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PICCOLA SOFIA – KREMSNER A OGGI: LE BAMBINE DEL BURKINA FASO NON C’ENTRANO

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12.13 - mercoledì 13 settembre 2017

(Fonte: Media relations Rcs Mediagroup) – Bimba Morta di Malaria/il grande esperto Peter Kremsner a «Oggi»: «le bambine del Burkina Faso non c’entrano»

«La morte di Sofia per malaria è un evento rarissimo. Difficile risalire alla fonte dell’infezione, ma escludendo errori clamorosi, come una massiccia trasfusione di sangue contaminato, le sorelline del Burkina Faso che erano ricoverate con lei a Trento non c’entrano nulla».

Lo afferma in un’intervista pubblicata sul numero di Oggi domani in edicola il professore tedesco Peter Kremsner, uno dei massimi esperti al mondo in malattie tropicali e scopritore di un vaccino antimalarico, presentato nel febbraio scorso su Nature.

Lo specialista tedesco, docente all’università di Tubinga, ha seguito con attenzione la tragedia di Sofia e per spiegare a Oggi le proprie conclusioni ha dovuto fare alcune premesse. «Il fatto che Sofia e le bimbe africane siano rimaste insieme per cinque giorni nello stesso reparto non deve trarre in inganno», ha precisato Kremsner.

«Il vettore tra un soggetto malato e uno sano può essere solo una zanzara di tipo anofele. Ce ne sono anche da noi, ma solo in casi molto rari e in condizioni molto particolari riescono a trasmettere il plasmodium falciparum, ossia il parassita che scatena la malattia. Ma è tutta questione di tempi.

Dopo aver punto una persona infetta l’anofele incorpora i gameti del plasmodium e prima che possa portare a maturazione il parassita, per poi trasmetterlo a un altro individuo, devono passare circa due settimane.

Sofia e le bambine del Burkina sono state insieme in reparto per pochi giorni, insufficienti a trasmettere l’infezione». Kremsner spiega che le ricerche andrebbero estese ai ricoveri per malaria avvenuti a Trento nelle settimane precedenti. «Ne risultano due», ha detto a Oggi, «uno dal 19 al 25 luglio proprio in pediatria.

L’altro dal 29 luglio al 4 agosto agli infettivi. Se una zanzara anofele avesse punto uno di questi due soggetti, avrebbe avuto il tempo di portare a maturazione il plasmodium e avrebbe potuto trasmetterlo a Sofia mentre era ricoverata. Dovendo fare un confronto sui ceppi genetici del parassita, lascerei perdere le sorelline del Burkina e mi concentrerei sui due casi precedenti».

 

 

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