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PIETRACCI (PSI) * COMITATO PROVINCIALE SOCIALISTA: « IN QUESTI PRIMI TRE MESI LA GIUNTA FUGATTI HA DIMOSTRATO DI PERSEGUIRE UNA VISIONE REGRESSIVA E CONSERVATRICE »

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10.06 - sabato 23 febbraio 2019

C’è sempre un’occasione per distogliere l’attenzione politica dai veri problemi dell’Italia. Ecco gli arresti domiciliari dei genitori di Renzi, ecco il surreale e scontatissimo voto sull’immunità ministeriale per Salvini con tanto di gesto delle manette del senatore pentastellato Giarrusso.

Le questioni più importanti finiscono invece nello stesso calderone: il nostro isolamento internazionale, l’assenza di una minima strategia di sviluppo, la recessione economica in cui siamo piombati. I nostri eroi al governo pensano alle elezioni europee quando finalmente verranno cacciati i “burocrati di Bruxelles”. Insomma prepariamoci alla rivoluzione.

Sicuramente però le elezioni di fine maggio per il Parlamento europeo saranno fondamentali per il futuro nostro e dell’Unione. Forse si intravede qualche spiraglio di luce. Le forze politiche europeiste e riformiste non devono cedere e rincorrere il nazionalismo.

Abbiamo visto ciò che accade in Francia: il cosiddetto movimento dei “gilet gialli” ha rivelato il suo vero volto, pericolosamente reazionario. Ma Macron è in risalita nell’apprezzamento dei cittadini forse perché non ha ceduto alla piazza e ancor meno ha cercato di blandirla.

Anche qui in Italia dobbiamo coltivare una ferrea opposizione. In queste prossime settimane di congressi, ed in particolare in attesa del risultato del congresso del Pd, è evidente che la sinistra democratica riformista e socialista deve presentarsi anche in Italia con un progetto credibile.

Calenda o non Calenda, la frammentazione non è certo la soluzione. Diamo invece segnali chiari, proposte semplici dimostrando di essere capaci di costruire aggregazioni forti e credibili.

E in Trentino che accade? Il dilemma è soltanto questo: ci governa direttamente Salvini oppure comanda Zaia? Senza accorgerci la nostra autonomia si affievolisce e un po’ alla volta sfuma. Nella guerra tra i territori che scaturirà dal provvedimento sull’autonomia “differenziata” tra le Regioni, il piccolo Trentino soccomberà.

Nel nuovo corso le Dolomiti sono già “le montagne di Venezia” e il Trentino l’ottava provincia del Veneto.

Non è uno scherzo, potremmo davvero ritrovarci così se non ci sarà un sussulto di orgoglio per quanto siamo stati capaci di costruire in quasi 70 anni grazie alla particolare autonomia speciale di questa regione.

Sarebbe anche interessante che le elezioni europee servissero per recuperare una visione del nordest, da Bolzano a Trieste, da Venezia a Bologna, che non sia quella della Lega.

In questi primi tre mesi di vita la Giunta  Fugatti, in ripetute occasioni, ha dimostrato di perseguire una visione regressiva e conservatrice del Trentino. Bisogna peraltro riconoscere che su alcuni temi, come l’attenzione alle valli e alle loro aspettative, la destra ha colmato un vuoto progettuale nell’azione di Governo del centrosinistra che non aveva chiaramente percepito il sentimento di una parte, ora maggioritaria della popolazione trentina.

Il problema dunque di tutto il centro sinistra è quello di recuperare una connessione più forte con quel ”popolo” che  negli ultimi anni era diventato “invisibile” nel linguaggio e nella progettualità.

Per questo cambio di rotta radicale non basta più  l’opposizione formale all’interno delle istituzioni, perché questa nuova maggioranza opera prevalentemente al di fuori delle istituzioni. Da qui ripartire. Purtroppo però il centro sinistra vagola ancora nel buio. Per difendere l’autonomia non bisogna cedere sui valori.

Ma anche parlare di cose concrete. Possiamo tornare a vincere soltanto quando tutto il centro sinistra detterà nuovamente l’agenda e finirà di inseguire il fantasma della sconfitta.

Ci vorrà tempo, ma è bene partire subito trovando un linguaggio comune che possa essere compreso da tutti i trentini, delle città e delle valli, del centro e della periferia.

Riprendere a parlarsi e poi cercare alleati, vecchi e nuovi : le ragioni ci sono, gli argomenti anche, manca una proposta forte e autorevole: costruiamola.

 

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Alessandro Pietracci
Segretario Provinciale Psi

 

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