Ora è il momento di provare a costruire un nuovo Pd. Intendo un Pd confederato, più lontano da Roma e più vicino a Bolzano, con una maggiore e più radicata identità territoriale. Un’esigenza, a mio avviso, emersa chiara e forte dalle urne.
Il Pd territoriale è un partito inclusivo, non esclusivo, che dà centralità all’Autonomia, nella sua più autentica accezione di partecipazione plurale di tutte le anime del territorio. Perché bisogna ripartire dai fondamenti della cultura democratica prossima alle persone, presente sul territorio, che sia in grado di intercettare le questioni e i contenuti da riformare: lavoro, scuola, sanità, dialogo sociale e integrazione.
Insomma è dai cancelli delle fabbriche, dalle piazze, dai luoghi collettivi, che bisogna ripartire. Ascoltando e interpretando e non pontificando.