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PAT – ISPAT * GENDER PAY GAP / TRENTINO – 2019: « RETRIBUZIONE MEDIA A 88,1 EURO / RILEVANTE IL DIVARIO, 101,6 EURO PER GLI UOMINI A FRONTE DI 70,1 EURO PER LE DONNE »

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13.53 - giovedì 5 maggio 2022

L’Istituto di statistica della provincia di Trento (ISPAT) aggiorna al 2019 l’indicatore che riassume le differenze retributive di genere in Trentino1 .

L’indicatore sul Gender Pay Gap2 (di seguito GPG), cioè il differenziale salariale donna-uomo, è utilizzato dalla Commissione europea per confrontare i salari percepiti da uomini e donne nei paesi dell’Unione europea. Nel 2019 le statistiche dell’Unione europea fotografano una retribuzione media per ora lavorata dalle donne del 13,7% inferiore rispetto a quella degli uomini. In Italia il differenziale si posiziona al 4,7%.

In Trentino la retribuzione giornaliera media3 ammonta nel 2019 a 88,1 euro. Il divario tra maschi e femmine è rilevante: 101,6 euro per gli uomini a fronte di 70,1 euro per le donne. Il differenziale salariale (GPG) è pari al 31,0%4 .

Le differenze nelle retribuzioni tra uomini e donne devono essere interpretate come il risultato di un confronto tra due popolazioni di lavoratori che presentano caratteristiche diverse5 . Il dato sul GPG cambia infatti notevolmente se si considera, ad esempio, il differenziale tra lavoratori a tempo pieno e lavoratori a tempo parziale. Nel primo caso l’indicatore per il Trentino è pari al 15,9%, mentre nel secondo caso scende all’8,9% come risultato dell’elevata incidenza di donne impiegate a tempo parziale (il 54,6% contro il 16,5% degli uomini).

L’analisi condotta per settore economico, considerando in questo caso i soli lavoratori e le sole lavoratrici a tempo pieno, conferma un differenziale retributivo quasi costantemente a favore della componente maschile; poche le eccezioni, concentrate in quei settori dove peraltro la presenza delle donne è molto contenuta.

Nei settori in cui la retribuzione giornaliera media è relativamente minore si osserva parallelamente un valore del GPG marcatamente più contenuto. Un esempio è rappresentato dal comparto dei servizi di alloggio e ristorazione, dove il GPG scende al 15,3%, che presenta una retribuzione, sia maschile che femminile, fra le più basse tra i settori economici. Viceversa, nei settori dove la retribuzione è elevata, anche il GPG risulta generalmente maggiore. Un esempio è rappresentato in questo caso dai comparti immobiliare e finanziario-assicurativo che presentano un GPG superiore al 35%.

Il differenziale retributivo di genere aumenta tendenzialmente con l’età. Infatti, la retribuzione media giornaliera per le donne passa da 57,9 euro nella fascia di età fino a 19 anni al picco massimo di 101,3 euro nella classe 50-54 anni per poi ridursi fino a 90,9 euro della classe 65 anni e oltre. Per gli uomini la retribuzione nella classe fino a 19 anni è pari a 61,8 euro, cresce nelle classi quinquennali fino a raggiungere il suo massimo, pari a 140,9 euro, nella classe 60-64 anni per poi ridursi a 108,2 euro nella classe 65 anni e oltre. Il GPG per classe di età cresce nell’età lavorativa e presenta il valore più elevato, pari a 42,1%, nella classe 60-64 anni.

Secondo la qualifica professionale, escludendo gli “apprendisti” e la voce “altro”, non si osservano particolari differenze nei livelli del GPG: la distanza fra uomini e donne è pari al 22,9% per gli operai, al 25,3% per gli impiegati, al 17,5% per i quadri e del 20,6% per i dirigenti.

Secondo la tipologia contrattuale, le differenze retributive si confermano evidenti: se per i lavoratori a tempo indeterminato il livello medio del GPG è pari al 16,4%, il valore si contrae in modo significativo per i lavoratori a tempo determinato (11,8%). Per i lavoratori stagionali l’indicatore si riporta al 19,1%

 

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