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RAI RADIO 2 * ‘I LUNATICI’: RICCARDO COCCIANTE, « NELLA MUSICA DI OGGI C’E’ TROPPA VOGLIA DI FABBRICARE UN PRODOTTO DI CONSUMO »

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08.22 - martedì 1 novembre 2022

Riccardo Cocciante è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format “I Lunatici”, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì notte dalla mezzanotte alle quattro, live anche su Rai 2 tra l’una e le due e trenta circa.

Cocciante ha parlato un po’ di musica: “Tornare ad esibirmi in Italia dopo tanti anni? E’ stato per me anche un banco di prova, volevo dimostrare a me stesso di essere ancora nelle possibilità di fare uno spettacolo di oltre due ore. Volevo capire come riceveva il pubblico, dopo dieci anni che non andavo sul palcoscenico. Questa era una prova, l’anno prossimo festeggerò cinquanta anni di carriera, tornerò con uno spettacolo più organizzato. Il mio pubblico l’ho trovato attento, volenteroso di essere ancora insieme a me, c’era una grande voglia di stare con me e dividere il palcoscenico con me”.

Ancora Cocciante: “Insisto a dire che noi dobbiamo rimanere degli artigiani. Dobbiamo rimanere umani. Abbiamo il diritto all’errore. Alle paure. Attorno a me vedo un mestiere sempre più attaccato alla hit. Non si fa la canzone per l’amore di farla, si fa la canzone cercando di fare la hit. Per me non è così. Nella musica c’è troppa voglia di fabbricare un prodotto di consumo. Io ho sempre fatto quello che pensavo fosse giusto. Anche ‘Notre dame de Paris’. L’abbiamo scritto perché ci piaceva senza pensare a farlo diventare commerciale. Infatti quando l’abbiamo proposto a vari produttori non volevano sentirlo.

Perchè lo consideravano un genere che non vendeva. Io non ho mai pensato ‘adesso faccio una hit’. Neanche con ‘Margherita’. Per me era l’ultima canzone da fare uscire in quel momento. Era un periodo di protesta, di canzoni politiche, pensavo che ‘Margherita’ non avesse nessuna possibilità di avere successo. E invece se una canzone vale può anche inserirsi in un periodo in cui non è di moda e farsi posta. Il vero successo per l’artista è durare nel tempo. Eventualmente anche dopo la sua scomparsa. Spero che ci siano alcune mie canzoni che potranno rimanere vive anche dopo la mia morte. Ed è bello, per un’artista, anche vedere le proprie canzoni cantate dagli altri. A me è capitato, ad esempio con Rino Gaetano o Laura Pausini. ‘Margherita’ e ‘Bella senz’anima’? Non parlano di persone in particolare”.

Su Rino Gaetano: “Rino era una persona piacevole, molto simpatica. Era aperto, scherzoso, la sua vita è stata difficile, una vita che ha subito per tanto tempo ed è arrivato alla conclusione che noi conosciamo”.

Su chi durante i live utilizza gli smartphone per riprendere il concerto: “Non possiamo vietare di riprendere, ma trovo che sia un po’ invasivo. E’ bello vedere uno spettacolo con i propri occhi, non vederlo attraverso uno schermo. Purtroppo viviamo in un mondo sempre più virtuale. Personalmente la cosa non mi tocca molto, faccio lo spettacolo allo stesso modo”:

Tra poco festeggerà cinquant’anni di carriera: “Momenti di alti e bassi fanno parte della vita degli artisti. Un periodo complicato è stato quando è esplosa la disco music. Per noi era proprio un cambiamento enorme. Ci metteva in difficoltà, non era la nostra musica. In quel momento forse ho un po’ ceduto nel comporre il brano ‘Io canto’, che si voleva addizionare a quel mondo. Forse adesso non lo farei più. Anche se ‘Io canto’ è stata un grande successo, per me è una canzone che in quel momento si voleva avvicinare a un altro stile e per questo rimpiango un po’ la decisione di averla fatta”.

Sulla sua vita: “La musica c’è da quando sono nato. Il problema era come farsi accettare dal pubblico e dalle case discografiche. Io ho sempre cantato, poi mi sono messo a comporre le mie canzoni, a suonare il pianoforte, sono completamente autodidatta. Cosa sarei stato senza la musica? Probabilmente senza musica sarei niente. Un artista non sceglie di diventare un artista. Nasce così”.

Cocciante è nato in Vietnam, vive in Irlanda, ma si sente italiano: “Ho vissuto un po’ in America, ora vivo in Irlanda, da vent’anni. La mia è la scelta di non vivere il successo. Essere conosciuti può creare delle trasformazioni mentali che ti porta ad essere a disposizione del pubblico. Noi artisti dobbiamo elaborare proposte che siano anche diverse da quelle che il pubblico si aspetta. Vivendo fuori possiamo essere più coerenti e distaccati. Io ho due nazionalità. Sono italiano e francese e mi sento tutte e due. Sono fiero di essere appartenente a queste due Nazioni”.

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