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“PATTO DEMOCRAZIA”: CGIL FIOM TRENTINO, CISL FIM CONTRO LAVORATORI INDUSTRIA

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15.48 - sabato 28 ottobre 2017

(Fonte: Cgil Fiom del Trentino) – Patto sulla democrazia, la Fim-Cisl colpisce i lavoratori dell’industria. Apprendiamo con rammarico della decisione di Fim-Cisl del Trentino di voler sospendere il “Patto sulla democrazia nei luoghi di lavoro”, solennemente firmato da Fiom-Fim-Uilm del Trentino il 7 novembre 2011, davanti all’assemblea unitaria dei direttivi delle tre organizzazioni.

Così facendo, la Fim non attacca la Fiom, bensì i diritti dei lavoratori dell’industria.

Con questa decisione, infatti, la Fim-Cisl del Trentino toglierebbe ai lavoratori il diritto di votare le piattaforme (vale a dire l’elenco delle richieste che le rappresentanze sindacali avanzano alle aziende) e soprattutto il diritto di votare le ipotesi di accordo (vale a dire il diritto di votare le intese raggiunte, prima della firma ufficiale degli accordi e della loro entrata in vigore).

Non solo, sospendendo il Patto del 2011, la Fim-Cisl del Trentino renderebbe possibile, oltretutto bypassando come appena visto il voto dei lavoratori, introdurre coi contratti aziendali deroghe peggiorative non soltanto dei contratti nazionali, ma persino delle leggi.

Infine, sospendendo il Patto, la Fim-Cisl cancellerebbe quanto in esso previsto in tema di “quote contratto” (il contributo alle Organizzazioni Sindacali chiesto ai lavoratori non iscritti in occasione della firma degli accordi), col risultato che nelle aziende ove la Fim-Cisl ha la maggioranza (fortunatamente ben poche) essa potrebbe, oltreché firmare accordi separati senza passare per il voto dei lavoratori, accordi magari peggiorativi persino delle leggi, anche prelevare forzatamente soldi dalle tasche dei lavoratori non iscritti, così come hanno fatto con l’accordo separato con l’Associazione Artigiani.

In definitiva, la Fim-Cisl colpirebbe i diritti dei lavoratori dell’industria, a cominciare paradossalmente dalle aziende dove lei stessa ha la maggioranza delle Rsu.

Tutto questo avviene mentre si accusa la Fiom di mettere a repentaglio una “tradizione negoziale territoriale unica e virtuosa” e di rifiutare un “percorso comune e unitario”, quando proprio il Patto del 2011, per noi ancora valido, è garanzia di unità sindacale, proprio perché si fonda sul principio della democrazia nei luoghi di lavoro.

Per quanto ci riguarda, come Fiom-Cgil continueremo ad applicare i contenuti del Patto del 2011: faremo sempre votare tutti i lavoratori, non firmeremo deroghe alle leggi e chiederemo eventualmente solo quote contratto volontarie.

Sono questi i contenuti ancora attualissimi di quel Patto, niente affatto superati dagli accordi nazionali, come si vorrebbe far credere.

L’unità sindacale e la democrazia sono per noi una pratica quotidiana, non slogan.

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