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PARLAMENTO EUROPEO * DIRITTO INTERNAZIONALE: « ALLARME SULLA SOTTRAZIONE DI BAMBINI GIAPPONESI AI GENITORI UE »

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05.20 - giovedì 9 luglio 2020

Il PE lancia l’allarme sulla sottrazione di bambini giapponesi ai genitori UE – Aumento numero di casi relativi al rapimento di minori con un genitore UE e l’altro giapponese.
Il Giappone non rispetta le norme internazionali sulla protezione dell’infanzia. Secondo la legge giapponese, la custodia condivisa non è possibile.

I deputati sono preoccupati per l’elevato numero di casi di sottrazione di minori da parte dei genitori, a causa della riluttanza del Giappone a rispettare il diritto internazionale.

In una risoluzione non legislativa adottata mercoledì con 686 voti favorevoli, 1 contrari e 8 astensioni, il Parlamento ha espresso preoccupazione per i casi sottrazione di bambini in Giappone da parte di un genitore. Nel testo approvato si chiede alle autorità giapponesi di rispettare le norme internazionali sulla protezione dei minori e di introdurre delle modifiche al loro sistema giuridico per consentire l’affidamento condiviso.

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Rispettare il diritto internazionale

Il Parlamento si rammarica del fatto che uno dei partner strategici dell’UE non sembra rispettare le norme internazionali sulla sottrazione di minori. Si esortano quindi le autorità giapponesi ad applicare le decisioni dei tribunali nazionali ed esteri sul ritorno del minore, sul diritto di visita e affini dopo la fine della relazione dei genitori, così da allineare le loro leggi nazionali agli impegni e agli obblighi internazionali.

I deputati sottolineano come la salvaguardia dell’interesse superiore del bambino debba essere la preoccupazione principale e come i casi di sottrazione debbano essere gestiti rapidamente, per evitare conseguenze negative a lungo termine sul bambino e sul futuro rapporto con il genitore non affidatario. Ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo (UNCRC), ogni bambino ha il diritto di mantenere un rapporto personale e un contatto diretto con entrambi i genitori, a meno che ciò non sia contrario ai loro interessi.

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Migliorare cooperazione e informazione transfrontaliera

A causa della natura transfrontaliera di tali controversie giuridiche, il Parlamento insiste sul fatto che tutti i sistemi di protezione dell’infanzia dispongano di meccanismi transnazionali. Oltre alla Conferenza dell’Aia, dovrebbero essere sviluppate piattaforme d’informazione europee a misura di cittadino, per sostenere i genitori nelle controversie transfrontaliere. Si raccomanda inoltre di mettere a disposizione informazioni affidabili sul diritto di famiglia e sui diritti dei minori in paesi extracomunitari come il Giappone, nonché sulle difficoltà che potrebbero sorgere in caso di divorzio o separazione.

Il Parlamento chiede una maggiore cooperazione internazionale tra Stati membri e Paesi terzi per attuare la legislazione internazionale sulla protezione dei minori. Si esortano gli Stati membri a informare i cittadini sul rischio di rapimento di minori in Giappone. Per aumentare ulteriormente la pressione sulle autorità, gli Stati membri e l’Alto Rappresentante dell’UE per gli Affari Esteri dovrebbero includere la questione nell’agenda di tutti gli incontri bilaterali e multilaterali con il Giappone.

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Contesto

Negli ultimi anni, il Parlamento ha ricevuto un numero significativo di petizioni su casi di sottrazione di minori da parte dei genitori giapponesi e sul diritto di visita, in cui uno dei genitori è cittadino dell’UE, anche da cittadini italiani. I firmatari sottolineano che le decisioni dei tribunali internazionali in Giappone sul ritorno del minore non vengono applicate correttamente, in quanto la legge giapponese non prevede l’affidamento condiviso.

La questione è giunta all’attenzione internazionale nel 2019, dopo che la Cancelliera tedesca Angela Merkel, il Presidente francese Emmanuel Macron e il Primo ministro italiano Giuseppe Conte hanno interloquito con il Primo ministro giapponese Shinzo Abe a nome dei genitori interessati. Lo scorso anno è stata inoltre presentata una denuncia formale al Consiglio per i diritti umani dell’ONU da parte di genitori dei “left behind”, sostenendo che il Giappone stava violando la Convenzione dell’Aia e la Convenzione dell’ONU.

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