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PAT * ‘ DA STANDARD URBANISTICI A DOTAZIONI URBANE ‘: IL CONVEGNO HA VISTO LA PARTECIPAZIONE DI RICERCATRICI, PROGETTISTE E SOCIOLOGHE CHE HANNO PORTATO IL LORO PUNTO DI VISTA

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14.24 - mercoledì 20 giugno 2018

Una città progettata per le necessità di tutti, con lo sguardo delle donne. Ieri il convegno a Rovereto con la presenza dell’assessora alle pari opportunità Sara Ferrari.

Progettare le città in un’ottica diversa, abbandonando l’approccio di pianificazione del tradizionale standard urbanistico, per cercare soluzioni che puntino alla qualità e alla fruibilità degli spazi urbani, con attenzione ai bisogni dei loro abitanti e alle relazioni che la città genera e che deve mantenere, con il contributo del punto di vista femminile: sono i temi affrontati ieri pomeriggio al convegno “Da standard urbanistici a dotazioni urbane. Le pari opportunità nella città che si rigenera”, svoltosi all’Urban Center di Rovereto.

Introdotto da Maurizio Tomazzoni, presidente della sezione trentina dell’Istituto Nazionale di Urbanistica (Inu), il convegno ha visto la partecipazione di ricercatrici, progettiste e sociologhe che hanno portato il loro punto di vista nel pianificare città prevedendo un diverso paradigma, per seguire i cambiamenti in atto nella società.

Sara Ferrari, assessora provinciale all’università e pari opportunità, nel suo intervento ha sottolineato come il capitale umano e professionale delle donne sia capace di costruire con uno sguardo diverso, sebbene i condizionamenti di genere e i ruoli sociali rischino di limitare il contributo femminile.

“Una città deve essere capace di rispondere a bisogni diversificati: spesso uomini e donne vivono dentro ruoli condizionati dalla tradizione e dalla società e questo porta a vivere esperienze della città diverse ed è quindi giusto porsi il dubbio di come risolvere necessità diversificate” ha detto Sara Ferrari.

“Questo convegno”, ha spiegato inoltre Sara Ferrari, “mira a riconoscere che all’interno del nostro territorio esistono competenze e professionalità formate di professioniste donne, ma non sempre questa grande competenza riesce ad avere il giusto riconoscimento e la giusta valorizzazione”.

Occasioni di incontro come quella di oggi a Rovereto mostrano la necessità di saper riconoscere e valorizzare le competenze femminili, perché l’investimento nella formazione, soprattutto delle donne, non sia vanificato. “Momenti di confronto come questo convegno”, ha poi concluso l’assessora, “Sono utili anche per costruire reti di relazioni tra competenze diverse e specifiche, che possono andare a beneficio dell’intera comunità nel far fronte a determinati bisogni”.

L’incontro è stato aperto da Susanna Serafini, presidente dell’Ordine degli Architetti di Trento, che ha sintetizzato ciò che la crisi demografica e l’invecchiamento della popolazione portano nello spostamento del punto di vista dell’urbanistica tradizionale: la difesa del suolo, il tema del riuso e la resilienza, intesa come capacità di rigenerazione dei luoghi e attenzione alla qualità della vita. Il contributo femminile ad un nuovo approccio nel pianificare le città può essere molto elevato, visto che oltre la metà degli architetti sotto i 35 anni è donna.

Quindi, a seguire, gli interventi delle professioniste in programma, che hanno portato i presenti a riflettere sulla città come tessuto di relazioni e garanzia di sicurezza e risposta ai bisogni di tutti, in un’ottica di inclusione e di pari opportunità. Relatrici sono state Marisa Fantin, vice presidente Inu Veneto, Francesca Bacci, docente di Art and Design all’Università di Tampa, California, Francesca Zajczyk, del dipartimento di Sociologia e ricerca sociale dell’Università di Milano Bicocca, Maria Silvia D’Avolio, ricercatrice dell’Università del Sussex e Giulia Robol, architetto libera professionista, che ha portato la sua esperienza sul territorio.

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