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LANCIO D'AGENZIA

PROVINCIA AUTONOMA BOLZANO * LAVORI AULA: « APPROVATO IL DLP 143/23 CON 25 SÌ – 4 NO – 2 ASTENSIONI, L’ABBATTIMENTO DEI LUPI È CONSENTITO »

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17.19 - venerdì 9 giugno 2023

Lavori Consiglio: Sì al dlp su aree di pascolo protette e misure per il prelievo di lupi. Approvato con 25 sì, 4 no e 2 astensioni il dlp 143/23: Aree di pascolo protette e misure per il prelievo dei lupi e la protezione della specie dall’ibridazione. L’ultima parte della discussione articolata e le dichiarazioni di voto.

Nel pomeriggio di oggi, il plenum del Consiglio provinciale ha proseguito la discussione articolata del dlp 143/23: Aree di pascolo protette e misure per il prelievo dei lupi e la protezione della specie dall’ibridazione (conss. J. Noggler, A. Schuler, F. Locher e M. Vallazza), portata avanti per larga parte questa mattina. .

 

L’articolo 12 contiene le disposizioni finanziarie.

Riccardo Dello Sbarba (Gruppo verde) ha voluto rettificare delle informazioni date questa mattina dal presidente Kompatscher sull’invio del parere da parte dell’ISPRA. Kompatscher aveva detto che l’ISPRA non aveva fatto pervenire alcun parere nelle occasioni in cui era stato richiesto, cosa che egli stesso aveva ritenuto grave, ma da un controllo era emerso che a un’interrogazione del Gruppo verde del 2022 (2384), l’ass. Schuler aveva risposto che erano state presentate due richieste – Val di Funes e Braies – e che in entrambi i casi l’ISPRA aveva dato parere negativo, in quanto carenti di motivazione, in particolare per l’assenza di qualunque forma di prevenzione e di un buono stato di conservazione della popolazione dei lupi. ISPRA aveva fatto riferimento all’articolo 16 della Normativa Habitat e ai suoi pilastri normativi: stato di conservazione della popolazione, assenza di alternative con le misure di protezione, danno valutato come grave. L’ISPRA il proprio dovere l’aveva fatto, quindi non c’era motivazione di prevedere un’azione unilaterale nel caso in cui la risposta non arrivasse entro 10 giorni. Dello Sbarba ha chiesti perché, nel caso citato, e dato che Kompatscher aveva detto che il parere non era vincolante ma solo consultivo, egli non aveva provveduto a disporre l’abbattimento. Diego Nicolini (Movimento 5 Stelle) ha detto di essere arrivato alle stesse conclusioni di dello Sbarba, e che se davvero fosse mancata la risposta dell’ISPRA ci sarebbe voluta un’interrogazione parlamentare. la legge era basata sul pregiudizio che in Italia le cose non funzionassero, su supposizioni e presunzioni; l’unica cosa sicura era l’odio cieco verso una specie animale. vero era che Kompatscher in conferenza stampa aveva detto che il parere era obbligatorio ma non vincolante, e allora perché non si era proceduto all’abbattimento? Quanto previsto nella legge in esame non era nulla di nuovo, con l’aggiunta di una parte totalmente irrazionale: una presa in giro per gli agricoltori, una legge di propaganda con la grancassa del Dolomiten e altri organi.

Si inseriva la paura come elemento di campagna elettorale, ed era la cosa più grave. Sven Knoll (STF) ha ritenuto necessario un chiarimento della Giunta provinciale , anche sulla possibilità di ordinare un prelievo, nonostante il parere dell’ISPRA, essendo questo non vincolante. Anche Paul Köllensperger (Team K) ha posto interrogativi in questa direzione, relativa al fatto che c’erano già due pareri e che questi comunque erano non vincolanti.L’ass. Arnold Schuler ha detto che forse il presidente della provincia non era stato informato abbastanza, perché i pareri non erano stati inviati a lui ma agli uffici. la risposta era corretta, e il caso della pecora dagli occhiali della Val di Funes era interessato perché anche questa pecora era una specie protetta: l’ISPRA aveva detto che non era in grado di dare un parere positivo perché la documentazione non era sufficiente, internamente questo non era stato inteso come parere negativo, in quanto vago. In base alla legge del 2018 il parere era necessario per il prelievo, negativo o positivo che fosse. Si era comunque dell’idea che un decreto del presidente della Provincia sarebbe stato impugnato. Köllensperger ha chiesto allora quale fosse il vantaggio del disegno di legge in esame. Il presidente della Provincia Arno Kompatscher ha fatto riferimento al parere obbligatorio dell’ISPRA, e al fatto che la nuova norma disponesse che in caso di assenza si possa far riferimento al parere dell’Osservatorio faunistico, e con decreto motivare la decisione. L’articolo è stato approvato con 21 sì, 1 no e 9 astensioni.

 

L’articolo 13 definisce l’entrata in vigore.È stato approvato con 25 sì, 1 no e 5 astensioni.

Dichiarazioni di voto:

Andreas Leiter Reber (F) ha annunciato voto favorevole, pur rimarcando che fossero mancati i regolamenti d’esecuzione. Tuttavia, il territorio altoatesino non era adeguato alla convivenza, la specie dei lupi non era minacciata e la gestione dei pascoli in Alto Adige non consentiva la convivenza. La legge era un piccolo passo avanti. Ha chiesto al presidente della provincia di essere coerente e prevedere la possibilità di abbattimento anche dopo le elezioni, affinché i lupi tornassero ad avere timore dell’uomo, considerandolo un predatore più potente. La presenza dei lupi era problematica soprattutto per le malghe, meno per gli uomini che erano più minacciato dagli orsi. Ha quindi invitato le püopolazioni delle aree rurali a non farsi abbagliare dalle promesse: la possibilità che c’era non era stata sfruttata: egli mirava a una provincia libera dal lupo.

Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha detto che la legge non serviva a prelevare lupi ma a catturare voti. ha ricordato che per tutta la mattina era stato detto che la legge era necessaria perche l’ISPRA non rilasciava pareri, poi si scopriva che i pareri c#erano. La legge non forniva risposta su come dovevano essere le zone protette, come comprovare che proprio quello fosse l’animale problematico. Problematico era anche chi i contadini potessero attuare opere dissuasive dovendo poi spiegare alla provincia come si erano comportati. Proprio la sopravvivenza dei contadini dipendeva da questa legge, ma si ascoltavano solo gli animalisti, per i quali però la vita delle pecore non era così importante. Nel dibattito non era stata citata la paura che molti avevano di andare nei boschi. Cosa aveva fatto la Giunta finora, stando il fatto che il parere non era vincolante? Perché non si era mai tentato un prelievo? La Giunta avrebbe dovuto avere il coraggio di intervenire, magari anche litigando con i Ministeri. Invece, chi ci rimetteva erano i contadini. Era stato rinfacciato alL’opposizione di non aver agito a sua volta, ma la maggioranza ben sapeva che l’opposizione non poteva anticipare disegni di legge. Knoll si è detto infine per il prelievo di esemplari problematici, ma non favorevole a una presa in giro dei cittadini. per questo, il suo gruppo si sarebbe astenuto.

Riccardo Dello Sbarba (Gruppo verde) ha apprezzato come si era svolto il confronto, in maniera seria e fondata, con disposizione all’ascolto. Si prendevano sul serio le necessità dell’agricoltura di montagna, del turismo, ma anche la tutela della natura e le normative europee e quanto dicevano colleghi e colleghe. I verdi avrebbero votato contro la norma, perché era un pasticcio. Se l’abbattimento non era stato autorizzato nel momento in cui c’era stato un parere ISPRA, non si sarebbe proceduto nemmeno con questa legge, che illudeva, “e dopo l’illusione avviene la delusione”. C’era una strada alternativa per abbattere un lupo o orso problematico: il sindaco può attuare d’ufficio un prelievo immediato se ritiene fondato il rischio per la sicurezza pubblica, come risultava dalla risposta di Schuler. Nessuno, però, aveva il coraggio di procedere, forse nella consapevolezza che non ci fossero motivi sufficienti per il decreto di abbattimento. Ha ricordato l’abbattimento nel 2018, in Trentino, dell’orsa KJ2, che comportò un processo per il presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi, il quale però venne assolto. I risultati della legge si sarebbero visti nella prossima legislatura, ma egli aveva forti dubbi.
Josef Unterholzner (Enzian) ha evidenziato gratitudine per vivere in una provincia bella come l’Alto Adige, anche grazie alL’agricoltura di montagna, e che gli piangeva il cuore quando vedeva immagini di animali predati – i contadini avrebbero dovuto portarne una. Si augurava quindi che questa legge fosse un passo in più, seppure già nel 2018 il presidente della provincia avrebbe potuto varare un decreto, oppure farlo dichiarando una situazione emergenziale: questo funzionava, come dimostrato negli ultimi tre anni. Alcuni toponimi tipo Woslfsgruben dimostrano che il lupo un tempo c’era, ma se si vuole una montagna popolata non c’è spazio per questi animali. Quando il primo lupo o orso sarebbe stato prelevato si sarebbero visti i primi risultati.

Franz Locher (SVP), cofirmatario della legge, ha rilevato che la discussione quando si parlava di agricoltura di montagna era sempre molto accesa; la discussione era stata interessante e si augurava che si facesse un passo avanti. Ogni articolo aveva avuto 24-25 sì, questa era una buona maggioranza, e si augurava il varo di una legge che permettesse l’autonomia in questo settore: questo si meritava l’agricoltura di montagna. Diversa era la situazione in Appennino, dove c’erano tantissimi cinghiali e pertanto il lupo era visto diversamente. I lupi arrivavano da regioni vicini perché non si era intervenuto prima, ora era il momento di agire. I punti 5 e 6 erano essenziali, e importante era poter soprassedere al parere dell’ISPRA; un tempo si parlava solo di prelievo, ora anche di abbattimento: la sensibilità era cambiata. Dato che con Roma non si era andati avanti, era ora di farlo. Importante era ricevere al più presto il regolamento di esecuzione.

Diego Nicolini (Movimento 5 Stelle) ha annunciato voto convinto contro una legge che riteneva antropocentrica, Essa dava voce ai fucili, era motivo di sfogo e di propaganda, ma non avrebbe risolto il problema, provocando invece un deterioramento dei rapporti tra Provincia e altre istituzioni, perché ci sarebbero stati ricorsi. L’aria era cambiata anche nella SVP, se istinti animaleschi avevano il sopravvento sul pensiero scientifico.Il ministro Costa aveva suggerito a suo tempo di provare prima ad applicare il Piano lupo, ma già c’era la volontà di esasperare la situazione. La legge non avrebbe aiutato a risolvere il problema, se mai si sarebbe sentito qualche sparo in più; c’erano già normative e regolamenti ISPRA che consentivano la protezione delle greggi, che era giusta.

Non si trattava di catturare il voto ma voti, ha detto Paul Köllensperger (Team K), e la possibilità di abbattere un lupo c’era giá oggi Probabilmente non si sarebbe arrivati ad abbattimenti perché la legge sarebbe stata impugnata da Romna. non si era mai arrivati ad abbattimenti perché non si era mai provveduto a misure di protezione delle greggi; su questo l’ISPRA non aveva torto, e per questo ci si trovava in una situazione pessima e i püareri ISPRA erano vaghi. Il Bauernbund aveva dato il suo contributo alla situazione attuale. Egli non avrebbe partecipato al voto su una legge puramente propagandistica.
Sandro Repetto (Partito Democratico – liste civiche) ha ritenuto interessante il dibattito su un problema molto sentito non solo dall’agricoltura di montagna ma anche dal turismo e dai cittadini che temevano di affrontare la montagna per questi predatori. la tempistica era criticabile in quanto si era vicini alle elezioni, ma un segnale del territorio era necessario. la legge sarebbe stata impugnata, soprattutto l’articolo 2, ma bisognava evidenziare un problema che andava risolto: per questo, egli avrebbe votato a favore pur sapendo che la legge non sarebbe arrivata da nessuna parte, e con curiosità verso l’atteggiamento del governo in caso di impugnazione. La legge avrebbe potuto essere adottata anni fa.
Marco GAlateo (Fratelli d’Italia) ha chiesto se il tono di alcuni interventi contrari sarebbe stato lo stesso in caso di incidente con una persona. Si Sapeva che il pupo poteva superare le recinzioni, e si parlava di risarcimenti, ma non degli animali che finivano nei dirupi. La legge era un indirizzo chiaro in merito al problema.In Trentino c’era un calo di prenotazioni turistiche per la paura degli animali selvatici, si voleva fare la stessa fine in Alto Adige? certamente no. BIsognava avere fiducia nei confronti di chi coltivava e curava la terra producendo alimenti che andavano sulle tavole anche dei turisti: nessuno di loro si sarebbe divertito col fucile. tra vita umana e vita animale, la prima doveva avere sempre la prioritá, per questo era determinante dare alle persone la possibilitá di difendersi, e alle aziende agricole di tutelare la propria attivitá. Il tema andava aperto anche a livello europeo, considerando anche le diverse esigenze delle diverse zone.

Intervenendo come consigliere, il pres. Arno Kompatscher ha invitato a non confondere la questione in esame con quella della sicurezza pubblica, si trattava di ambiti diversi. Nessuno aveva detto che la legge avrebbe risolto il problema, ma era un primo passo. I moniti di probabile impugnazione erano forse esagerati, ma da un lato si chiedeva di avere coraggio, dall’altro si criticava quando si prendevano decisioni a difesa dell’autonomia. Il problema con la Corte costituzionale riguardava tutte le regioni, in particolare le speciali. Finora non gli era mai stato proposto di firmare un decreto di abbattimento, che però avrebbe firmato. Da ISPRA non era pervenuto un parere negativo, era stato detto che “non si poteva dare un parere”, il che non permetteva una controdeduzione: per questo, serviva la legge in esame, sulla quale si augurava un ampio consenso per dare un segnale verso Roma. Ci si augurava anche di trovare un’intesa in merito con le altre regioni.
Josef Noggler (SVP) ha detto che faceva male l’accusa di “legge di propaganda”, evidentemente non si capiva quanto l’agricoltura e l’economia di montagna risentivano del problema. Astenendosi o votando contro non si risolveva alcun problema. Tutti i consiglieri avrebbero potuto avanzare proposte migliori negli ultimi 5 anni, ora accusare la maggioranza di propaganda era sleale e scorretto. Ha quindi ringraziato i firmatari del dlp e chi l’avrebbe sostenuto.
Messo in votazione, il dlp 143/23 è stato approvato con 25 sì, 4 no e 2 astensioni.

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