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PIERGIORGIO CATTANI * RICHIEDENTI ASILO – ASSISTENZA CASE DI RIPOSO / LETTERA A FUGATTI E DALZOCCHIO: « È MEGLIO CHE NON CI VADANO I “NEGRI”, POTREBBERO SFATARE LA VOSTRA INACCETTABILE VISIONE »

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17.01 - lunedì 2 settembre 2019

Gentile presidente Fugatti, gentile capogruppo Dalzocchio, vi scrivo dopo aver letto un articolo sul giornale riportante delle dichiarazioni del Presidente della provincia autonoma di Trento per cui i richiedenti asilo non avrebbero più il permesso di andare nelle case di riposo per tenere compagnia agli anziani.

La notizia mi sembra alquanto sconcertante anche se abbastanza coerente con la vostra impostazione culturale e politica. Non sia mai che un “negro” richiedente asilo possa integrarsi e magari andare a trovare qualche anziano in casa di riposo. Non sia mai che possa entrare nella nostra comunità imparando il dialetto, mangiando la polenta, diventando un giorno cittadino italiano (chi ha detto che poi non potrebbe votarvi?). Purtroppo questa è la vostra strategia politica: mostrare che i migranti costano soltanto, che sono esclusivamente un problema di sicurezza, che devono venire “ dopo” i trentini. Occorre allora nascondere, impedire, eliminare qualsiasi possibilità di integrazione. Cancellare gli episodi positivi. A costo di essere masochisti. E quindi in casa di riposo è meglio che non ci vadano i “negri”: potrebbero sfatare la vostra inaccettabile visione.

Vorrei però raccontarvi della mia esperienza. Un’esperienza ormai di più di 25 anni (prima si occupavano completamente i miei genitori della mia assistenza), l’esperienza di un disabile grave come sono io. Spero ardentemente che voi non abbiate parenti con questo tipo di problemi, vi auguro di non averne mai personalmente.

Non sono auto sufficiente e per fare qualsiasi cosa ho bisogno di aiuto. Ma non voglio dilungarmi sulle mie esigenze. Dico solo che non è semplice trovare un assistente adeguato. Ne ho cambiati tantissimi in questi anni: italiani, stranieri, uomini, donne, persone formate, persone senza alcuna preparazione specifica ma che avevano le virtù della pazienza e della abnegazione.

Ho fatto sempre contratti regolari. Una sola cosa mi interessava e mi interessa: che soddisfacessero le mie necessità.
Quando sono costretto a cambiare assistente (quasi sempre sono loro che mi lasciano per i più svariati motivi) la ricerca mi costa tempo e fatica. Cerco ovunque. Per farla breve da due anni un mio collaboratore è uno di quelli arrivati con il barcone, quelli descritti dal vostro capitano come pericolosi invasori, delinquenti, al limite poveracci che però possono sostituirci, distruggere la nostra identità. Vederli girare per la città inquieta, nei paesi non li vogliono. Ma non è così. Questa è l’immagine distorta della vostra propaganda.

Cercando ovunque un collaboratore con una buona prestanza fisica, alcuni amici mi hanno suggerito di rivolgermi a qualche richiedente asilo. Mi guidava soltanto il pragmatismo: trovare chi rispondesse meglio alle mie esigenze. Naturalmente ho incontrato anche tanti italiani e trentini, bianchi, istruiti… Ho trovato però un richiedente asilo.

Vi assicuro che avrei preso anche un militante leghista se fosse stato adatto. Ve lo assicuro proprio. Perché in certe situazioni non si può essere ideologici come voi. Il razzismo non me lo posso permettere. Mi trovo molto bene con quest’uomo. Perché ho scelto lui? Perché si è integrato meglio di altri anche grazie ai progetti che voi adesso avete cancellato. Aspetto soltanto che voi vogliate impedire che i “negri” possano aiutare i cittadini come me. Poi sarete voi a trovarmi un aiuto adeguato. Mi sembra incredibile che non capiate che la vostra politica danneggia i più deboli… Danneggia i disabili, gli anziani, chi ha bisogno. Forse che per raccattare qualche voto volete infierire sui più deboli?

Concludo con una nota. Questo mio collaboratore non toglie il posto a un giovane trentino. State tranquilli. Io chiedo assistenza, non solidarietà. È un lavoro ben retribuito, ma sicuramente complicato. Forse secondo voi un africano non è capace di compiere questi lavori. Ma vi sbagliate di grosso.

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Piergiorgio Cattani

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