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PAT * BENI CONTENENTI AMIANTO: « DAL 2012 AD OGGI CENSITI IN PROVINCIA DI TRENTO 1.643 SITI DI CUI 740 SONO STATI BONIFICATI »

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13.00 - sabato 1 giugno 2019

Beni contenenti amianto: aggiornato l’elenco. Censiti 1.643 siti di cui 740 sono stati bonificati.

Amianto: i siti, dal 2012 ad oggi censiti in provincia di Trento, sono 1.643, di questi 740 sono stati bonificati, per 151 sono in corso i lavori di bonifica, 336 sono i siti da bonificare e 416 sono quelli senza obbligo urgente di modifica.

La Giunta provinciale, su indicazione dell’assessore alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia, Stefania Segnana, ha aggiornato l’elenco dei beni contenenti amianto, distinguendoli a seconda degli interventi necessari:

“Tutelare la salute della popolazione è la nostra principale priorità: in Trentino le bonifiche nei siti sensibili sono state effettuate soprattutto negli anni ’90, in quest’ultima fase lo scopo è quello soprattutto di concentrare l’attenzione sulle coperture di immobili privati – commenta l’assessore Segnana -. Va inoltre precisato che, proprio con l’obiettivo di una maggiore semplificazione, sono stati riorganizzati i controlli, le verifiche e le comunicazioni, nonché i criteri per la rivalutazione; in questo modo i siti sono stati suddivisi in sole due tabelle, la prima con obbligo di bonifica, la seconda con il solo obbligo di rivalutazione”.

I termini per la presentazione delle domande di contributo alla struttura competente, l’Apiae – Agenzia provinciale per l’incentivazione delle attività economiche, sono state posticipati dal’1° luglio al 15 novembre 2019 per la procedura semplificata e dal 1° luglio al 31 agosto per quella ordinaria.

Se le bonifiche dell’amianto in siti sensibili, come si diceva, in provincia sono state effettuate soprattutto negli anni ’90, in questi ultimi anni l’attenzione si è spostata sulle bonifiche delle coperture di immobili privati, partendo da quelli più a rischio ovvero più degradati e vicini ai centri abitati. La maggior parte delle coperture, quali capannoni industriali o coperture di vaste dimensioni, sono state censite, e negli ultimi due anni sono circa una decina all’anno i sopralluoghi richiesti per verificare i siti con presenza sospetta di amianto. In tal senso i proprietari di immobili contenenti amianto, l’Azienda provinciale per i servizi sanitari, i Comuni e la Provincia cooperano per aggiornare la mappatura dei siti non ancora censiti nonché per coordinare le operazioni di bonifica e di controllo dello stato di conservazione delle coperture esistenti.

 

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Contributi per la rimozione
Sono concessi per la sola rimozione e smaltimento di coperture in cemento amianto di edifici situati nel territorio della Provincia autonoma di Trento
Domande di contributo
Le domande vanno presentate ad APIAE – Agenzia provinciale per l’incentivazione delle attività economiche, dal 1° luglio entro il 15 novembre 2019 per la procedura semplificata ed entro il 31 agosto per quella ordinaria.

APIAE, via Solteri 38, 38121 Trento, tel 0461 499400, sito: http://www.apiae.provincia.tn.it
Chi può fare domanda

I proprietari delle coperture censite.
Come richiedere un sopralluogo

Nell’ipotesi in cui, ci sia una copertura sospetta non censita che determini un rischio per la salute, il Comune potrà richiedere un sopralluogo sul proprio territorio di competenza direttamente all’Azienda provinciale per i servizi sanitari – Dipartimento di prevenzione – U.O. Igiene e sanità pubblica viale Verona, 38123 Trento, tel. 0461-904686/4633/4677 fax 0461 904697/4674, pec:igienepubblica@pec.apss.tn.it
Il Comune, inoltre, potrà richiedere un sopralluogo motivato anche per rivalutare un sito già censito nelle casistiche in cui si tema che l’immobile comporti un grave pericolo per la salute pubblica a seguito di un improvviso peggioramento dello stato di degrado.

 

Rischi per la salute
Il cemento-amianto, di per sé, non è pericoloso perché compatto e non friabile. Il suo potenziale pericolo deriva dal fatto che può rilasciare fibre aerodisperse nell’ambiente che possono venire inalate qualora diventi friabile. Questi materiali, infatti, possono sbriciolarsi e liberare fibre spontaneamente per la scarsa coesione interna se sottoposti a fattori di deterioramento

Le fibre di amianto inalate possono causare gravi malattie, in particolare, ma non solo, a carico dell’apparato respiratorio. L’amianto è un agente cancerogeno. La migliore raccomandazione in presenza di amianto è di non allarmarsi inutilmente, senza però ignorare il problema sottovalutandone il rischio. Per questo è importante individuare le zone in cui è presente, sorvegliandone le condizioni e proteggendo tutte le persone che possano avere a che fare con esso.

Nel caso di materiale in matrice compatta, se in buone condizioni e non viene manomesso è molto improbabile che esista un pericolo apprezzabile di rilascio di fibre di amianto. Ci sono invece situazioni in cui diventa necessario procedere alla bonifica.
I materiali compatti (che possono essere sbriciolati o ridotti in polvere solo con l’ausilio di attrezzi meccanici) come il cemento-amianto o il vinilamianto hanno infatti nulla o scarsa probabilità di liberare fibre se non alterati o non degradati. Per altri materiali definiti “friabili”, invece,la probabilità di rilascio di fibre è più elevata e pertanto necessitano di bonifica qualora rintracciati.

 

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Per il cittadino
L’amianto presente negli edifici non è di per sé “fuori legge”, ma deve essere sottoposto a precisi controlli. Per legge il proprietario deve garantire che il materiale sia mantenuto in condizioni “di sicurezza”, riducendo al minimo la possibilità di rilascio di polveri e fibre di amianto che espongano a rischio le persone (lavoratori, inquilini, vicini, utenti, cittadini) informandole della presenza di amianto nello stabile e procedere alla bonifica qualora questo rischio risulti elevato.

Le operazioni di bonifica devono essere effettuate solo da imprese specializzate iscritte all’Albo Nazionale Gestori Ambientali alla categoria 10a e 10b. Eventuali smaltimenti di materiale contenente o contaminato da amianto devono avvenire in siti e per tramite di trasporti autorizzati. Rimozioni eseguite scorrettamente, oltre a non essere consentite, possono aumentare il rischio di malattia delle persone esposte o creare un rischio laddove non esisteva attraverso una contaminazione ambientale.

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