Segnana: “Nel 2021, Trentino ai vertici in Italia per disponibilità a donare organi e tessuti”. AIDO: Una firma che può salvare tante vite.
Basta una firma per salvare una o più vite umane. Un gesto di amore, di generosità e di grande civiltà che non ha eguali, capace di consentire, in un momento doloroso come la perdita di un familiare, ad altre persone di continuare a vivere. “Il Trentino in questo settore si è dimostrato molto generoso tanto da vantare numeri record a livello nazionale nella decisione di donare gli organi. Ma possiamo fare ancora molto di più portando avanti questo messaggio fondamentale e non lascare questa scelta ai familiari” ha affermato l’assessore provinciale alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia Stefania Segnana partecipando a Rovereto all’incontro promosso dall’Aido (Associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule) Gruppo Vallagarina sorto nel 2002. La mattinata si è sviluppata in due fasi con un convegno sul tema “Ridai vita alla vita” in memoria del dottor Alessandro Ricchi e quindi con l’inaugurazione della nuova sede in via Mazzini 42 a Rovereto (alla presenza dei fratelli Alberto e Jolanda sostenitori con l’altro fratello Stefano di Aido Vallagarina) intitolata proprio al cardiochirurgo che ha dedicato la sua vita al trapianto di organi ed è morto nel 2004 in un incidente aereo mentre trasportava a Cagliari, nell’ospedale in cui lavorava, un cuore che avrebbe voluto ancora una volta trapiantare.
“Aido Vallagarina – ha detto il presidente Remo Caneppele – dedica riconoscente la propria sede nella Città della Quercia (dove era cresciuto il dottor Ricchi originario del Modenese ndr) per rendere indelebile la testimonianza di un uomo che ha dato la vita affinché altri potessero rinascere e che ha interpretato con straordinaria passione, profonda condivisione e delicata sensibilità, senza risparmio di tempo e di energie, la sua professione”. All’indirizzo di saluto del presidente Caneppele che ha ricordato la lunga attività e l’incessante impegno della sezione lagarina forte di oltre duemila iscritti, sono seguiti i saluti e le testimonianze dell’assessore provinciale Stefania Segnana, del sindaco Francesco Valduga, di Sara Girardi vicedirettore dell’Azienda sanitaria provinciale, di Luisa Canalia di Aido Vallagarina, del folgaretano due volte trapiantato di fegato Arcadio Gelmi e gli interventi della dottoressa Lucia Pilati, responsabile del coordinamento donazione organi dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento e del professor Gino Gerosa, roveretano, uno dei più famosi cardiochirurghi italiani, direttore di cardiochirurgia dell’Azienda ospedaliera di Padova e direttore del Centro trapianti.
L’Aido, nata nel 1973, ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della scelta di adesione alla donazione e del prelievo degli organi, scelta che può essere effettuata nel proprio Comune di residenza in occasione del rinnovo della carta d’identità, compilando il modulo di adesione reperibile nelle varie sedi di Aido o sul sito www.aido.it oppure negli uffici dell’Azienda sanitaria e agli sportelli di dichiarazioni di volontà istituiti, i primi in Italia, negli ospedali di Trento e di Rovereto. “I dati diffusi dal Centro nazionale trapianti – ha spiegato l’assessore Segnana – mettono il Trentino al secondo posto a livello nazionale per le dichiarazioni di volontà alla donazione di organi e tessuti registrate nel 2021, all’atto delle emissioni della carta d’identità. In base dell’Indice del Dono, ovvero il rapporto realizzato dal Centro – fra le città sopra i centomila abitanti Trento è al primo posto con un indice di 70,2/100 pari all’81% dei consensi, mentre a livello provinciale in testa alla classifica figura Cinte Tesino seguito da Primiero San Martino di Castrozza e quindi Castel Condino.
Siamo arrivati a questi risultati, che vogliamo migliorare ulteriormente, grazie all’impegno dell’Aido con i suoi straordinari volontari, della Provincia autonoma di Trento e dell’Azienda sanitaria. Dobbiamo lavorare tutti assieme per rafforzare questo messaggio che rappresenta un atto di generosità e di amore verso il prossimo partendo fin ai giovani (e su questo tema Aido Vallagarina da tempo lavora per coinvolgere centinaia di studenti ndr): un gesto di generosità che significa un’occasione di rinascita per il ricevente e i suoi familiari”. Toccanti e significative le esperienze vissute in diretta persona e raccontate dalla dottoressa Pilati per spiegare le difficoltà che si trovano ad affrontare i parenti di pazienti morti potenziali donatori di organi che non avevano fatto la loro scelta in vita: “Il tasso di anticipata volontà di donazione dei trentini è al 33%, ben oltre la media nazionale del 25%, un tasso elevato che ci auguriamo possa essere incrementato con una scelta consapevole per sé pensando ai propri cari e a chi aspetta da tempo un nuovo organo”. Nel 2020 sono stati effettuati in Trentino 5 trapianti fegato, 28 trapianti di rene di cui 7 da vivente, 3 trapianti di cuore per un totale di 36 trapianti. Arcadio Gelmi è un trentino con il doppio trapianto di fegato (l’ultimo nel 2011) dopo vent’anni di malattia: “La mia qualità di vita è radicalmente cambiata grazie alla generosità di due persone: prima del trapianto la mia non era vita…”.
Il professor Gerosa, eccellenza della cardiochirurgia e collega di Ricchi con il quale ha condiviso una parte del suo percorso professionale, ha evidenziato la difficoltà complicata dalla burocrazia riguardante il trapianto di organi rispetto al trapianto di diversi organi perché “i donatori diventano più vecchi e di conseguenza sono più malandati rispetto ai giovani. In pratica è quasi azzerata la morte cerebrale post traumatica mentre le morti per ischemia ed emorragia cerebrale hanno un’incidenza maggiore. In Italia per stabilire una morte cardiaca è previsto un elettrocardiogramma piatto per 20 minuti rispetto ai 5 minuti del mondo anglosassone e quindi è molto difficile utilizzare il cuore per il trapianto. Per quanto riguarda il cuore artificiale totale attualmente a disposizione meno del 75% degli uomini e meno del 25% delle donne sono potenziali riceventi e con le difficoltà riscontrate è stata sospesa la produzione” ha affermato il professor Gerosa che in conclusione del suo intervento ha lanciato una proposta all’assessore: “Il Trentino, con le sue competenze scientifiche a partire da Cibio, può diventare il leader e capofila per sviluppare il primo cuore artificiale totale italiano”.