In un clima di massima cordialità, si è svolto poco fa a palazzo Trentini il primo incontro tra il nuovo rettore dell’Università di Trento – reduce oggi dal suo primo Senato accademico – e il presidente del Consiglio provinciale.
Com’è noto, Flavio Deflorian è trentino, di Ziano, ed è il primo “numero 1” dell’ateneo ad essersi laureato al suo interno. Dal suo colloquio con Walter Kaswalder è emersa un’ampia condivisione di punti di vista, da trentini che hanno a cuore lo sviluppo armonico di questa terra attraverso uno strumento di eccellenza e di prima linea come l’Università. Il rettore ha detto che il successo della stessa è intimamente dipendente dall’ampia condivisione finora manifestata dalla popolazione trentina.
I 17 mila studenti attuali possono diventare a regime 20 mila – ha ragionato – ma le infrastrutture devono essere ancora migliorate (tra i progetti ha citato lo studentato di Piedicastello, ma anche un’analoga struttura da collocare a Rovereto, per fare in modo che gli studenti risiedano volentieri e stabilmente anche nella città della quercia).
Particolarmente stimolante appare l’avventura della nuova Facoltà di Medicina. Impresa non facile – ha detto Deflorian – e che richiederà un decennio prima di produrre tutte le sue positive ricadute, non prima dell’avvio delle necessarie scuole di specialità (“le vogliamo attivare al più presto, ne ho già parlato alla ministra Messa”). Con il presidente Kaswalder l’ospite ha ragionato anche dell’interconnessione che dovrà esserci tra l’ateneo e il nuovo N.o.t.
Deflorian ha manifestato una concezione policentrica dell’Università, nel senso che ritiene strategico farla sentire utile, presente e vicina anche alle “periferie”, ad esempio con la dislocazione di sedi di tirocinio, oppure interagendo con il progetto Olimpiadi invernali 2026.
Kaswalder ha offerto massima collaborazione e rivolto i migliori auguri al rettore, perché possa nei suoi 6 anni di mandato concretizzare le ottime idee già messe in campo.