL GOVERNO DOVREBBE DARE INDICAZIONI PRECISE »

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09.08 - mercoledì 11 novembre 2020

Coronavirus, l’ex prefetto di Roma Achille Serra: “E’ una guerra, sono molto preoccupato sia per la salute dei cittadini, sia per l’economia. Tutto si delega sulla responsabilità dei prefetti e dei questori. il poliziotto o il carabiniere che trova l’assembramento che dovrebbe fare, sgomberare? Non c’è lo strumento giuridico-normativo per intervenire. Per questo mi affido soltanto al buonsenso degli agenti. Il governo dovrebbe dare indicazioni precise. Autocertificazione? Mi sembra una sciocchezza, il cittadino scrive quello che gli pare.

Quando penso ai negazionisti mi viene da piangere, perché dico: possibile che si arrivi a tanta deficienza? Non si può sostituire a tutto il poliziotto e il carabiniere. Se devi pensare alla mascherina, all’assembramento senza norme, chi ne giova sono queste banderelle di ragazzini di periferia che col piccolo spaccio, con la violenza, proliferano. Non si parla più di malavita, di reati, si parla solo di covid”

Achille Serra, ex prefetto di Roma ed ex parlamentare, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Sulla situazione covid in Italia. “E’ una guerra, sono molto preoccupato sia per la salute dei cittadini, sia per l’economia. Il governo dice che nessuno perderà il posto di lavoro, ma voglio vedere se a marzo, quando spero si sarà attenuata la diffusione del virus, quante persone perderanno il lavoro”.

Sui controlli anti-assembramento. “Tutto si delega sulla responsabilità dei prefetti e dei questori, io mi affido soltanto alla capacità del poliziotto e del carabiniere di gestire la situazione e convincere la gente. Innanzitutto che cosa si intende per assembramento? Quante persone determinano l’assembramento? E il poliziotto o il carabiniere che trova l’assembramento che dovrebbe fare, sgomberare? Non c’è lo strumento giuridico-normativo per intervenire. Per questo mi affido soltanto al buonsenso degli agenti, che intervengono e con santa pazienza spiegano ai cittadini di spostarsi, poi trovi l’idiota che non vuole spostarsi e succede l’oltraggio, la violenza… Sono molto perplesso rispetto a questo. Il governo dovrebbe dare indicazioni precise. Se un corteo non è autorizzato, il poliziotto ha il dovere, dopo aver convinto la gente a non fare il corteo, di scioglierlo. Se arriva una norma che dice: quando l’assembramento è composto da più di 10 persone va sciolto. Invece non sappiamo cos’è un assembramento e non sappiamo come va sciolto”.

Sull’autocertificazione per spostarsi nelle zone rosse. “Mi sembra una sciocchezza. Il cittadino scrive quello che gli pare. Non ci rendiamo conto che non tutti sono ragionevoli in questo Paese. Ci vuole la ragionevolezza da parte della gente, qua si continua a dire che tutti gli italiani sono bravi perché tutto è finalizzato al consenso. Non danno disposizioni chiare perché così la colpa è del poliziotto e del carabiniere. Quando penso ai negazionisti mi viene da piangere, perché dico: possibile che si arrivi a tanta deficienza?”.

Sull’ordine pubblico al tempo del covid. “Non si può sostituire a tutto il poliziotto e il carabiniere. Se devi pensare alla mascherina, all’assembramento senza norme, chi ne giova sono queste banderelle di ragazzini di periferia che col piccolo spaccio, con la violenza, proliferano. Non si parla più di malavita, di reati, si parla solo di covid”.

Sul rimpallo di responsabilità tra governo e regioni. “L’ordine pubblico riguarda il governo, attraverso i prefetti e le forze dell’ordine; mentre la regione e i sindaci non possono muovere le forze dell’ordine. Il rimpallo di responsabilità tra governo e regioni è avvilente. Se si delegasse di meno da parte del governo e ci si assumesse di più la responsabilità tutto questo non avverrebbe”.

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