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LANCIO D'AGENZIA

PATT * AMMINISTRATIVE TRENTINO * MARCHIORI, « I QUATTRO PERCHÉ DI UNA SCELTA » (TESTO INTEGRALE)

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01.10 - mercoledì 1 marzo 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Il posizionamento del PATT in vista delle prossime elezioni provinciali ha agitato le cronache di queste ultime settimane. A tenere banco, tuttavia, non sono i motivi e le ragioni politiche di una scelta quanto, piuttosto, le posizioni, spesso personali e orientate al mantenimento delle proprie posizioni di rendita, di chi dal PATT è fuoriuscito accampando una presunta coerenza che, alla prova dei fatti, risulta fasulla. Oppure arrivano da altri partiti che traggono dal PATT la loro ragione di esistere (non avendo altri temi o argomenti su cui puntare) o che ritengono di avere una superiorità moral – autonomistica.

L’attuale fase di scelta che vive il Partito Autonomista, è sempre il caso di specificarlo, deriva da un percorso lungo circa un anno e mezzo. Non è, quindi, frutto di una decisione affrettata o imposta da pochi alla base. Una scelta che si basa su quattro pilastri fondamentali che, per chi si considera autonomista, sono punti imprescindibili, costituiscono un modo di pensare il Trentino e l’Autonomia incentrato sul suo modello di autogoverno e non da condizionamenti esterni. E che così possono essere esemplificati:

1) Per la sua stessa natura di partito vocato alla difesa dell’Autonomia e dello sviluppo del Trentino, il PATT non può aderire pregiudizialmente ad un’ideologia, qualunque essa sia, o ad uno schieramento politico nazionale. L’elemento imprescindibile che determina, volta per volta, l’adesione del PATT ad una alleanza è la coerenza con il proprio programma politico, che si riconosce negli interessi della comunità trentina e delle sue fondanti prerogative di autogoverno.

2) La fase estremamente delicata che l’Autonomia del Trentino, nel suo imprescindibile quadro regionale, sta attraversando richiede un forte, chiaro e qualificato presidio politico e istituzionale, senza il quale il rischio di pericolosi cedimenti è estremamente alto e insidioso. I sommovimenti innescati dal procedere dell’Autonomia differenziata, la gravissima situazione in cui si trovano le finanze statali, il centralismo romano sempre in agguato (a prescindere dalle maggioranze al Governo), a cui si aggiunge un preoccupante allentamento del senso di appartenenza di un’importante quota di popolazione trentina: tutto questo fa emergere con evidenza uno stato che, a pieno titolo, può essere considerato di emergenza.

3) Per rispondere con forza e adeguatezza a questa emergenza, è indispensabile che il Governo dell’Autonomia Provinciale e la maggioranza che lo sostiene siano dotati delle sensibilità, delle competenze e delle motivazioni necessarie per reggere un “percorso” politico inevitabilmente difficile e denso di ostacoli. Nei prossimi cinque anni, se l’indispensabile presidio di valori e di competenze non sarà assicurato, il rischio di un’involuzione pesante e destabilizzante della nostra Autonomia sarà troppo alto per permetterci di correrlo.

4) Per rispondere a questo gravissimo rischio è necessario il massimo sforzo da parte di un partito, il PATT, che ha l’Autonomia al centro dei propri obiettivi politici, per promuovere e affermare le linee di indirizzo e di intervento ritenute essenziali per salvaguardare le nostre potestà di autogoverno e lo sviluppo culturale, sociale, economico e territoriale del Trentino, delle sue valli e delle sue città. A questa fondamentale esigenza il PATT subordina l’adesione tecnica a sostegno del candidato presidente che meglio risponderà ai propri programmi politici e alla possibilità di concorrere al governo della comunità trentina, nella cornice più ampia della Speciale autonomia regionale.

Appare del tutto evidente come, dopo mesi di tentativi finalizzati a costruire un progetto nuovo, rivolto prevalentemente alla parte moderata del panorama politico trentino, tale prospettiva si sia infranta di fronte alla manifesta incapacità, soprattutto di una parte, di ragionare fuori dagli schemi e dalle gabbie ideologiche. Ecco perché, proprio per poter garantire la tenuta del sistema autonomistico e una visione pragmatica e, allo stesso tempo, solida e lungimirante per il nostro autogoverno, il Consiglio delle Stelle Alpine è stato chiamato a scegliere sulla base di un patto forte con il candidato presidente, che ponga paletti seri e imprescindibili, che detti la linea dei prossimi cinque anni. Unico modo, a causa del sistema elettorale maggioritario perché non vi sia lo strapotere dei partiti nazionali (un sistema elettorale voluto in Trentino proprio da quel centrosinistra che, pur di imporre il sistema maggioritario, non ha esitato a separare, addirittura con una norma nazionale transitoria (la legge costituzionale n. 2/2001), l’elezione dei due Consigli provinciali, di fatto rovesciando il sistema regionale unitario).

Strada obbligata, quella dell’accordo con il candidato presidente, anche perché a causa della situazione in cui, anche a seguito delle primarie PD con la vittoria a sorpresa di Elly Schlein, la polarizzazione degli schieramenti ha portato ad una loro radicalizzazione, in particolare per chi, non dovendo rispondere delle responsabilità di governo, cerca il voto e il sostegno della “pancia” dell’elettorato senza fornirgli una prospettiva concreta e equilibrata.

Ecco perché chi, in tutti questi mesi, non è stato in grado di imboccare una strada chiara, uscendo allo scoperto e puntando su una leadership riconosciuta, non può accusare il PATT di aver tradito un mandato che da decenni è chiaro e sempre uguale. Ed ecco perché il PATT, al termine di un lungo percorso, ha compiuto le sue scelte.

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Simone Marchiori

Segretario Politico Patt – Partito autonomista trentino tirolese

 

 

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