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LANCIO D'AGENZIA

PATT (IN COLLABORAZIONE SVP) * REGIONE TN-AA / STAFFETTA PRESIDENTI: « PRESENTATE OGGI LE NOSTRE PROPOSTE PER VALORIZZARE IL RUOLO DELL’ENTE, IN ALLEGATO IL DOCUMENTO PRESENTATO A FUGATTI »

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15.45 - venerdì 25 giugno 2021

Cinquant’anni ci separano ormai dall’approvazione del secondo Statuto di Autonomia. Negli ultimi decenni, perseguendo una concezione di un’Autonomia non statica ma dinamica, interpretata come responsabilità che si adatta ai tempi che cambiano, la Regione autonoma Trentino Alto Adige-Südtirol e le due Province autonome di Trento e di Bolzano hanno ottenuto un’espansione delle proprie competenze e nuove funzioni amministrative. Il processo di ampliamento dell’Autonomia è tuttora in corso e il confronto con lo Stato per ottenere il trasferimento alla Regione e di conseguenza alle Province di ulteriori competenze non è mai venuto meno.

Le due Province autonome hanno saputo sviluppare e potenziare la propria azione di governo e di amministrazione in modo efficace ed incisivo, facendo crescere in modo parallelo, ma con le dovute differenziazioni, i due sistemi autonomistici. La Regione da ente gestionale ha vissuto una progressiva evoluzione, assumendo una funzione più politica di raccordo, ancora non adeguatamente compiuto, tra le due Province. Da qui deriva l’importanza strategica del meccanismo della staffetta, motivato dalla necessità di intersecare la visione strategica delle tre Istituzioni nell’ottica del perseguimento di un fine comune che è l’interesse dei territori nel rispetto delle loro specificità, con un occhio di riguardo alla necessità di tutela delle minoranze linguistiche rappresentate (italiani, tedeschi, ladini, mocheni, cimbri).

Presupposto indispensabile per la nuova funzione della Regione è l’unicità dello Statuto d’Autonomia per le due Province, che, seppur formalmente adottato unilateralmente dallo Stato italiano, attua sostanzialmente le misure dell’Accordo di Parigi, che costituisce – anche se in forma semplificata – un trattato internazionale. La nostra Autonomia risulta pertanto garantita anche sul piano internazionale, con conseguente possibilità di denuncia di eventuali violazioni da parte austriaca e, teoricamente, anche dagli altri firmatari del Trattato di Pace, come si desume dal secondo comma dell’art. 1 del decreto legislativo 266/1992, secondo cui le disposizioni relative al rapporto tra atti legislativi statali e leggi regionali e provinciali e quelle relative alla potestà statale di indirizzo e coordinamento “sono poste ad ulteriore garanzia della speciale autonomia della Regione Trentino-Alto Adige e delle Province autonome di Trento e Bolzano, fondata sullo Statuto speciale e ricollegantesi all’Accordo concluso a Parigi il 5 settembre 1946, che prevede l’esercizio di un potere legislativo ed amministrativo autonomo anche a tutela delle minoranze linguistiche”.

Il meccanismo della staffetta venne sostanzialmente anticipato dal Legislatore costituzionale con l’alternanza prevista, a metà legislatura, per la Presidenza del Consiglio regionale. La politica del nuovo millennio ha inteso imprimere la stessa logica all’avvicendamento al vertice dell’organo esecutivo regionale. La presenza alla guida della Giunta regionale dei due Presidenti delle Giunte provinciali testimonia l’importanza che le due Province vogliono attribuire alla Regione come luogo deputato a costruire il dialogo fra i due territori e a fare sintesi delle loro istanze comuni. Lo stabilisce in maniera inequivocabile il Decreto del Presidente della Regione n.17 dell’1 marzo 2019, relativo alla ripartizione delle competenze tra il Presidente e il Vicepresidente sostituto, prevedendo nella rispettiva declaratoria l’esercizio di “forme di cooperazione tra le due Province autonome in accordo” tra il Presidente e il Vicepresidente sostituto.

Oggi, come da molte parti è stato ampiamente ribadito, stiamo attraversando una fase politica e sociale che ci pone di fronte alla necessità di potenziare e rafforzare, attraverso l’Istituzione regionale, il raccordo politico, amministrativo e operativo tra le due Province e di sviluppare politiche di interesse comune, soprattutto quando assumono un’importanza strategica e richiedono un contesto più ampio rispetto alla dimensione provinciale per poter essere gestite in maniera efficace, come nel caso delle materie:
– sostenibilità e tutela dell’ambiente, politiche energetiche, grandi concessioni idroelettriche;
– gestione dei grandi carnivori;
– pianificazione delle politiche sanitarie e delle specializzazioni ospedaliere, perché sia garantita alla comunità regionale la possibilità di accedere ad eccellenze in tutte le più importanti divisioni della medicina e siano sviluppati accordi per una fruizione comune delle strutture ad alta specializzazione, come ad esempio la protonterapia;
– collaborazione nella nuova Facoltà di Medicina a Trento;
– promozione e gestione turistica delle Dolomiti Patrimonio Unesco;
– mobilità e politica dei trasporti interregionale ed europea, tunnel ferroviario del Brennero e definizione delle tratte di accesso, regolamentazione dei passi di attraversamento;
– rinnovo della concessione dell’Autostrada del Brennero;

– politica del credito e gestione di Mediocredito come banca di riferimento per il territorio regionale;
– cooperazione;
– rapporti tra le Università e sviluppo coordinato della ricerca scientifica;
– modello regionale di welfare, previdenza complementare, sanità integrativa e interventi per la non autosufficienza;
– collaborazione e sinergia operativa tra i comuni di confine fra le due Province, in particolare nel campo della sicurezza, della prevenzione dalle calamità e dell’organizzazione e formazione del sistema della protezione civile;
– rapporti con l’Unione Europea, promozione dell’integrazione europea, cooperazione transfrontaliera (Gect “Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino, Arge Alp, Alpe Adria, ecc.), strategie macroregionali (EUSALP);
– promozione della cultura dell’Autonomia e della storia comune.

Ed è proprio perché avverte forte la responsabilità di tutelare e valorizzare la peculiarità del nostro sistema autonomistico, nella piena consapevolezza che solo un quadro regionale compatto e unito può garantire la nostra specialità, anche sul piano internazionale, contro ogni tentativo di dividerla fra le due autonomie provinciali o addirittura di depotenziarla, che il PATT, che fin dall’inizio della Legislatura ha sostenuto la coalizione regionale assieme alla SVP, ha raccolto l’invito a far parte della Giunta regionale, impegnandosi direttamente, con il suo peso politico e utilizzando la storica intesa politica e programmatica con la SVP, per far sì che le due Province autonome, attraverso la comune cornice statutaria, raggiungano forme sempre più ampie e più solide di raccordo ad ogni livello, sia interno al territorio regionale, sia soprattutto nei confronti delle Istituzioni e della realtà esterne.

La partecipazione delle due Province agli organismi sovraregionali può essere favorita e supportata dalla Regione. Un’azione unitaria a livello della Strategia EUSALP è opportuna per concordare le strategie, aumentare il peso politico e rivendicare ruoli incisivi; la candidatura alla presidenza di turno unitaria e condivisa a livello regionale avrebbe sicuramente maggiore rappresentatività. Allo stesso modo la Regione può contribuire a dare maggiore efficacia e autorevolezza istituzionale al Gect Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino, all’Ufficio di rappresentanza comune a Bruxelles, all’azione politica nei confronti delle istituzioni comunitarie. È vero che alcune competenze oggetto di collaborazione sono già previste in documenti approvati dagli organi euroregionali, ma è altrettanto vero che l’averle anticipate a livello regionale ne facilita l’estensione anche al Land Tirolo.

È fondamentale valorizzare la Regione nel campo della promozione della cultura dell’autonomia. Attorno alla Biblioteca dell’autonomia e delle minoranze linguistiche, che deve specializzarsi ulteriormente, può essere sviluppata una rete dei soggetti e delle istituzioni che si occupano di autonomia: studio e ricerca, conservazione delle fonti, attività di divulgazione e di comunicazione. I territori delle due Province non rappresentano solo un’unica realtà istituzionale, ma una terra storicamente unita nei secoli, un esempio riuscito di convivenza pacifica e collaborazione fra lingue e culture diverse che è utile valorizzare e promuovere come modello anche a livello internazionale. La Regione deve valorizzare e promuovere la storia comune e il patrimonio, in larga parte condiviso, dei valori della cooperazione e del volontariato, della gestione responsabile dei beni collettivi e comunitari, anche attraverso lo sviluppo della conoscenza e dell’istruzione, la promozione di gemellaggi tra i Comuni e le altre espressioni della comunità, gli scambi scolastici e giovanili. In questo contesto va promossa e sostenuta ogni iniziativa politica e legislativa in sede locale e nazionale perché sia accolta la volontà espressa, anche formalmente, dai territori storicamente appartenenti al Tirolo ed oggi aggregati ad altre Regioni, di ricongiungersi al territorio della Regione autonoma Trentino Alto Adige-Südtirol.

Il 50° anniversario del secondo Statuto di Autonomia rappresenta un’occasione importante per rilanciare il senso dello stare e del lavorare insieme, guardando al futuro con una visione il più possibile condivisa. Soprattutto in un’Europa sempre più estesa, che spesso non riconosce il valore dei territori, specie di quelli di montagna poco popolati e che hanno invece bisogno di far sentire la propria voce a Bruxelles per far valere le loro ragioni.
L’articolo 6 dello Statuto di Autonomia riconosce alla Regione competenze preziose e strategiche in materia di previdenza, grazie alle quali – nel corso degli anni
– si è istituito un pilastro di welfare regionale che ha permesso ai nostri territori di garantire servizi e opportunità aggiuntive in grado di migliorare le condizioni di vita dei cittadini. Basti pensare allo sviluppo della previdenza complementare, grazie all’importante attività svolta da Pensplan Centrum S.p.A. e al prezioso lavoro dei Fondi pensione regionali.

Guardando al futuro, è proprio da questo patrimonio di cultura solidale e di valori che si deve partire per valorizzare ulteriormente la strategicità di questi interventi. L’attività di sensibilizzazione e informazione dovrà essere ancora più efficace e capillare, ma soprattutto dovrà essere in grado di intercettare le fasce più giovani della popolazione, il cui coinvolgimento rappresenta uno dei principali obiettivi. Sarà poi necessario investire nell’ambito dell’educazione finanziaria, coinvolgendo le scuole e le università, al fine di promuovere la cultura del risparmio preventivo e responsabile

come presupposto per il benessere sostenibile e lo sviluppo prospettico delle nostre comunità.
Infine, un’attenzione particolare deve essere rivolta al settore della non autosufficienza, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo di iniziative regionali di sanità integrativa in grado di rispondere adeguatamente alle esigenze specifiche dei nostri territori, anche al fine di poter garantire la sostenibilità futura del nostro sistema di welfare.
La previdenza e più in generale il welfare non possono che essere progettati e implementati a dimensione regionale, in stretta sinergia con le due Province autonome, e quindi sono ambiti che richiedono lo sviluppo e la valorizzazione politica del livello regionale, l’unico che può promuovere politiche pubbliche efficaci.

La situazione delicata e politicamente sempre più incerta a livello nazionale fa emergere forte la richiesta, da parte dell’opinione pubblica e dei mondi più rappresentativi della nostra comunità, di un maggior coordinamento, se non di una vera e propria intesa, fra le due Province autonome, in particolare in questo periodo caratterizzato dall’emergenza sanitaria provocata dal Covid-19. Per questo è assolutamente vitale che le due Province trovino, tramite la condivisione in ambito regionale, una posizione comune su tutti i nodi strategici che di volta in volta si trovano ad affrontare e che si pongano con una posizione univoca nei confronti della Conferenza Stato Regioni, del Governo centrale e degli organi nazionali e comunitari, anche attraverso una sempre maggiore collaborazione tra i rispettivi uffici distaccati di Roma, che in futuro potrebbero arrivare ad essere ospitati significativamente in un’unica sede.

Per dare sostanza ed efficacia agli intenti politici ed evitare che rimangano solo buone intenzioni, si ritiene opportuno accompagnare il rinnovo della Presidenza con:
– la sottoscrizione, da parte delle forze politiche che si riconoscono nella coalizione regionale, di un documento politico, nel rispetto del quale il Governo regionale si impegna a muoversi ed operare;
– la formale istituzione di una commissione, la cui composizione sarà stabilita dal Presidente e dal Vicepresidente sostituto della Regione, con il compito di predisporre un protocollo di intesa che formalizzi il raccordo fra le due Province e che dovrà essere approvato dalle Giunte della Regione e delle due Province. Il protocollo è finalizzato ad individuare gli ambiti, le competenze, i progetti e le singole iniziative, come sopra individuate, promosse congiuntamente dalla Regione Trentino Alto Adige-Südtirol e dalle due Province di Trento e Bolzano;

– l’impegno a convocare, due volte all’anno, la riunione congiunta delle tre Giunte per modulare scelte ed obiettivi, verificare i risultati ottenuti e rilanciare l’azione amministrativa.
Infine, condivisa l’opportunità di avviare, non appena le condizioni politiche lo consentiranno, l’iniziativa legislativa per l’aggiornamento e la modifica dello Statuto di Autonomia, la coalizione regionale si impegna, attraverso il Consiglio Regionale e i due Consigli Provinciali, a verificare da subito la percorribilità politica e istituzionale, anche a livello parlamentare e governativo nazionale, di un’iniziativa legislativa regionale finalizzata esclusivamente ad introdurre nello Statuto di Autonomia la clausola dell’intesa necessaria per le modifiche dello Statuto.

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Simone Marchiori

Segretario politico PATT

 

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