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RADIO CUSANO CAMPUS * PROFESSOR VARI (DOCENTE DIRITTO COSTITUZIONALE): «LA APP IMMUNI È NECESSARIA PER CONTRASTARE LA PANDEMIA, MA SERVE UN CONTROLLO PUBBLICO RIGOROSISSIMO»

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09.33 - mercoledì 22 aprile 2020

App Immuni, Prof. Vari (docente Diritto costituzionale): “App è necessaria per contrastare la pandemia ma serve un controllo pubblico rigorosissimo sul fatto che i dati vengano utilizzati solo per l’emergenza sanitaria, non siano ceduti a terzi e vengano eliminati”.

Il Prof. Filippo Vari, docente di Diritto costituzionale presso l’Università degli Studi Europea di Roma, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Sulle misure di contenimento al Coronavirus varate dal governo. “Il governo, con il consenso del Parlamento, ha ristretto il godimento di alcuni diritti di libertà -ha affermato Vari-. Però queste restrizioni sono compatibili con la Costituzione, che consente che per motivi di sanità e incolumità pubblica, si possano restringere determinati diritti di libertà. Aggiungo, che da calcoli che ha fatto il Ministero della Salute, sarebbe stata a rischio la vita di 800mila persona se non ci fossero state queste misure. Sul merito delle misure non credo ci possa essere alcuna accusa da muovere al governo”.

Sull’app Immuni. “Quello dell’app è un discorso molto delicato. Oggi il prof. Crisanti, grande epidemiologo, ha detto che il 4 maggio ci sarà un allentamento delle misure di lockdown, però non sarà la fine di tutto perchè c’è la quasi certezza che il virus rimanga il circolazione e si possano determinare nuovi focolai. Le misure per bloccare questi focolai riguardano anche il tracciamento dei contatti degli infetti attraverso l’app. Il problema è che chi ha il Coronavirus può infettare prima di presentare i sintomi. L’app dunque serve a far sì che si registrino le persone che ho incontrato, in modo che se sto male poi mando un segnale a chi ho incontrato per informarlo che sto male. Il problema è il rapporto tra la privacy, la protezione della nostra vita personale, della riservatezza e dall’altro lato la tutela della vita e della salute collettiva.

C’è anche uno scontro tra privacy e i nostri diritti di libertà che attualmente sono soggetti a limitazioni. Se vogliamo che il lockdown si attenui, posto che il virus ancora è in circolo, una delle soluzioni che abbiamo è ricorrere a queste app. Bisognerà capire come sarà gestita questa applicazione. Il governo dovrebbe intervenire con un decreto legge, il cui contenuto dovrebbe essere concordato con le opposizioni. Serve un controllo pubblico rigorosissimo sul fatto che i dati vengano utilizzati solo per l’emergenza sanitaria, non siano ceduti a terzi e vengano eliminati”.

 

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