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POLIZIA DI STATO – ROMA * TRUFFE INFORMATICHE AI DANNI DI GRANDI AZIENDE: « NEGLI ULTIMI MESI RECUPERATI QUASI 16 MILIONI DI EURO »

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10.15 - martedì 16 luglio 2019

Sempre piu’ frequenti le truffe informatiche ai danni di grandi aziende. Il servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia negli ultimi mesi ha consentito il recupero di quasi 16 milioni di euro.

Era un attacco del tipo “man in the middle” ovvero uno di quegli attacchi informatici in cui qualcuno, segretamente, altera la comunicazione tra due parti che credono di comunicare direttamente tra di loro, quello sventato dal servizio per la cooperazione internazionale di polizia (S.C.I.P.) a Pechino.

Vittima, questa volta, una importante azienda italiana che aveva, in corso, un ordinativo con un fornitore cinese con il quale intratteneva rapporti commerciali da oltre dieci anni.

In particolare, alcuni giorni prima della conclusione dell’affare, la società riceveva una mail, dall’usuale indirizzo del fornitore, con la quale veniva comunicato che, il versamento a saldo doveva essere fatto su un conto corrente (allocato a Pechino) diverso da quello utilizzato fino a quel momento; la richiesta non veniva considerata anomala e la transazione veniva portata a termine. Solo più tardi si appurava che il fornitore non aveva mai chiesto di spostare i pagamenti sul nuovo conto corrente.

Gli accertamenti consentivano di accertare la truffa e di giungere al recupero della somma, 609.348.00 RMB pari a circa 79.000,00 Euro.

Già in passato, l’ attenta attività di polizia dello S.C.I.P. in collaborazione con le autorità locali aveva portato alla soluzione di casi analoghi.

Nel novembre dello scorso anno, il tempestivo intervento dell’Interpol consentiva il recupero di quasi 8 milioni di euro distratti verso conti correnti allocati ad Hong Kong e nel Fujian (Cina continentale).

Nel gennaio scorso, anche la “Marcegaglia Uk” era stata vittima di una truffa, in questo caso quella conosciuta come CEO Fraud, che viene posta in essere sempre attraverso finte mail in cui il Ceo della stessa azienda richiede il trasferimento di grandi somme di danaro.

In questo caso, il falso Ceo, con richieste opportunamente confezionate, induceva un funzionario della società, al trasferimento di circa un milione e mezzo fra euro e sterline verso un conto ad Hong Kong.

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