“Nell’annunciare il suo possibile avvicendamento, l’imam di Trento, il siriano Aboulkheir Breigheche, torna a chiedere una moschea per la città di Trento. Sottolineo “torna” perché è una richiesta che il Breigheche rilancia ciclicamente, ma così come per le altre volte anche per questa non si possono che muovere alcuni rilievi fondamentali.
Il primo riguarda il possibile arrivo, a Trento, di un nuovo imam: un’eventualità che lascia perplessi e comunque credo sarà da valutare con grande prudenza, analizzando con cura l’idoneità del soggetto in questione a predicare. In Italia come all’estero, infatti, vi sono stati già troppi casi di imam rivelatisi predicatori d’odio, scenario che non mi pare proprio il caso di ripetere a Trento.
In secondo luogo, ribadisco come ho già avuto modo di fare in altre occasioni la mia totale contrarietà alla costruzione o all’apertura di una moschea, dal momento che sarebbe che essa – come già accaduto, anche qui, all’estero e in alcuni parti d’Italia – potrebbe ben presto trasformarsi, anche per ragioni linguistiche legate alla lingue araba, in un punto d’incontro tra fondamentalisti nonché in una fucina di esaltati islamisti, eventualità da scongiurare in tutti i modi.
Da ultimo, ricordo che, pur nell’osservanza della laicità delle istituzioni, il Trentino rimane una terra profondamente cristiana e non musulmana; e soprattutto non disponibile ad ospitare personaggi ambigui come Bechir Ben Hassen, controverso imam che predica la sharia, ha avuto problemi con la giustizia e, nel settembre, 2018 è stato ospite della comunità islamica locale. Non si tratta quindi di essere islamofobici o meno, ma solo di non essere ingenui: anche per questo sottolineo che, di una moschea a Trento, proprio non se ne parla”.
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È quanto affermato in una nota dal Consigliere provinciale della Lega Salvini Trentino Denis Paoli.