“Sono in totale disaccordo con la posizione, rinnovata anche oggi dalle tre maggiori sigle sindacali – Cgil, Cisl e Uil – le quali protestano contro il perseverare della Giunta Fugatti in una decisione da loro giudicata iniqua, ossia il criterio dei 10 anni di residenza quale requisito di accesso a misure come gli alloggi pubblici, il bonus natalità e l’assegno unico.
A mio modo di vedere, infatti – oltre a rispettare impegni elettorali e ad essere coerente con la politica leghista – la volontà e la determinazione dell’Amministrazione provinciale leghista, che non intende far passi indietro, rispecchia criteri di equità. Da parte mia, aggiungo che non solo ritengo i 10 anni un criterio sacrosanto, ma dipendesse dal sottoscritto non escluderei di includere, per i punteggi di graduatorie, anche conteggi relativi alla pregressa contribuzione fiscale.
Sono infatti dell’idea che il “prima i trentini” non sia solo uno slogan, anzi non lo sia affatto. Ma sia un principio fondamentale, perché è giusto che chi per anni se non per generazioni ha contribuito a rendere grande questa terra veda riconosciuti i propri sacrifici passati allorquando si trovasse a vivere una condizione di difficoltà o precarietà. Nessuno, ovviamente, deve essere lasciato indietro, ma soprattutto non deve esserlo lasciato chi, per il Trentino, ha fatto tanto”,
È quanto affermato in una nota dal Consigliere provinciale della Lega Salvini Trentino Denis Paoli