News immediate,
non mediate!
Categoria news:
LANCIO D'AGENZIA

PAT * TUTELA ACQUE E PRODOTTI FITOSANITARI: ASSESSORE TONINA, ” IL PIANO DI TUTELA VARATO NEL 2015 HA ATTRIBUITO UN GIUDIZIO DI QUALITÀ A 412 CORPI IDRICI, L’88% È DI BUONA QUALITÀ “

Scritto da
15.07 - giovedì 29 novembre 2018

L’assessore Tonina: “in Trentino iniziato da tempo un percorso virtuoso. Impegnati a migliorare costantemente”. Tutela delle acque e prodotti fitosanitari: seminario oggi a Trento.

 

 

Il Trentino è impegnato da tempo a migliorare la qualità delle sue acque e a tutelarle dalla presenza di fitofarmaci: un accordo siglato già nel 2015 fra Provincia, Associazione produttori ortofrutticoli trentini, Consorzio vini del Trentino e Fondazione Edmund Mach, a cui sono aggiunti anche i Consorzi irrigui, ha definito misure e percorsi per il raggiungimento degli obiettivi fissati in sede europea. Fra le azioni previste, anche il seminario tenutosi oggi alla sala della Cooperazione, alla presenza fra gli altri del vicepresidente della Provincia e assessore all’urbanistica, ambiente e cooperazione Mario Tonina, del dirigente di Dipartimento Romano Masè, del direttore dell’Appa Trento Laura Boschini, del presidente dell’Ispra Stefano Laporta, presidente dell’Ispra. “Il tema – ha sottolineato Tonina – ha implicazioni diverse, di natura ambientale, sanitaria, economica.

Il Trentino ha maturato nei suoi confronti una forte sensibilità, che ha portato innanzitutto alla definizione di un metodo, quello di mettere attorno ad un tavolo tutti gli attori del sistema, pubblici e privati, per trovare in maniera condivisa le migliori soluzioni. I risultati già si sono visti e sono oggetto anche del seminario di oggi ma il nostro impegno per migliorare continua costantemente”. Il Piano di Tutela varato nel 2015 ha attribuito un giudizio di qualità a 412 corpi idrici del Trentino. L’88% di essi è di qualità buona (il livello fissato dall’Unione europea, da raggiungere entro il 2030) o addirittura elevata.

Circa il 12%, pari ad una cinquantina di corpi idrici, è sotto la soglia, e deve quindi impegnarsi a raggiungerla nei prossimi anni. Una ventina di loro, in particolare, concentrati soprattutto in val di Non e valle dell’Adige, è alle prese con il problema dell’inquinamento da fitofarmaci. Ma negli ultimi 3 anni si sono fatti importanti passi in avanti: ad esempio il Chlorpirifos, che nel 2015 risultava responsabile della cattiva qualità di 8 corpi idrici, dal 2018 non viene più utilizzato, grazie anche all’impegno dei produttori, Apot e Consorzio vini. Altre azioni in corso riguardano il risanamento dei caricabotti – che che dovranno essere adeguati alla normativa a fine di quest’anno – e il problema del lavaggio dei mezzi agricoli, per il quale si sta valutando la realizzazione di impianti di lavaggio consortili.

Nei territori caratterizzati da agricoltura intensiva la qualità delle acque sotterranee e superficiali può essere sottoposta alla pressione diffusa dei fitofarmaci. Questo tipo di impatto però viene limitato utilizzando una serie di strategie e buone pratiche che possono essere applicate a tutti gli anelli della catena della gestione e somministrazione dei pesticidi. Si tratta quindi di mettere a sistema una serie di azioni che riguardano le amministrazioni pubbliche, le aziende, i tecnici agronomi, le società produttrici di fitofarmaci e di mezzi tecnici e il mondo della ricerca.

Tutti questi attori sono stati protagonisti del seminario “La tutela delle acque da prodotti fitosanitari: azioni, sperimentazioni e innovazione” tenutosi oggi a Trento. Un’occasione preziosa per favorire il confronto fra territori diversi e fra tecnici ed esperti, esaminando metodologie, approcci, sistemi di monitoraggio e pratiche agricole che consentono di ridurre l’impatto delle sostanze chimiche utilizzate in agricoltura. A questo obiettivo si aggiunge inoltre la possibilità di creare reti tra amministratori, enti e centri di ricerca.

Il Trentino vanta in quest’ambito un’esperienza consolidata, come spiegato dal direttore generale del Dipartimento territorio agricoltura ambiente e foreste Masé. Il lavoro fatto in questi anni ha consentito da un lato di allineare tutti gli attori del sistema, di approvare nel 2015 l’apposito Piano di Tutela, un accordo di programma che definisce le misure volte a migliorare la qualità delle acque nei territori caratterizzati da agricoltura intensiva, e poi di avviare tutta una serie di azioni specifiche, illustrate nella sua relazione da Raffaella Canepel, dirigente del Settore tecnico di Appa Trento. Azioni che, in estrema sintesi, si articolano in protocolli specifici sulle problematiche e le sostanze monitorate, ma che puntano anche ad incrementare la produzione biologica, ad affinare il monitoraggio, a promuovere la collaborazione anche con i territori limitrofi.

Al centro dell’attenzione, infatti, in Trentino, a differenza che in altre regioni italiane, vi è non tanto l’inquinamento di origine industriale, contrastato efficacemente anche dai depuratori, ma soprattutto quello originato dalle attività agricole. Oltre al bando del Chlorpirifos, che ha consentito di recuperare 8 corpi idrici, è cresciuta l’attività di ricerca, condotta assieme alla Fondazione Mach, il soggetto scientifico di riferimento, per ottenere sostanze meno impattanti. Un altro problema affrontato è stato quello dell’uso scorretto dei caricabotte, utilizzati per miscelare le sostanze poi irrorate nell’ambiente. In Trentino ne sono stati censiti 330. L

La Provincia ha varato nuove linee guida, che hanno definito fra la l’altro le distanze minime da osservarsi rispetto alla presenza di acque superficiali o siti sensibili, e ha emesso un bando per finanziare il loro adeguamento. Attualmente l’attenzione è rivolta al tema del lavaggio dei mezzi agricoli, spesso effettuato in maniera scorretta, e che in particolare in alcuni periodi dell’anno può a sua volta generare problemi di concentrazione delle sostanze inquinanti. L’ipotesi su cui si sta ragionando riguarda la possibilità di prevedere la realizzazione di impianti di lavaggio consortili.

 

*

Nel prosieguo della giornata i lavori si sono articolati in tre workshop:

– Contaminazione puntiforme e diffusa da prodotti fitosanitari nelle acque: quali le soluzioni da adottare?

Al centro dell’attenzione le soluzioni tecnologiche e le modalità applicative più idonee ai diversi contesti regionali, per ridurre il rischio di contaminazione delle acque da prodotti fitosanitari attraverso fonti puntiformi e diffuse.

Coordinatore: Paolo Balsari, Università di Torino

– Approccio ai diversi metodi di valutazione dell’impatto dei prodotti fitosanitari sull’ambiente e sulla salute umana

Partendo dalle esperienze di diverse realtà regionali, iil workshop si è proposto di valutare se gli indici per la classificazione dei fitofarmaci già esistenti possono essere validi e applicabili anche in Trentino.

Coordinatore: Gastone Dallago, Fondazione E. Mach

– Il monitoraggio efficace dei fitofarmaci nei corsi d’acqua

L’obiettivo è definire quali siano gli strumenti per indagare lo stato di qualità di un corso d’acqua sottoposto a pressione di fitofarmaci.

Coordinatore: Luca Marchesi, Arpa Fvg

Categoria news:
LANCIO D'AGENZIA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DELLA FONTE TITOLARE DELLA NOTIZIA E/O COMUNICATO STAMPA

È consentito a terzi (ed a testate giornalistiche) l’utilizzo integrale o parziale del presente contenuto, ma con l’obbligo di Legge di citare la fonte: “Agenzia giornalistica Opinione”.
È comunque sempre vietata la riproduzione delle immagini.

I commenti sono chiusi.