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PAOLO GHEZZI * AMMINISTRATIVE TRENTINO 2018: ” LA SPERANZA DEL CAMBIAMENTO DEMOCRATICO, ERODERE IL PNV ‘PARTITO DEI NON VOTANTI’ “

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10.59 - lunedì 6 agosto 2018

 

 

LA SPERANZA DEL CAMBIAMENTO DEMOCRATICO: ERODERE IL PNV, PRIMO PARTITO.
Un compito quasi eroico. Chiunque guiderà la coalizione di centro-sinistra autonomista, alle provinciali in Trentino il prossimo 21 ottobre, dovrà remare controcorrente e lottare contro i pronostici e contro i numeri che danno la destra a trazione leghista vincente anche in Trentino, ultima isola – con il Sudtirolo – non assimilata al governo populista.

Il 4 marzo è l’altroieri e, se è vero che le elezioni provinciali hanno una logica diversa da quelle politiche, è pur vero che il neocentralismo antiautonomista di destra (la Lega con il suo alleato di sempre, Berlusconi) parte da una posizione di assoluta predominanza che in 5 mesi non è stata scalfita: 111mila trentini (è la somma di chi ha votato per Lega e FI nei tre collegi uninominali della Camera), un vero impressionante esercito.


Forte tre volte il suo principale alleato, la Lega ha già imposto il suo candidato, il commercialista alla salute Fugatti da Bussolengo, che ha già indicato tre priorità di giunta: i lupi, i punti nascita, la Valdastico (e noi che pensavamo che fossero: il lavoro dei giovani, la qualità della vita delle famiglie, la solitudine degli anziani… per esempio).


Invece il Pd, essendo fino a prova contraria il partito di (ampia) maggioranza relativa della coalizione, ha scelto la strada del dialogo e della disponibilità alla continuità di un presidente non espresso dal Pd ma vincitore delle primarie 2013 (non di quelle, non ancora effettuate, del 2018). Ma il Pd, mi chiedono non pochi sostenitori del cambiamento democratico, non dovrebbe rivendicare una leadership gentile, diversa dal muscolarismo della Lega, ma rivendicarla? Il travaglio del Pd, rispondo io, è autentico e motivato e complicato: e va rispettato.


Riflettendo sui numeri del 4 marzo in proiezione 21 ottobre, un altro dato dovrebbe far riflettere: la forza del Pnv, il partito dei non votanti, prima forza (a)politica del Trentino con 88mila persone che si sono tenute lontane dai seggi. Ritenendo impossibile smuovere la fede ferrea degli elettori del profeta Salvini nella svolta salvifica del suo inviato Fugatti, il Mau di Avio castiga-rossi (il governatore uscente ma anche i pericolosi lupi comunisti infiltrati nelle foreste trentine), il nostro movimento del cambiamento dentro l’alleanza democratica autonomista popolare, impegnato in queste settimane nel dialogo con i partiti del centro sinistra autonomista, ha il sogno, e forse anche l’ambizione, di erodere un po’ la massa del Pnv, di far tornare al voto una parte dei tanti sfiduciati e scettici, di recuperare una fascia dei delusi che sono stati ammaliati da diverse sirene demagogiche e adesso toccano con mano le contraddizioni del governo populista. E che non si rassegnano all’idea di un Trentino leghista da “viva i tir, abbasso i lupi”, la svolta mauista del castigamatti Fugatti.

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