8 richiedenti asilo centroafricani, sono stati arrestati dalla Polizia di Stato di Trento, perché ritenuti responsabili di traffico di sostanze stupefacenti. Gli arresti scattati il 16 aprile e proseguiti i giorni successivi fanno parte di una operazione, iniziata a marzo 2018 della Squadra Mobile di Trento, diretta dal Vice Questore Salvatore Ascione.
Questo è il primo risultato delloperazione Predatori, per la quale lAutorità Giudiziaria di Trento, su richiesta del P.M. Davide Ognibene ha emesso 12 ordinanze cautelari nei confronti di cittadini della Nigeria ed Italia e 11 decreti di perquisizione, sempre nei confronti di altrettante persone.
L’operazione ha portato alla luce un vasto traffico di droga tra Trento, Rovereto, Verona, Vicenza e Ferrara, gestito da un’organizzazione criminale, i cui appartenenti erano giunti in Italia come richiedenti asilo per motivi politici-umanitari o di protezione sussidiaria. Gli investigatori hanno denunciato in totale 12 richiedenti asilo, in parte anche accolti in Trentino, coinvolti a vario titolo nellindagine della Squadra Mobile di Trento contro lo spaccio di droga.
Il lavoro della Squadra Mobile di Trento ha preso spunto dalle indagini Mandinka e Bombizona, conclusasi lultima lanno scorso, con larresto, in totale, di circa 60 persone ed il coinvolgimento a vari titolo di oltre 100 persone, quasi tutte richiedenti asilo, alcune delle quali, poi, denunciate a piede libero ed altre destinatarie di misure cautelari del divieto dellobbligo di dimora nelle province di Trento, Verona e Vicenza.
Durante le fasi finali di quellattività, emerse, infatti, una nuova batteria di richiedenti asilo che trafficava in stupefacenti. Proprio a seguito di quella prima indagine gli investigatori scoprirono come dietro alle richieste dasilo si nascondessero alcune persone che avevano quale obiettivo quello di costituire delle organizzazioni criminali volte a favorire traffici illeciti.
Nel corso delle indagini è stato dimostrato come lo stupefacente immesso sul mercato, prevalentemente eroina e marijuana, era spacciato nelle principali piazze cittadine quali: piazza Dante, piazza Santa Maria e nel centro storico arrivando fino al Muse. Gli spacciatori per evitare i numerosi controlli di polizia, comunicavano tra di loro tramite WhatsApp ed avevano costituito una rete, di cui facevano parte anche italiani tossicodipendenti, capace di intercettare la maggior parte di tossicodipendenti provenienti dalla provincia.
La consorteria aveva, anche, intuito che assoldando tossicodipendenti italiani, grazie alle conoscenze dirette di questultimi, si poteva consegnare la merce agli amici in luoghi diversi da quelli soggetti a controllo da parte della polizia. Non solo, quindi, si fidelizzavano i tossicodipendenti provenienti dalle valli, con un prezzo leggermente ribassato, ma si permetteva a questi, di essere certi di non essere oggetto di controlli e del sequestro della roba da parte della polizia.
La forza del sodalizio che operava principalmente nelle citta di Trento e Rovereto, derivava proprio dalla stretta sinergia che intercorreva tra tutti gli associati, che rinvestivano gran parte dei proventi per lacquisto di nuove partite di droga.
Risultavano, inoltre, vincolati da un legame di mutuo soccorso volto a risolvere i problemi legati alle vicende giudiziari degli affiliati, motivo per il quale utilizzavano parte degli introiti per il pagamento di spese legali.
Nel corso dellindagine sono stati, inoltre, arrestati altri 2 nigeriani che si vanno a sommare agli 8 provvedimenti emessi dalla A.G., per un totale di 10 arresti tra custodia cautelare in carcere e flagranza di reato.
Sono stati, infine, sequestrati diverso stupefacente e contanti derivanti dallo spaccio dello stupefacente.
Tutta lattività, seguita dalla Servizio Centrale Operativo, ha visto il contributo delle Squadre Mobili del Nord Italia ed in particolare di Verona, Ferrara e Vicenza e del Commissariato di P.S. di Rovereto, dove, con limportante impegno delle locali Squadre Mobili e del Commissariato, sono stati eseguiti diversi provvedimenti cautelari.
Questa ennesima operazione, nata nel solco delle direttive espresse dal Questore Garramone, per ultima quella relativa ai controlli sui treni e sugli autobus e alle relative stazioni, commenta il capo della Squadra Mobile Salvatore Ascione, dimostra come la risposta della Polizia di Stato, sia immediata ed efficace anche nei confronti di quelle persone, c.d. pendolari, che alimentano il complesso mondo dello spaccio di stupefacenti pensando, erroneamente, di essere immuni dai controlli solo perché non risiedono stabilmente nel nostro territorio. Proprio per contrastare questo fenomeno e ogni altra forma di illegalità il Questore Garramone, accanto ad una azione investigativa sempre più pressante, ha disposto, in concorso anche con la Polizia Ferroviaria, un aumento significativo dei controlli nelle stazioni ed a bordo degli autobus e dei treni al fine di rendere sempre più sicuro il nostro territorio.