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PAT – ISPAT * “ GENDER PAY GAP – TRENTINO “: « NEL 2018 IL DIVARIO TRA MASCHI E FEMMINE È STATO DI 100,7 EURO PER GLI UOMINI A FRONTE DI 69,3 EURO PER LE DONNE, DIFFERENZIALE SALARIALE GREZZO (GPG) È AL 31,2%4 »

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13.46 - giovedì 28 ottobre 2021

L’ISPAT (Istituto di Statistica della provincia di Trento) aggiorna al 2018 l’indicatore che riassume le differenze retributive di genere in Trentino1.

L’indicatore sul Gender Pay Gap2 (di seguito GPG), cioè il differenziale salariale donna-uomo, è utilizzato dalla Commissione europea per mettere a confronto i salari percepiti da uomini e donne nei Paesi dell’Unione europea. Nel 2018 le statistiche dell’Unione europea fotografano una retribuzione media per ora lavorata dalle donne del 14,1% inferiore rispetto agli uomini. In Italia il differenziale si posiziona al 3,9%. Di norma vengono considerati i differenziali salariali “grezzi” per ora lavorata.

In Trentino la retribuzione giornaliera media3 ammonta nel 2018 a 87,4 euro. Il divario tra maschi e femmine è rilevante: 100,7 euro per gli uomini a fronte di 69,3 euro per le donne. Il differenziale salariale grezzo (GPG) è pari al 31,2%4.

Le differenze nelle retribuzioni di uomini e donne devono essere interpretate come il risultato di un confronto tra due popolazioni di lavoratori con caratteristiche diverse5. Il dato sul GPG cambia infatti notevolmente se si considera, ad esempio, il differenziale tra lavoratori a tempo pieno e lavoratori a tempo parziale. Nel primo caso l’indicatore per il Trentino è pari al 16,0%, mentre nel secondo caso scende al 9,0% e su queste percentuali gioca un ruolo importante l’elevata incidenza di donne impiegate a tempo parziale (il 54,5% contro il 16,6% degli uomini).

 

L’analisi condotta per settore economico, considerando in questo caso i soli lavoratori e le sole lavoratrici a tempo pieno, conferma un differenziale retributivo quasi costantemente a favore della componente maschile; poche le eccezioni, concentrate in quei settori dove peraltro la presenza delle donne è molto contenuta.

Nei settori in cui la retribuzione giornaliera media è relativamente minore si osserva parallelamente un valore del GPG marcatamente più contenuto. Un esempio è rappresentato dal comparto dei servizi di alloggio e ristorazione dove il GPG scende al 15,2% e dove, appunto, la retribuzione, sia maschile che femminile, risulta essere fra le più basse tra tutti i settori economici analizzati. Viceversa, nei settori dove la retribuzione è elevata, anche il GPG risulta generalmente maggiore. Un esempio è rappresentato in questo caso dai comparti immobiliare e finanziario- assicurativo che presentano un GPG superiore al 30%.

Il differenziale retributivo di genere aumenta tendenzialmente con l’età: mentre però le retribuzioni giornaliere medie delle lavoratrici non si differenziano in modo significativo al crescere dell’età, quelle dei maschi presentano incrementi considerevoli passando dai 103,1 euro nella classe 35-39 anni ai 134,6 euro nella classe 60-64 anni.

Secondo la qualifica professionale, escludendo gli “apprendisti” e la voce “altro”, non si osservano particolari differenze nei livelli del GPG: la progressione osservata è del 23,4% per gli operai, del 25,6% per gli impiegati e del 20,4% per i dirigenti. Fanno eccezione i quadri che presentano un differenziale salariale relativamente più contenuto (GPG al 17,1%).

Secondo la tipologia contrattuale le differenze retributive si confermano evidenti: se per i lavoratori a tempo indeterminato il livello medio del GPG è pari al 17,7%, il valore si contrae in modo significativo per i lavoratori a tempo determinato (10,7%) mentre si riporta al 18,6% per i lavoratori stagionali.

 

 

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